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Redattori

Il potere terapeutico della danza: quando movimento e creatività diventano una medicina

La danza e l’arte non sono solo forme di espressione, sono strumenti attraverso i quali il dolore, sia fisico che emotivo, può essere affrontato e alleviato. Le loro potenzialità curative sono riconosciute sempre più da esperti e terapisti illuminati che le integrano in percorsi di guarigione. La danza in particolare possiede un forte impatto terapeutico, spesso sottovalutato. Il movimento del corpo accompagnato dal ritmo e dalla musica riduce stress e ansia, oltre a migliorare la coordinazione motoria e a supportare la riabilitazione fisica. Per chi vive momenti di dolore, danzare è un modo per liberarsi delle tensioni e dare sollievo alla mente. Attraverso la danza, le persone possono esprimere emozioni difficili da tradurre in parole, trovare un canale per comunicare ciò che altrimenti rimarrebbe represso. La danza, in tutte le sue forme, è un rifugio per l’anima e uno strumento di introspezione che permette a chi soffre di trovare pace interiore. Questa forma d’arte permette di affrontare traumi e situazioni dolorose, trasformando il dolore in bellezza. La danza quindi  è un’esplosione di energia trasformativa che coinvolge corpo, mente e spirito. La creazione di spazi sicuri dove il movimento e la creatività sono stimolati e celebrati favorisce la guarigione individuale e permette la ...

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Autunno in danza alla Fenice e al Malibran di Venezia

Concerto di Capodanno

È particolarmente ricca e accattivante la programmazione autunnale di danza al Teatro La Fenice e al Teatro Malibran, con un susseguirsi di spettacoli nell’ambito della conclusione della Stagione lirica di Balletto 2024-2025 della Fondazione Teatro La Fenice. Dopo il Romeo e Giulietta di John Neumeier interpretato dall’Hamburg Ballett lo scorso gennaio, a settembre e ottobre 2025 i due teatri veneziani ospiteranno infatti tre eventi coreutici di assoluto richiamo, che spazieranno dal classico al pop e al contemporaneo. A partire dai Ballets de Monte-Carlo, già applauditissimi a Venezia nelle scorse stagioni, che interpreteranno stavolta l’affascinante Cenerentola di Jean-Christophe Maillot; seguiranno, a ottobre, lo spettacolo della Compagnia Larreal – Real Conservatorio Profesional de Danza Mariemma, che porterà in scena i colori e ritmi della danza bolera con España; e quello della Pockemon Crew, una delle compagnie hip hop tra le più titolate al mondo, che presenterà in prima assoluta Hashtag Déclic di Riyad Fhgani. Cenerentola del coreografo Jean-Christophe Maillot, nell’interpretazione dei Ballets de Monte-Carlo, è una delle creazioni più amate della compagnia – debuttò nel 1999, Salle Garnier Opéra de Monte-Carlo – e uno dei pezzi che hanno segnato una svolta nella storia della compagine monegasca. L’originale lettura della fiaba proposta da ...

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Le eteree ballerine romantiche dell’800: Augusta Maywood

Augusta Maywood (New York, 5 marzo 1825 – Leopoli, 3 novembre 1876) nata Williams, era figlia degli attori teatrali Henry Williams e Martha Bally. Fu la prima ballerina americana a raggiungere il rango di Prima Ballerina in Europa e celebrata interprete dell’era del balletto romantico. Prese il cognome dal suo patrigno Robert Campbell Maywood in seguito alle seconde nozze di sua madre. Studiò sotto la guida dell’ex ballerino dell’Opéra di Parigi Paul H. Hazard insieme alla sua rivale Mary Ann Lee (luglio 1824 – 25 gennaio 1899). Fu la prima protagonista del capolavoro ballettistico Giselle in America, precisamente nella città di Boston nel 1846. L’americana Mary Ann Lee, altrettanto famosa artista dell’era del balletto romantico, debuttò nel 1837 con la coreografia The Maid of Cashmere al Chestnut Street Theatre in coppia con Augusta Maywood. Il pubblico fu entusiasta di entrambe e fomentò una rivalità tra le due artiste. Insieme si esibirono in una produzione di The Dew Drop, o La Sylphide nel 1838. Maywood poi si trasferì in Europa per studiare danza mentre Lee rimase a Philadelphia. Lee ballò per la prima volta in La Bayadère nel 1839 che rimase uno dei suoi ruoli preferiti per il resto della carriera. ...

