La nascita delle “punte” della danza accademica Le “punte” sono generalmente considerate una delle espressioni più significative del balletto romantico per quella immagine in bilico tra realtà e sogno che riuscirono ad attribuire alle figure femminili. Tuttavia, se le punte trovano l’espressione più intensa e suggestiva nel balletto romantico di soggetto fantastico, la loro origine va rintracciata nel periodo delle grandi riforme della fine del Settecento, quando il costume e la calzatura del balletto si adeguano alla moda “alla greca” in voga durante la Rivoluzione francese, e quando tecnica, stile e coreografia del balletto francese subiscono radicali mutamenti estetici e profonde contaminazioni da vari ambiti, tra i quali le tecniche acrobatiche dei danzatori “grotteschi” italiani. Iniziamo dalla riforma del costume e della calzatura. Negli anni Ottanta del Settecento la moda francese manifesta in modo sempre più evidente la sua attenzione verso il “gusto greco” che si stava diffondendo in tutte le arti sotto l’influenza degli scavi di Ercolano e Pompei e dietro la spinta del pensiero neoclassico. La stessa regina di Francia, Maria Antonietta, aveva adottato per il suo abbigliamento privato la cosiddetta chemise à la reine, un abito fatto di mussola bianca fermata alla vita da un grande nastro ...
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Fabrizio Monteverde si racconta in esclusiva al giornaledelladanza.com
Il prossimo 10 febbraio, al Teatro San Carlo di Napoli, andrà in scena “Otello” di Fabrizio Monteverde. Il coreografo si racconta in esclusiva al giornaledelladanza.com Il tuo stile e la tua estetica come coreografo… È sempre difficile definire se stessi e il proprio lavoro, io penso di essere un po’ camaleontico, nel senso che mi faccio condizionare molto dal tema che sto affrontando e dalla musica, però a me piace molto la definizione “neoclassico”, più che coreografo contemporaneo, perché io sono un “corrotto”, in un certo senso, da contemporaneo mi sono fatto corrompere dalle belle linee e dai bravi danzatori. Tu hai esordito come attore, quindi la tua conoscenza artistica abbraccia più ambiti, cos’è il teatro per te, in senso totale? Il teatro è vita, io non riesco a separarlo dalla vita. Per me il teatro è una lente di ingrandimento della vita. La genesi dei tuoi processi creativi… Io non mi sono mai ispirato a una musica, strano forse per un coreografo, io parto sempre da una storia, da un’idea e non solo, penso anche che non tutte le storie possano essere trasformate in danza, a parte grandi capolavori, ovviamente. La letteratura e il cinema sono per me ...
Read More »Renato Zanella: “L’importante è creare continuamente, non bisogna mai fermarsi!”
Danzatore, coreografo, regista: Renato Zanella è tutto questo. In una persona sola. In grado di danzare, creare e dirigere un’opera ma soprattutto senza fermarsi mai. Il Giornale della Danza ha avuto la possibilità di incontrarlo in occasione del debutto della sua ultima creazione, XX secolo, in scena al Filarmonico di Verona, e di parlare delle prossime fatiche teatrali, rigorosamente “veronesi”. Perché ha scelto di dedicare uno spettacolo al XX Secolo? Il XX secolo è stato il periodo più autentico della danza: un secolo che ha visto nascere balletti russi e grandi capolavori che, ancora oggi, abbiamo la possibilità di danzare e soprattutto tramandare alle prossime generazioni. Mi sembrava a dir poco doveroso dedicare una pièce a questi anni così importanti e a tre personalità grandissime della musica del secolo scorso. Ho raccolto, quindi, tre lavori di altrettante decadi della mia carriera partendo dagli inizi di Stoccarda, base della mia crescita artistica, per poi passare a Vienna e a seguire il periodo come freelance al San Francisco Ballet, dove mi sono veramente messo alla prova. Un insieme di tante esperienze e creazioni, impegni e ricordi, un lavoro creato per l’organico di Verona, danzatori speciali e molto preparati. Danzatore e poi coreografo ...
