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“Stoffa per la Danza” – La danza in abiti comuni: Pina Bausch

  Philippine, ma da tutti conosciuta come Pina, Bausch nasce a Solingen il 27 luglio 1940 e muore di cancro il 30 giugno 2009 a Wuppertal. Inizia la sua carriera artistica da adolescente nella città nativa , poi si trasferisce a New York grazie ad una borsa di studio dove approfondisce la sua tecnica. Viene scritturata dal New American Ballet e dal Metropolitan Opera. Rientra in Germania dove danza ed inizia a comporre le sue prime coreografie nel 1968. Nel ’73 fonda il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. I suoi spettacoli sono apprezzati ovunque: Le Sacre du printemps, Nelken, Bandeneon, Aqua …e tra le sue opere più importanti Café Muller.  Pina Bausch è sicuramente tra le più importanti e note coreografe mondiali, espressione della danza moderna e massima esponente del Teatro-danza tedesco. I suoi ballerini, prendono il nome di “danzattori” in quanto interpreti attraverso l’improvvisazione generata dalle domande che la coreografa pone loro. Essi stessi chiamati ad esprimere le proprie personali sensazioni, sentimenti, infatti essi non ricoprono solo il ruolo di danzatori, ma anche quello di attori e di autori dell’opera. Pina per le sue coreografie si avvale di costumi che in realtà sono abiti comuni: per esempio una semplice vestaglia con sotto uno slip indossata dalla protagonista di “Café Muller”, ...

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Sara Renda, giovanissima étoile internazionale

Sara Renda, nasce ad Alcamo nel 1991, entra all’età di 11 anni presso la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala in cui si diploma brillantemente nel 2010, immediatamente entra a far parte nell’organico del Corpo di Ballo dell’Opéra National de Bordeaux in Francia diretta dal maestro Charles Jude. Si è aggiudicata la Medaglia di bronzo alla 50ª edizione del prestigioso “International Ballet Competition di Varna” in Bulgaria. Nel dicembre del 2014, saltando il gradino di solista, viene nominata Prima ballerina a Bordeaux e a distanza solo di un anno, nel dicembre 2015 arriva la nomina ad étoile, annunciata direttamente in scena dal Direttore del Balletto Charles Jude e dal Direttore generale dell’Opéra National Thierry Fouquet, alla fine di un’emozionate serata in cui ha interpretato per la prima volta il ruolo principale della “Bella addormentata nel bosco” nell’edizione firmata dallo stesso Jude. Nel suo repertorio “Roméo et Juliette”, “Giselle”, “I Quattro Temperamenti” e “Who Cares?” di George Balanchine, “Paquita”, “La bella addormentata (L’Oiseau bleu)”, “Coppélia”, “Pneuma” di Carolyn Carlson, “Don Quichotte”, “If to Leave is to Remember”, “Schiaccianoci”.   Carissima Sara, innanzitutto i miei più sinceri complimenti per la tua nomina ad étoile, uno splendido traguardo e un vanto tutto ...

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Alberto Testa: “Jeux” e “Le Sacre du Printemps” un miracolo di bellezza e di creatività

 Provatevi a pensare oggigiorno alla possibilità di vedere in uno stesso mese, alla distanza di soli quindici giorni, l’uno dall’altro due balletti della potenza creativa (musica, scenografia, coreografia) di due balletti divenuti famosi quali “Jeux” e “Le Sacre du Printemps” il primo con la musica di Debussy, il secondo con quella di Stravinsky, tutti e due con la coreografia di Nijinsky, nel primo anche interprete, e poi mi direte se ciò sarebbe possibile oggi. Intanto occorre riflettere; una data, il 1913, Parigi, lo scadere della Belle Epoque, l’anno dopo un putiferio europeo, quasi quanto cento anni dopo, l’odierno, esclusa soltanto la guerra, quella mondiale detta anche “La grande guerra”. Qualcuno a pensato a quegli anni che in un ventennio successivo formarono l’epoca favolosa dei Balletti di Diaghilev (1909 – 1929), di Nijinsky, della partitura teatrale e non teatrale (Roerich, Bakst, Valentine, Gross e Hugo), dei musicisti fra gli innovativi del ventesimo secolo e di infiniti altri apporti diversi e decisivi per la formazione di una nuova era teatrale. Sono cose oggi pressoché irrealizzabili e impensabili. Eppure, nella rinnovata, bellissima Torino, tornata ai suoi regali splendori si è pensato a quell’avvenimento che diviene evento d’arte e di cultura. Due serate, il ...