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Il coreografo Dimitris Papaioannou “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Nessuno. Il balletto contemporaneo prediletto? 1980 di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Théâtre de la Ville di Parigi. Un romanzo da trasformare in balletto? Autobiografia del Rosso di Anne Carson. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Teorema di Pier Paolo Pasolini. Il costume di scena indossato che hai preferito? Abito nero (Materia Prima). Quale colore associ alla danza? Colore della pelle. Che profumo ha la danza? Sudore. La musica più bella scritta per balletto? Qualunque di Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Saturday Night Live. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Vaslav Nijinsky e Pina Bausch. Il tuo “passo di danza” preferito? Non ne conosco nessuno. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico? Qualsiasi ruolo maschile con i collant da danza. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? William Forsythe. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie ragazza! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Provare – Fallire – Ripetere. Come ti vedi oggi allo specchio? Più vecchio. Michele Olivieri Foto di Julian Mommert www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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95 anni fa nasceva Paul Taylor: l’architetto del movimento

Quando si parla di danza moderna americana, nomi come Martha Graham o Merce Cunningham emergono con prepotenza. Eppure, tra le colonne portanti di questo linguaggio corporeo del Novecento, Paul Taylor ha occupato un posto unico, spesso in bilico tra l’eleganza classica e la ribellione sperimentale. La sua arte ha sfidato le convenzioni pur senza mai distruggerle, trasformando il corpo umano in un veicolo di ironia, lirismo e sorprendente umanità. Paul Taylor nacque il 29 luglio 1930 a Wilkinsburg, in Pennsylvania, e si formò in pittura e nuoto prima di dedicarsi interamente alla danza. Studente alla Juilliard School, si affermò presto come danzatore nel leggendario ensemble di Martha Graham, con cui collaborò negli anni ’50. L’influenza della Graham fu importante, ma Taylor non tardò a trovare una sua propria voce coreografica — una voce a volte ironica, altre volte filosofica, sempre sincera. Ciò che distingue Paul Taylor da molti suoi contemporanei è l’ampiezza della sua visione artistica. Il suo repertorio, che comprende oltre 140 coreografie, è un labirinto stilistico: dalla satira sociale di “Big Bertha” (1970) all’astrazione sublime di “Esplanade” (1975), ogni opera è costruita con un senso profondo della teatralità e del tempo musicale. La “Paul Taylor Dance Company”, fondata ...

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Il direttore artistico Julien Favreau “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Lago dei cigni. Il balletto contemporaneo prediletto? Petite Mort di Kylian. Il Teatro del cuore? Tokyo Bunka Kaikan. Un romanzo da trasformare in balletto? Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Il conte di Montecristo. Il costume di scena indossato che hai preferito? L’uccello di fuoco. Quale colore associ alla danza? Rosso. Che profumo ha la danza? Un misto di parquet cerato, velluto, sudore, calore. La musica più bella scritta per balletto? Romeo et Juliette di Prokoviev. Il film di danza irrinunciabile? Center Stage. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Maurice Béjart e Sylvie Guillem. Il tuo “passo di danza” preferito? Jeté entrelacé. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Mayerling. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? William Forsythe. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Le direi grazie e che l’arte della danza rimanga sempre viva. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? La danza è una disciplina completa che mobilita il corpo e la mente. Richiede un impegno totale, ma offre anche immense soddisfazioni e una libertà di ...

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85 anni fa nasceva Pina Bausch: la poetessa del Tanztheater

Nel cuore del Novecento, tra le rovine di una Germania che cercava di rialzarsi, nacque una voce capace di riscrivere il linguaggio del corpo: Pina Bausch. Coreografa, danzatrice e visionaria, Bausch ha rivoluzionato la danza contemporanea fondendo gesto, parola e teatro in una sintesi inedita, emotivamente travolgente: il Tanztheater. Philippine “Pina” Bausch nacque il 26 luglio 1940 a Solingen. Fin da giovanissima, mostrò una spiccata sensibilità per il movimento e una straordinaria capacità di assorbire il mondo che la circondava. Studiò alla Folkwang Hochschule di Essen, sotto la guida di Kurt Jooss, uno dei pionieri della danza espressionista. L’esperienza americana presso la Juilliard School di New York la mise in contatto con la modern dance di Martha Graham, José Limón e Paul Taylor: un contrasto vivificante rispetto all’approccio tedesco, più radicato nell’espressività del volto e nella narrazione simbolica. Nel 1973, Pina Bausch divenne direttrice artistica del Tanztheater Wuppertal, la compagnia che avrebbe preso il suo nome consacrandola al mondo. I suoi primi lavori, accolti con diffidenza dal pubblico, rompevano gli schemi della danza classica e moderna: non più virtuosismi e perfezione, ma corpi vulnerabili, che tremano, inciampano, ridono, si interrogano. Titoli come “Café Müller” (1978), “Kontakthof” (1978) oppure “Il lamento ...

