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Al via T*Danse – Danse et Technologie 2025: grande attesa per Carolyn Carlson

Tra i tanti nomi di prestigio dell’edizione 2025 di T*Danse – Danse et Technologie, quello forse di più alta caratura è quello di Carolyn Carlson, che presenterà il suo lavoro per la prima volta in Valle d’Aosta. La danzatrice, coreografa, pittrice e poetessa franco-americana, direttrice del settore danza della Biennale di Venezia dal 1999 al 2002, prima coreografa a vincere il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2006 e nominata Cavaliere della Legion d’Onore di Francia nel 2000, sarà al Festival della Nuova Danza di Aosta con la sua Company con cinque spettacoli. Due di questi, parte del polittico Islands, sono in programma per la sera di giovedì 9 ottobre, a partire dalle 21.30 nel Teatro dello Spazio Plus. Il primo è Wind Woman – Islands, in cui la coreografa indaga, chiedendo a Céline Maufroid di ascoltare i respiri che ci circondano e quelli che nascono nel nostro corpo, le emozioni effimere e invita ciascuno ad ascoltare, a percepire il respiro del mondo e il proprio. Sarà seguito da The Seventh Man – Islands, che incarna le rotture, le ricostruzioni e le promesse del presente che ogni essere umano sperimenta nel corso della vita, con la gestualità potente, fluida ...

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Sulle punte del tempo: la leggenda di Sofia Fuoco

Nel cuore pulsante dell’Ottocento, quando il palcoscenico era ancora illuminato da luci a gas e la danza viveva il suo periodo più etereo, una figura minuta ma ardente rubava la scena con la sola forza dei suoi piedi in punta. Il suo nome era Sofia Fuoco, e il suo talento lasciava una scia incandescente ovunque posasse lo sguardo… o il piede. Sofia Fuoco non era nata Fuoco. Il suo vero nome, Maria Brambilla, non aveva nulla di infuocato, se non forse il destino. Nata a Milano nel 1830, in un’Italia ancora spezzata, crebbe in una famiglia dove la danza era lingua madre. Fin da piccola, il suo corpo parlava con una grazia che andava oltre la tecnica: era espressione pura. Sotto la guida severa e geniale di Carlo Blasis, Sofia si forgiò come l’acciaio sotto il martello. Blasis non addestrava solo ballerine, ma plasmava icone. E Sofia fu una delle sue punte di diamante — forse la più brillante. A nove anni debuttava al Teatro alla Scala, e a tredici portava già il titolo di prima ballerina assoluta. Era l’epoca dei sogni in tutù, e Sofia sembrava incarnarne ogni piega. Quando danzava, il suo corpo sembrava librarsi tra il visibile ...

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Debutta il nuovo lavoro coreografico di Susanna Beltrami: Il Danno

L’8 e il 9 ottobre una attesissima prima nazionale della Compagnia Susanna Beltrami/DANCEHAUSpiù al Festival MilanOltre presso il Teatro Elfo Puccini di Milano. IL DANNO è ispirata all’omonimo romanzo e film e ha come protagonisti il primo ballerino scaligero Antonino Sutera ed Emanuela Montanari, ex solista scaligera. Susanna Beltrami, coreografa e fondatrice di DanceHaus, polo milanese per la formazione e la ricerca coreografica, torna con una nuova creazione che attraversa le pagine e l’immaginario di Damage, il romanzo di Josephine Hart reso celebre anche dall’adattamento cinematografico di Louis Malle. Il protagonista, un uomo di mezza età, è tormentato dai ricordi, dai sensi di colpa causati dalla travolgente e torbida relazione avuta con la nuora e la conseguente morte del figlio. Una relazione proibita che smaschera la vera natura dei protagonisti. Ma è anche una storia d’amore, intrisa di follia, morte, mistero, dove i due protagonisti sono, allo stesso tempo, vittime e carnefici del loro destino. In questa rilettura, il figlio del protagonista ritorna trasfigurato in diverse forme, rinnovando traumi e colpe che non possono essere cancellate. Susanna Beltrami si afferma nella danza italiana nel 1986, al rientro dalla Merce Cunningham Foundation di New York, segnando una svolta nella scena contemporanea ...

