“Alla danza non importa da dove vieni o quanto hai. Tu donale il tuo cuore e lei ti riempirà la sua l’anima”. Con questa frase carica di emozione il grande ballerino e coreografo italiano Raffaele Paganini descrive la sua passione per la danza, un’arte a cui lui ha dedicato tutta la sua vita. Settimo di undici fratelli, Paganini nasce a Roma il 28 settembre 1958 in una famiglia di artisti. La madre è una cantante lirica, il padre danzatore classico. Segue le orme del padre ma inizia a danzare a 14 anni, età piuttosto tarda per un ballerino di danza classica. Raffaele Paganini è tra i danzatori italiani più noti al pubblico L’artista studia alla scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma ed entra, dopo soli quattro anni, a far parte del corpo di ballo dell’Ente come ballerino solista. Alla danza Raffaele Paganini ha dato cuore e anima. Una vita intera trascorsa sulle punte. Diviene prontamente Étoile ed è ospite di numerose compagnie internazionali fra le quali: London Festival Ballet, Ballet Theatre Francais de Nancy, Balletto dell’Opera di Zurigo. Ma anche al Ballet Concerto de Puerto Rico, Teatro alla Scala di Milano, Teatro San Carlo di Napoli. Inoltre, dal 1988 ...
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Scuole di danza ancora chiuse: un errore colossale
La società è un insieme di persone che condividono una lingua, una cultura e relazioni di natura interpersonale ed economica. Sempre più di frequente però sembriamo dimenticare questo concetto basilare: il nostro comportamento si riflette sulla vita degli individui che compongono la società in cui viviamo, ossia la collettività. Siamo tutti interconnessi anche economicamente, forse più di quanto non lo fossimo una cinquantina di anni fa. Ogni attività economica produce effetti sulle altre, e la difficoltà di una si ripercuote su tutte. Ecco perché la chiusura forzata e prolungata delle scuole di danza non genera ripercussioni soltanto sul settore in crisi, sugli studenti e sugli insegnanti, ma su tutta l’economia, nazionale e mondiale. Pensiamo ai negozi di danza che non vendono più a causa della chiusura delle scuole, alle sartorie che non lavorano vista l’assenza di saggi, esibizioni e spettacoli vari. Se la sartoria non lavora, la merceria non vende i tessuti, di conseguenza l’industria tessile vedrà drasticamente ridotta la domanda di produzione. La chiusura dei teatri, di cui abbiamo parlato nel precedente articolo, genera i medesimi effetti sul settore del service, luci, musiche, sugli organizzatori di eventi, sugli addetti alle pulizie e anche sul turismo. Niente turneé, niente spettatori, ...
Read More »Natalia Osipova, l’étoile russa dall’immenso talento interpretativo
Natalia Petrovna Osipova è la prima ballerina presso il Royal Ballet di Londra e il Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo. L’étoile mondiale, è fra le interpreti più amate dal pubblico londinese che la segue agli spettacoli del Royal Ballet al Covent Garden. Un fenomeno di bravura tecnica e un gran talento interpretativo. Natalia Osipova è stata definita dalla critica “la ballerina degli estremi”. Nel mondo del balletto, si potrebbe dire che è un fenomeno naturale: tutto ciò che fa, lo porta ad un livello molto alto e sublime. La sua tecnica impeccabile, i sui giri e i suoi balzi estremi stupiscono tutti coloro che la vedono ballare. Natalia Osipova nasce a Mosca il 18 maggio 1986 Inizia la sua formazione di ballerina all’età di otto anni presso la scuola di ballo di Mikhail Lavrovsky, completando gli studi nel 2004 presso la scuola del Balletto Bol’šoj, sotto la tutela sia di Marina Kotova che di Marina Leonova. A 18 anni Natalia Osipova viene promossa membro del corpo di ballo del Balletto Bol’šoj. Nel 2005 danza il ruolo di Kitri in Don Chisciotte nella produzione di Alexei Fadeyechev. Riscuote un grande successo di critica, venendo promossa ballerina solista nel 2006. Nel ...
Read More »Riapriamo i teatri! La cultura non va fermata!
