Dal 18 agosto Operaestate passa il testimone a Bmotion, la sezione dedicata ai linguaggi del contemporaneo che fino al 21 agosto si concentra sulla danza.
Attraverso performance in prima nazionale, attività di formazione, e una densa programmazione di spettacoli B.Motion danza diventa un luogo di incontro a livello internazionale per la scena emergente della danza contemporanea, e per la diffusione della cultura della danza.
La relazione rimane parola chiave anche di BMotion, che in questa prima giornata vede andare in scena diversi lavori che invitano a riflettere sui corpi nello spazio, nei teatri e nelle piazze per ritrovarsi e costruire nuove relazioni. Pocketart, Ian Ancheta, Aina Alegre, Elena Sgarbossa e Jacopo Jenna i protagonisti della prima giornata che dalle 16 alle alle 22porta il pubblico in un itinerario attraverso la città.
Programma
18 agosto
Alle 16.00 ai Giardini Paroliini (in caso di pioggia Palestra Vittorelli) con la Prima Nazionale delle due autrici e interpreti (Sabina Bočková e Johana Pocková di Pocketart (Rep. Ceca) con la coreografia The Lion’s Den Unlimited. Un progetto che ha attivato un percorso di trasmissione di alcune parti della coreografia a 10 giovani danzatori del programma di formazione Agorà, della MM Contemporary Dance Company, qui invitati a collaborare con altrettanti Dance Well dancers bassanesi – i partecipanti alla pratica rivolta in particolare alle persone con parkinson e alla comunità over 60- per un incontro tra generazioni, ma anche con la cultura della Repubblica Ceca. Il lavoro investiga i gesti del populismo e dei mass-media ed è realizzato grazie al sostegno del Centro Ceco di Milano.
In replica anche venerdì 19 e sabato 20 sempre alle 16 ai Giardini Parolini.
Alle ore 17 i dance well dancers tornano protagonisti anche dello spettacolo Molding Bodies del coreografo Ian Ancheta, nella Chiesa di San Giovanni; un’altra Prima Nazionale, realizzata con il sostegno dell’Ambasciata dei Paesi Bassi in Italia e in collaborazione con Dansateliers Rotterdam. Il giovane coreografo, classe ’93, di origine svedese ma basato in Olanda, insieme ai partecipanti alla pratica Dance Well, – ha indagato i temi della bellezza, del limite e della possibilità. Ha creato quindi un dipinto in movimento, ispirato anche al luogo in cui si è sviluppato, e alle opere d’arte in esso custodite.
In replica venerdì sabato alla stessa ora e domenica alle 18.00.
Alle ore 19 al Teatro al Castello Tito Gobbi va in scena uno dei lavori selezionati da Aerowaves 2022– la piattaforma europea dedicata alla danza contemporanea: Study 4, fandango and other cadences è il titolo del lavoro dell’artista catalana, Aina Alegre, attiva a Parigi, che, dopo una lunga ricerca dedicata ai gesti martellanti della danza, ha dato vita a questa nuova coreografia. Con lei l’artista Yannick Hugron per raccontare la propria esperienza di interprete di danze popolari basche. Dopo aver recuperato movenze e gestualità interiorizzate nel corpo, Alegre e Hugron hanno disegnato una coreografia assemblando frammenti di storie da interpreti e musicisti dei Paesi Baschi. Ne nasce così una coreografia che diventa una sorta di collezione di memorie. Sul palcoscenico, i due artisti mappano e reinterpretano storie e movimenti arrivando a comporre una propria originale narrazione coreutica.
Alle 21 al teatro Remondini con un’altra prima nazionale double:double (studio) di Elena Sgarbossa, una produzione di Base 9 con il supporto dell’associazione La Charta-Cartiera di Vas. La giovane coreografa e interprete indaga lo scorrere del tempo e le coincidenze del caso partendo da una collezione di screenshot del cellulare in cui si vede un orario a cifre uguali, secondo alcuni, segno di fortuna. Rincorrendo quella strana sensazione di corrispondenza e di sincronia con le cose, il corpo in scena tenta di essere al posto giusto al momento giusto, muovendosi nello spazio a ritmo di coincidenze, forse passate o forse future.
A seguire, sempre al Teatro Remondini la giornata si conclude con Some choreographies di Jacopo Jenna, la seconda selezione Aerowaves 2022. Some choreographies mette in dialogo la danzatrice Ra¬mona Caia con un prezioso lavoro di raccolta video, montaggio e rielaborazione di una serie di tipologie di danze, frugando tra la storia della danza e della performance, attraversando il cinema e internet, in cerca di una materia cinetica sensibile. Diviso in due parti e costruito sulla giustapposizione serrata di frammenti video, il progetto coreografico tenta di liberare la danza dalla forza dell’immagine, per iniziare a rifarsi solo a sè stessa. Nella seconda parte un video originale dell’artista Roberto Fassone offre una sequenza di coreografie visive.
Sara Zuccari