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Aaron Robison nominato principal dancer allo Houston Ballet

Per la stagione 2025/2026 l’illustre ballerino britannico Aaron Robison, originario di Coventry, è stato nominato primo ballerino dello Houston Ballet, la quarta più grande compagnia di danza professionale negli Stati Uniti con sede in Texas diretta dal coreografo Stanton Welch. Aaron Robison già Primo Ballerino del San Francisco Ballet, in precedenza ha ricoperto il ruolo di Primo Ballerino dell’English National Ballet e si è esibito anche con il Birmingham Royal Ballet e il Corella Ballet. Formatosi alla Compañia Juvenil de Barcelona e alla Royal Ballet School, Robison ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio “Giovane Ballerino Britannico dell’Anno” nel 2004 e la medaglia d’oro alla Seoul International Dance Competition. Nel 2004 è stato finalista al “Prix de Lausanne” ricevendo l’Encouragement Award. Ammirato per la sua versatilità, ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, interpretando ruoli celebri come Teseo/Oberon in “Sogno di una notte di mezza estate” di John Neumeier, Des Grieux in “L’Histoire de Manon” di Kenneth MacMillan e Romeo in “Romeo e Giulietta” di Rudolf Nureyev. Il suo repertorio, tra gli altri, include anche lavori di George Balanchine, William Forsythe e John Cranko. Robison ha creato ruoli in balletti tra cui “Unsaid” di Danielle Rowe, “Playlist” di ...

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L’étoile Diana Ferrara “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? 5 Tango’s di Hans Van Manen. Il Teatro del cuore? Opera di Roma e Teatro de Bellas Artes di Città del Messico. Un romanzo da trasformare in balletto? Il romanzo di Massimo Grillandi “Madame de Pompadour”. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Il film “Orchestra Stonata” di Emmanuel Courcol. Il costume di scena indossato che hai preferito? Il tutù corto nero del balletto “Ma Pavlova” di Roland Petit tempestato di pietre Swarowski brillanti! Un tutù bellissimo, ma pesantissimo!!! Quale colore associ alla danza? Per il classico colore rosa cipria, per il contemporaneo color nudo. Che profumo ha la danza? Il profumo della danza è l’Iris. La musica più bella scritta per balletto? Musica di Jules Massenet: Meditation dall’opera “Thaïs”. Il film di danza irrinunciabile? Film “Due vite e una svolta” e “Billy Elliot”. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev con Margot Fonteyn, Natalija Makarova in modo speciale nel “Lago dei Cigni”. Il tuo “passo di danza” preferito? Mi sono entusiasmata dei passi dei “manège” nei balletti “La Sylfide” e “Marco Spada” di Pierre Lacotte! Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra ...

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Ritorna a Nervi il leggendario “Pas de Quatre”

Il Pas de Quatre è un balletto divertissement che rappresenta la quintessenza del Romanticismo nel balletto. Creato da Jules Perrot nel 1845, questo titolo è un omaggio alla bellezza e alla tecnica delle ballerine dell’epoca. Il “Pas de Quatre” nacque da una intuizione di Benjamin Lumley, direttore dell’Her Majesty’s Theatre per quattro delle ballerine più celebri dell’epoca: Marie Taglioni, nota per la sua grazia e leggerezza. Carlotta Grisi, famosa per la sua tecnica e musicalità. Fanny Cerrito, apprezzata per la sua forza e espressività. Lucile Grahn, nota per la sua precisione e eleganza. Nelle intenzioni iniziali al posto di Lucile Grahn ci sarebbe dovuta essere Fanny Elssler, ma declinò l’invito. Ogni ballerina godeva di una propria variazione individuale solistica per mettere in mostra i propri distintivi punti di forza (al contrario dell’apertura e del finale che mostravano tutte e quattro le artiste in scena contemporaneamente). Marie Taglioni primeggiò nei grandi salti, Grisi nei salti corti e nei rapidi movimenti dei piedi, Cerrito nelle vivaci combinazioni e Grahn nei piccoli salti. La coreografia di Perrot è un capolavoro di tecnica e creatività. Il balletto è composto da una serie di variazioni ed ensemble che pongono in luce le abilità, le competenze ...

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