L’arte è cultura, e fa bene a chi la crea e a chi ne è spettatore. Se associata al gesto fisico, come nel caso della danza, l’arte fa bene anche al corpo, e non solo a quello dei ballerini. Tra la regione motoria e l’area percettiva cerebrale avviene un fenomeno di ‘rispecchiamento’ generato dai neuroni specchio, implicati nel processo di apprendimento, nella capacità empatica e nel tradurre l’azione danzata, incorporata da chi la osserva come se fosse egli stesso a compierla. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che l’area cerebrale che si attiva quando ci si innamora è la stessa che viene stimolata durante l’osservazione di opere d’arte e immagini di profonda bellezza, come un quadro o una coreografia. Quando ammiriamo l’arte, infatti, nella corteccia orbitofrontale si innesca un improvviso innalzamento dei livelli di dopamina che genera sensazioni di intenso piacere. L’arte dunque contribuisce ad alleviare stati di ansia, tensioni e depressioni, fino addirittura a normalizzare alcuni parametri vitali, come il battito cardiaco, la pressione arteriosa e i livelli di cortisolo, ormone surrenale responsabile, tra le altre cose, della diminuzione delle difese immunitarie. Se il semplice atto di osservare arte è in grado di indurre una tale reazione nel cervello, essere ...
Read More »Lorenzo Morandini prova il progetto “Idillio” al Teatro alla Cartiera
Proseguono senza sosta le residenze artistiche di Komm Tanz, il progetto di ospitalità della Compagnia Abbondanza e Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto e parte di Passo Nord, centro di residenza regionale del Trentino Alto Adige. Lorenzo Morandini, classe 1993, giovane coreografo trentino, ha trascorso le scorse settimane al Teatro alla Cartiera di Rovereto per provare Idillio. Morandini è un giovane artista che si è formato al Teatro Nuovo di Torino, dove ha studiato a tecnica classica. Poi ha letteralmente spiccato il volo. Questa sua pièce, Idillio, vuole riflettere su come si sfogano le sensazioni di spensieratezza/urgenza dell’agire, in risposta al costante dubbio e insicurezza delle scelte che si fanno ogni giorno. Ma soprattutto come queste potrebbero far commettere un errore o avere conseguenze inaspettate alle quali non si è pronti a rispondere. Idillio è stato presentato nelle sue prime versioni ai festival MilanOltre e Più che danza! e ha ricevuto il secondo premio al concorso Residanza 2019.
Read More »Liliana Cosi: una vita consacrata alla danza
Liliana Cosi è tra le più grandi étoile della danza italiana. Milanese, nasce nel 1941. Compie i suoi studi alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala sotto la guida della direttrice Esmée Bulnes e si diploma nel 1958 quale miglior allieva, ricevendo un premio dal Sovrintendente Antonio Ghiringhelli per le mani di Wally Toscanini. Viene subito assunta nel corpo di ballo della Scala con contratto a tempo indeterminato e partecipa a tutti gli spettacoli d’opera e balletto. Nel 1963 si aprono i primi scambi culturali tra il Teatro Bolshoi di Mosca e il Teatro alla Scala di Milano. La Cosi viene inviata per un corso di perfezionamento. Liliana Cosi: l’étoile italiana e l’attivismo politico Di ritorno in Italia decide di frequentare un periodo di studi a Parigi agli Studi Vaquer del maestro Franchetti. Nello stesso anno incontra il Movimento dei focolari e vi aderisce pienamente. Sarà la stessa fondatrice Chiara Lubich a incoraggiarla di continuare comunque il suo lavoro artistico cercando di viverne la spiritualità dell’Unità. “Avevo deciso di smettere, di rompere con la danza. Troppe invidie, troppe gelosie, troppe angherie. E’ stata Chiara Lubich a convincermi a non abbandonare la Scala. Avevo 21 anni. Entrai tra le focolarine”, afferma all’Adnkronos Liliana ...
Read More »Ballerini e floor work: energia, armonia e consapevolezza corporea
‘Usare il pavimento’ nella danza assume significati diversi a seconda dello stile. I ballerini di danza classica sono spesso incoraggiati a respingere o allontanarsi dal pavimento, mentre quelli che studiano danza moderna e contemporanea tendono ad abbracciarlo, a diventare un tutt’uno. Qualunque sia il tipo di approccio, la relazione di un ballerino con il pavimento di solito inizia con i piedi, e richiede consapevolezza dell’appoggio e della distribuzione del peso del corpo. David Zambrano, danzatore, performer e coreografo venezuelano, ha dato vita a una tecnica innovativa che indaga proprio il rapporto tra il danzatore e il pavimento chiamata Flying Low. Attraverso semplici schemi di movimento che coinvolgono respiro, velocità e rilassamento, il danzatore sperimenta come l’energia del corpo riattivi la relazione tra il centro e le articolazioni, in una costante connessione con il suolo e il proprio centro di gravità. Zambrano sfrutta la velocità della discesa e l’energia di caduta che prevedono una transizione consapevole dal movimento in piedi al floor work, in una fluttuazione dinamica e armonica che continua a generare energia. Nella danza, come nella vita, va tenuta presente una considerazione: ogni azione produce una reazione. Quindi, eseguendo un relevè o un salto, se qualcosa sale, qualcosa deve ...