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La coreografa Anna-Marie Holmes “allo specchio”

Balletto classico preferito? Il lago dei cigni. Balletto contemporaneo preferito? The Green Table. Il teatro del cuore? Il Teatro Marinsky di San Pietroburgo. Un romanzo da trasformare in un balletto? A Gentlman in Moscow. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Jurassic Park. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Quello che ho preferito è stato Spring Waters. Quale colore associ alla danza? Verde. Che profumo ha la danza? La danza ha il profumo della gioia. La musica più bella scritta per il balletto? Quella per il balletto Raymonda Il film di danza imperdibile? White Nights. Due “miti” sulla danza del passato, maschile e femminile? Due miti del passato sono il salto di Nijinsky e la svolta di Karsavina! Il tuo “passo di danza” preferito? Il mio passo di danza preferito è il blinchiki. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Vorrei essere Giulietta, per quanto riguarda il repertorio del balletto classico. Chi era il genio per eccellenza dell’arte coreografica? Marius Petipa. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Le direi che è bellissima dentro e fuori! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? ...

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“Visioni del corpo” attraverso la danza d’autore

La fotografia al femminile è il focus del nuovo appuntamento di Visioni del corpo: conoscere l’arte contemporanea attraverso la danza d’autore. Grazie alla collaborazione curatoriale di Nicolas Ballario (uno dei 100 volti più influenti nel mondo dell’arte per Il Giornale dell’arte), continua a vivere l’enciclopedia danzante, che parla del mondo attraverso la danza, mettendo il corpo al centro dell’umano. L’8 ottobre alle ore 20:30 Nicolas Ballario presenterà le opere fotografiche di Tina Modotti, Diane Arbus, Cindy Sherman, Nan Godin, Lisetta Carmi, che saranno accompagnate dalle coreografie create per l’occasione da Sofia Nappi, una delle coreografe italiane più apprezzate nel panorama contemporaneo. Dalle ore 19.30 alle ore 20.30 degustazione di vini e prodotti locali, grazie alla collaborazione con Coldiretti Reggio Emilia. C’è sempre stato un pregiudizio – spesso giustificato dall’atteggiamento elitario degli addetti ai lavori – sull’arte contemporanea: che fosse lontana dalle persone. Negli ultimi anni qualcosa sta cambiando e quindi il pubblico del contemporaneo si sta allargando: il progetto Visioni del Corpo va in questo senso, vuole introdurre in modo semplice (ma mai semplicistico) al lessico di alcuni dei più grandi artisti contemporanei. Non verranno date spiegazioni, perché l’arte non può essere spiegata, ma verrà raccontato il contesto per suggerire ...

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Teatro Arcimboldi: annunciata la stagione 2025/2026

La stagione teatrale 2025/2026 del Teatro Arcimboldi di Milano si preannuncia come un’autentica celebrazione della danza, un viaggio emozionale e visivo che attraversa il tempo e lo spazio, portando sul palco una selezione di eventi che spaziano dai grandi classici alle produzioni contemporanee più innovative. Con il suo inconfondibile mix di tradizione ed avanguardia, il TAM non solo si conferma come uno dei punti di riferimento culturali di Milano, ma si afferma anche come un dinamico laboratorio creativo, capace di ospitare le sfide artistiche più audaci e di promuovere la crescita di nuove forme di espressione coreutica. Il Teatro Arcimboldi continua a rappresentare un palcoscenico privilegiato per la danza, dove artisti di fama internazionale e giovani talenti si incontrano in un dialogo continuo, dando vita a performance che spingono i confini della tecnica e dell’emozione. L’offerta della stagione 2025/2026 rispecchia questa vocazione, proponendo un’ampia varietà di stili e linguaggi, che vanno dal balletto classico, alla danza contemporanea, fino alle performance che sfidano le convenzioni. Quest’anno il TAM si distingue per l’attenzione riservata alla contaminazione e alla sperimentazione, ospitando numerosi progetti che mescolano danza, musica, arti visive e nuove tecnologie. Ogni spettacolo non sarà solo un’esibizione, ma una vera e propria ...

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Il coreografo Giorgio Madia “allo specchio”

  Il balletto classico preferito? Don Chisciotte, sono “nato” con la versione di Nureyev da bambino come comparsa, casualmente prima alla Scala poi con l’Opéra di Parigi. Vederlo dalla scena con tutte le star del secolo passato alternarsi ogni sera era un emozione enorme. Fracci (spiritosissima) Guillem (alle sue prime armi come regina delle driadi), Noëlla Pontois, Isabelle Guérin, Rudolf Nureyev, Patrick Dupond e ogni sera un interprete nuovo da studiare da dietro le quinte. Il balletto contemporaneo prediletto? La Petite Mort di Jiří Kylián. Un classico, perfezione di semplicità, ingegno, musicalità e purezza. Semplicemente insorpassato. Persino nella scelta sexy e provocante del titolo che rimane comunque elegante Il Teatro del cuore? Il Teatro alla Scala, sono cresciuto li, solo un anno in compagnia ma otto anni alla Scuola di Ballo che una volta era due piani sopra il palcoscenico. Malgrado quarant’anni di carriera li abbia fatti altrove il primo amore non si scorda mai. Di quel teatro prima del rifacimento conoscevo ogni angolo proibito. Da piccolo ero una peste irrefrenabile, mi sgattaiolavo ovunque, cunicoli, porte e corridoietti segreti sotterranei, atelier fino a sbucare nel palco reale nel mezzo di una prova. Nessuno mi fermava, chissà perché! Un romanzo da ...

