L’edizione 2018 di Torinodanza si apre alle Fonderie Limone di Moncalieri con il debutto, in prima nazionale e unica data italiana, di Betroffenheit creato dalla coreografa Crystal Pite e dall’attore drammaturgo Jonathon Young, entrambi canadesi. Questa “anteprima” realizzata in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale costituisce il biglietto da visita del Festival e prelude all’abituale programmazione autunnale di Torinodanza (10 settembre – 1 dicembre) che inaugurerà definitivamente nel mese di settembre.
Betroffenheit è una di quelle magiche parole tedesche che oscillano il proprio significato tra vuoto, sbigottimento, costernazione. Tradotto letteralmente, Betroffenheit significa shock, perplessità o trauma. La radice della parola treffen vuol dire “incontrare” e betroffen “essere attento”, per cui Betroffenheit è lo stato di essere stato travolto, scioccato o stordito da un particolare evento… uno spazio e un tempo che la lingua non può descrivere. Resta solo la consapevolezza dei limiti della parola e di quello che può assorbire, rappresentare. In questo vuoto semantico le definizioni si annullano e tutte le certezze svaniscono. Tutto diviene possibile, qualsiasi reazione, azione, non-azione.
Un uomo ha subito un trauma assoluto, uno shock esistenziale. I ricordi della lotta contro la morte sembrano soffocarlo, bloccarlo. Si rifugia in un mondo parallelo, immaginario, allucinatorio in cui il protagonista incontra una troupe di cabaret espressionista, prima seducente e rassicurante, via via sempre più diabolica. Così Betroffenheit racconta lo spaesamento, le visioni, le delusioni di un tormentato viaggio interiore. Jonathon Young si interroga: “Come posso trasformare in arte la tragedia che mi è accaduta nella realtà?”. Quindi scrive il testo dello spettacolo per calarsi lui stesso nel ruolo del protagonista traumatizzato distribuendo sulla scena l’energia della lotta contro la sua stessa morte. Perde il controllo della mente e del corpo, in un vortice di dolore e paura, come sotto l’effetto di una droga: sente le voci e ogni volta questa voce è la sua che esce da una lampadina, da una porta o dal corpo di un danzatore.
I dialoghi dell’uomo con sé stesso diventano la colonna sonora di un’ossessione che struttura la coreografia di Crystal Pite. Il suono delle parole, il loro significato e la danza si fondono, in uno spettacolo in cui le discipline si incontrano senza prevaricazioni e compiacenze reciproche, in cui l’azione coreografica si trasforma in narrazione.
ORARI & INFO
17 e 18 maggio ore 20.45
Fonderie Limone (Sala grande)
Via Pastrengo, 88
Moncalieri
www.torinodanzafestival.it
www.giornaledelladanza.com
Foto di Michael Slobodian