(Intervista del 12 luglio 201o) Sei appena rientrato da una tournée al National Theater di Tokyo, Dance to the Future… Era la mia terza volta a Tokyo, le prime due volte ci ero andato come assistente di Dominic Walsh, per una sua coreografia, al New National Theatre di Tokyo. Il titolo della coreografia era Wolfgang for Webb, che era parte di una trilogia su musiche di Mozart. Dunque, anche se c’ero già stato, questa era la prima volta che ero lì come danzatore. Adoro Tokyo, la cosa più straordinaria è stato il team tecnico, hanno un modo di lavorare sorprendente, c’è una persona preposta ad ogni cosa, ognuno ha un suo compito preciso e tutto si incastra perfettamente nella costruzione dell’insieme come in una catena di montaggio, tutti adorano il proprio lavoro, sono fieri di farlo e di farlo bene. Lo staff tecnico era molto numeroso, circa venti persone, che assistevano a tutte le prove in sala, riguardavano i video, ci facevano domande sullo spettacolo e cercavano di avere quante più informazioni possibili già in fase di costruzione delle coreografie, quindi, quando andavamo in teatro, metà del lavoro era già fatto perché loro già avevano un’idea molto chiara delle luci, dei puntamenti ...
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