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Un libro per l’Estate… La Danza, la mia vita: il libro autobiografico che dà corpo alla voce di Natalia Makarova

Finalmente tutti i lettori appassionati di danza e balletto, oppure semplicemente incuriositi da quest’arte molto affascinante, potranno emozionarsi leggendo La Danza, la mia vita, l’autobiografia di una stella del balletto russo come Natalia Makarova. La celebre étoile scrisse la sua lunga e consapevole confessione in lingua russa, sebbene la prima pubblicazione, avvenuta nel 1979 con il titolo A Dance Autobiography, fosse apparsa in lingua inglese. Bisognerà attendere, infatti, il 2011, affinché la casa editrice moscovita Art dia alle stampe la versione originaria in lingua russa, ampliata però con approfondimenti inerenti alcune cruciali questioni artistiche. Ora questa splendida autobiografia, da cui trapela l’elevato senso di autocoscienza critica palesato dall’autrice, finalmente è stata tradotta anche in italiano, grazie al lavoro di Marta Mele e con il sempre prezioso appoggio della casa editrice Gremese. Il mondo della danza italiana dovrebbe quindi considerare questo libro un pregiato regalo perché, oltre ad essere lo specchio della vita e dell’arte di una grande personalità artistica, è anche, e soprattutto, la proiezione diretta di quell’edificio di idee e concezioni sulla Danza e il balletto che la Makarova ha costruito, mattone dopo mattone, nel corso di tutta la sua brillante carriera. Dalla formazione impeccabile ricevuta in patria, presso ...

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"Danza chi, come e perché?" - La Posta di Anna Maria Prina

“Danza chi, come e perché” – La posta di Anna Maria Prina

Gentilissima, la Signora Fracci ha festeggiato il suo compleanno in scena, molti l’hanno criticata per il fatto che danza ancora, Lei cosa ne pensa? (Giovanna da Lecce) Cara Giovanna, io credo che ogni artista sia responsabile, anche e soprattutto verso il pubblico, delle proprie scelte e azioni. Deludere una platea di fan decennali non è un’opzione accettabile. Sicuramente la signora Fracci avrà valutato il pro e il contro e in tutta libertà ha preso la decisione che in questo momento della sua vita più le faceva piacere. Carla Fracci si è voluta fare un bel regalo di compleanno ritornando sulle tavole del palcoscenico a lei tanto care e bene ha fatto. Conoscendo Carla so che lei ama follemente la scena e non la lascerebbe mai. Auguriamo alla nostra étoile 100 di questi giorni! Carissima Signora Prina, attualmente c’è grande clamore intorno al danzatore Sergei Polunin, Lei pensa che possa essere considerato il Nureyev dei tempi moderni? (Elisabetta da Roma) Cara Elisabetta, diamo tempo al tempo! Polunin è certamente un danzatore bravo, dotato e interessante, ma intorno a lui ci sono molti competitor (che Nureyev a suo tempo non aveva). Ai giorni nostri per diventare il numero 1 assoluto nella danza ...

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Bologna celebra i 20 anni del Festival Danza Urbana

Bologna celebra i 20 anni del Festival Danza Urbana

  Da ormai molti anni si perpetua a Bologna l’occasione di mostrare come la danza contemporanea, nel suo “linguaggio” plurimo e incomparabile, possa avere luogo negli spazi più inconsueti, sublimandosi nel fascino di un urbanismo contaminato di pura arte. Il riferimento è ovviamente al Festival Danza Urbana, che quest’anno festeggia il suo primo ventennio di vita presentando un programma ricchissimo di appuntamenti performativi, in scena dal 2 al 11 settembre tra il capoluogo emiliano e un paese dell’interland, Casalecchio di Reno. Ad “aprire le danze” nel pomeriggio del 2 settembre (in replica il 5) è Montyon (esercizi pedonali) del Gruppo Phren, progetto speciale di formazione per giovani danzatori nato in seno al Centro Mousikè di Bologna. A seguire, la compagnia Le Supplici di Fabrizio Favale a calcare il palco (o meglio il sagrato della Basilica di San Petronio) con Hekla, uno dei più recenti studi creati dal coreografo laziale. L’indomani, 3 settembre, è prevista una sorta di anteprima del Convegno Internazionale Città che danzano, in cui sono presentate al pubblico le reti di Festival internazionali dedicati alla danza nel paesaggio urbano. Ed è proprio col Convegno che ha inizio la giornata del 4 settembre, a cui segue dapprima Prometeo: Architettura-Bologna ...

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Vito Pansini, con successo al “Béjart Ballet Lausanne” [ESCLUSIVA]

Vito Pansini è nato a Molfetta (Bari) nel 1989, inizia il suo percorso di studi professionali all’età di undici anni alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano. Durante i suoi otto anni di studi, prende parte a diverse parti da solista in balletti firmati da celebri coreografi internazionali come Bournonville, Lichine e Mats Ek, danzando anche al fianco dell’étoile Luciana Savignano. Si diploma con eccellenti voti nel giugno 2008 e viene subito scelto in una produzione intitolata “Cassandra” di Luciano Cannito come solista danzando nel ruolo di Ulisse con Eleonora Abbagnato per il Teatro Massimo di Palermo. Nello stesso periodo entra come Solista al Balletto Teatro di Torino con il coreografo Matteo Levaggi e vi rimane sei anni prima di unirsi al “Béjart Ballet Lausanne” nell’agosto 2014. Carissimo Vito, apriamo il libro dei ricordi e iniziamo con le prime emozioni “in danza”?   L’artefice per questa grande passione è stata mia sorella Carmela, grazie a lei è nata la voglia e il sogno di danzare. Da bambini giocavamo e ballavamo sul lettone dei nostri genitori con le canzoni di Michael Jackson. In seguito, a otti anni, ho iniziato con la danza moderna e sono stato nominato campione ...

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