Read More »Manuel Legris, il nuovo Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Manuel Legris, dallo scorso dicembre, è il nuovo Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, succedendo a Frédéric Olivieri. Il talentuoso artista vanta un’intensa carriera da ballerino e da direttore artistico. Nato a Parigi nel 1964, ha studiato alla Scuola di Danza dell’Opéra ed è entrato nel Corpo di Ballo del Teatro nel 1980. Nel 1986 è nominato étoile da Rudolf Nureyev, all’epoca Direttore del Balletto dell’Opéra. Ha interpretato tutti i grandi ruoli del repertorio classico e di quello moderno. Legris porta in dote alla Scala una profonda esperienza, intelligenza, tecnica, classe e cultura del mondo della danza. Ha dalla sua ben 23 anni di presenza sulle scene dell’Opéra di Parigi e siamo già certi che non deluderà gli addetti ai lavori. Del resto Legris aveva avuto modo di mettere in luce le proprie capacità già come direttore alla Staatsoper di Vienna. Proprio qui era stato chiamato nel 2010 da Dominique Meyer che adesso, nuovo sovrintendete a Milano, lo ha voluto alla Scala. Manuel Legris è un vero e proprio enfant prodige: nel 1976, all’età di undici anni, è ammesso alla Scuola di Danza dell’Opera di Parigi Entra nel corpo di ballo a sedici anni nel 1980. Nel 1981 è ...
Read More »“Ailey”: debutta al Sundance Film Festival il documentario sul grande coreografo
La storia di Alvin Ailey, della sua danza e della sua forza, tutto in un documentario: Ailey, diretto da Jamila Wignot, è stato presentato la scorsa settimana in anteprima al Sundance Film Festival di Park City, Utah. Ailey esplora la vita dell’artista e coreografo e il suo legame con l’attuale compagnia di danza che porta il suo nome. Interviste audio mai ascoltate prima registrate nell’ultimo anno della sua vita e rare esibizioni di danza dell’ensemble Ailey raccontano al meglio questo artista, che ha trovato la salvezza attraverso la danza e, allo stesso tempo, ha aperto la strada ad un nuovo tipo di coreografia, incentrata sulla storia afroamericana. In Ailey si descrive al meglio come il grande artista abbia dovuto vincere razzismo e omofobia; ma anche dipendenze e malattie mentali. Per vederlo in Italia, o sulle principali piattaforme in streaming, bisognerà aspettare ancora un po’. Ma l’attesa vale la pena, ne siamo certi. www.giornaledelladanza.com Foto – Courtesy of Sundance Film Festival
Read More »La danza è maschio e femmina. Liberiamo l’arte dal pregiudizio!
Uno stereotipo consiste in una particolare rappresentazione mentale volta a incasellare persone o cose in determinate categorie stabilite. Si tratta quindi di un’idea preconcetta, prevenuta e generalizzata, basata su background culturali, etnici, di orientamento sessuale, religioso, e via dicendo, che spinge a etichettare un gruppo o un individuo. Uno dei più comuni stereotipi riguarda proprio la danza che viene superficialmente considerata una attività ‘da ragazze’. Se scelta da un individuo di genere maschile, porta direttamente a un falso preconcetto di natura sessuale. Il tema è delicato. Si tende ancora a ritenere che il ballerino maschio sia omosessuale o che addirittura potrebbe diventarlo frequentando l’ambiente della danza. Ma la danza non ha nulla a che vedere con le preferenze sessuali che invece rientrano nella sfera delle libertà individuali e che nessuno ha il diritto di giudicare. Queste credenze sono spesso dettate da un retaggio culturale obsoleto e anacronistico. Sfortunatamente però sono ancora diffuse, quando invece tutti dovremmo essere consapevoli che l’identità di genere non è così netta come siamo stati educati a credere. La maggior parte delle persone si dichiara favorevole alla parità di accesso a tutte le attività indipendentemente dal genere, tuttavia, quando i genitori scelgono i giocattoli, lo sport ...
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