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Addio a Patrice Bart: il custode della grande danza francese

Una figura centrale della danza francese del Novecento e del nuovo millennio ci ha lasciati. Patrice Bart, étoile dell’Opéra di Parigi e storico custode del repertorio classico, è morto all’età di 80 anni a Falaise, in Normandia. Nato nel 1945, Bart aveva il portamento di chi sa che la danza è prima di tutto disciplina, e solo poi esibizione. Non cercava il protagonismo mediatico; preferiva le luci del palcoscenico a quelle delle interviste, e sul palco raccontava storie con il corpo molto più che con le parole. La sua carriera, iniziata da giovanissimo all’interno della Scuola dell’Opéra, si è sviluppata lungo i decenni con una coerenza rara. Dopo essere diventato étoile nel 1972, si affermò come interprete raffinato dei grandi classici: da Petipa a Lifar, da Nureyev a Roland Petit. Il suo stile univa la purezza della linea accademica ad un’intensità espressiva che commuoveva senza cercare l’effetto facile. Ma è forse dietro le quinte che Bart ha lasciato il segno più profondo. Per oltre vent’anni, ha ricoperto il ruolo di maître de ballet presso l’Opéra di Parigi, contribuendo a formare intere generazioni di danzatori e a mantenere vivo il repertorio classico con un rigore filologico. Non era un restauratore del ...

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Dante riscritto dal corpo per NoGravity [RECENSIONE]

Se Dante potesse assistere a La Divina Commedia Reloaded, probabilmente ne sarebbe sorpreso — non tanto per riconoscersi, quanto per scoprire che, sette secoli dopo, la sua opera può ancora volare. Letteralmente! Lo spettacolo ideato da Emiliano Pellisari per NoGravity Theatre è un’esperienza che trasforma la parola in carne, la danza in disegno, il palcoscenico in sogno. Non c’è narrazione lineare, ma un’esplosione di immagini viventi che si muovono oltre ogni legge fisica: i corpi sfidano la gravità, fluttuano come anime, si intrecciano in geometrie viventi che evocano tormento e salvezza. Ogni scena delle dieci proposte è una tavola mistica: i dannati si contorcono in architetture umane fatte di dolore e bellezza, i corpi si aprono ad un respiro sospeso per poi dissolversi in luce. Non c’è bisogno di parole: bastano le forme, le ombre, il battito visivo di ogni figura umana trasformata in segno. La danza non è decorazione ma scrittura. Scrittura scenica, visiva, emotiva. Una lingua nuova che riesce a parlare del viaggio dell’anima senza didascalie, senza recitazione, senza orpelli. Non si tratta di adattare il poema: qui Dante viene ricreato. La sua discesa e la sua ascesa diventano metafore fisiche. Gli effetti — levitazione, luci taglienti, specchi, ...

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Paesaggi del Corpo 2025: torna la danza contemporanea

Trascorsi gli eventi di settembre, Paesaggi del Corpo – Festival Internazionale Danza Contemporanea rinnova la sua presenza nei Castelli Romani anche in ottobre, con un calendario pensato per adulti e famiglie che intreccia ricerca artistica, innovazione tecnologica e richiami alla memoria culturale. Un mese in cui il corpo diventa medium di trasformazioni simboliche e spazio di incontro con l’altro: dal bosco del futuro immaginato da AiEP Ariella Vidach alle visioni sull’amore della DaCru Dance Company – Naturalis Labor, fino al rito iniziatico di Megakles Ballet Petranuradanza; dal dialogo tra danza e nuove tecnologie di Larumbe Danza alle riletture mitiche di Borderline Danza; dalle riflessioni sulla società della stanchezza di Compagnia Atacama all’esperienza partecipativa della sala da ballo reinventata da Chiara Frigo prodotta da Zebra Cultural Zoo. Il primo appuntamento è sabato 11 ottobre al Teatro Artemisio Gian Maria Volontè di Velletri: alle ore 17:00 AiEP Ariella Vidach presenta Nel bosco del futuro, un racconto musicale multimediale che trasporta lo spettatore in una fiaba contemporanea, microclima della diversità dove uomini, piante e animali convivono in un linguaggio nuovo e condiviso. Ideata da Claudio Prati e Ariella Vidach, con coreografia della stessa Vidach e le interpretazioni di Rafael Candela e Sofia Casprini, ...

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