Read More »Giuseppe Picone allo specchio
Giuseppe Picone è nato a Napoli, nel 1976, all’età di nove anni entra a far parte della Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli. Prosegue gli studi presso l’Accademia Nazionale di danza di Roma, vincendo i Concorsi di Rieti e Positano. A sedici anni è invitato come solista da Pierre Lacotte al Ballet National de Nancy debuttando nel ruolo di Petruska di M. Fokine, cui seguono La Sonnambula di Balanchine, Paquita di Petipa e L’Ombre dello stesso Lacotte. Nel 1993 entra a far parte dell’English National Ballet di Londra, con cui rimane fino al 1997; subito dopo raggiunge l’American Ballet Theatre di New York, debuttando in Cenerentola di Ben Stevenson, guadagnandosi il plauso di Anne Kisselgoff, decana dei critici di danza statunitensi. Ha interpretato i ruoli principali nei balletti più importanti del repertorio classico: Giselle, Il Lago dei Cigni, Cenerentola, Romeo e Giulietta, Lo Schiaccianoci, La Bayadère, Onegin, Gaîté Parisienne, La Bella Addormentata, Raymonda, Don Chisciotte e Il Corsaro. Nel 2005 è stato il primo italiano a partecipare al concerto di Capodanno dell’Opera di Vienna, in diretta televisiva mondiale, dove ha danzato sulle musiche del Danubio Blu di Strauss, una crezione di Renato Zanella. Nel secondo appuntamento di ...
Read More »Margarita Trayanova: “A tutti i giovani direi di non scoraggiarsi”
Margarita Trayanova è stata prima ballerina ed étoile del Teatro dell’Opera di Sofia. Nella sua lunga carriera si è esibita nei teatri di tutto il mondo. Trasferitasi in Italia nel 1982, ha lavorato come maître de ballet presso l’Accademia Nazionale di Danza, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro San Carlo di Napoli, l’Arena di Verona, il Comunale di Firenze, il Teatro alla Scala di Milano. Con lei hanno studiato i più grandi nomi del balletto quali Carla Fracci, Elisabetta Terabust, Raffaele Paganini, Julio Bocca e molti altri. In questa intervista si racconta al giornaledelladanza.com Ha iniziato i Suoi studi all’Accademia di Danza di Sofia, perfezionandosi poi a San Pietroburgo e a Bruxelles con Maurice Béjart, i Suoi ricordi di quegli anni? Ho avuto la fortuna di studiare con grandi maestri come Dudinskaya, Sergeyev e Pushkin, che fu maestro anche del grande Nureyev. Successivamente mi sono perfezionata da Béjart per la danza più moderna. Gli anni di studio sono stati bellissimi e ne conservo ricordi molto intensi. A San Pietroburgo studiavo accanto a Makarova e a tanti altri grandi ballerini e ho avuto la fortuna di ballare per la prima volta Il Lago dei Cigni sul palcoscenico del Kirov. Quella ...
Read More »Vivere di danza contemporanea?
Dove si studia la danza contemporanea in Italia e in Europa? Ci sono compagnie professionali? Molti giovani talenti hanno voglia di studiare la danza contemporanea ad altissimo livello, e in Italia ci sono varie scuole di danza private che offrono lo studio della danza contemporanea a buoni livelli, oltre all’unica Accademia dello stato. Di sicuro manca una struttura che si occupa solo e unicamente della danza contemporanea o ancora della cultura della danza contemporanea così come avveniva negli anni settanta e ottanta a Roma presso il Centro Professionale di Danza Contemporanea. La danza contemporanea non è fare solo dei movimenti liberi o con modalità diverse dalla danza classica. La danza contemporanea è un modo per affrontare la ricerca del corpo senza concetti prestabiliti, e oggi più che mai attraverso l’interazione tra le varie arti dello spettacolo dal vivo e non. Negli ultimi anni la danza contemporanea ha avuto una visibilità notevole. Moltissime compagnie di danza estere sono transitate in Italia nei festival più importanti a livello nazionale e internazionale, facendo conoscere sempre di più questa forma di danza estremamente valorizzata all’estero. In Italia le compagnie di danza contemporanea vivono sul filo del rasoio, in quanto, solo alcune di quelle più ...
Read More »GD Web TV: Taylor Stanley del NYC Ballet descrive “SQUARE DANCE”
Il danzatore Taylor Stanley del NYC Ballet parla di Square Dance, di George Balanchine. www.giornaledelladanza.com
Read More »Bruno Carioti ufficialmente alla guida dell’Accademia Nazionale di Danza
E’ ormai ufficiale, Bruno Carioti è il Direttore dell’Accademia Nazionale di Danza. Eletto lo scorso 22 ottobre, Carioti non ha mai preso servizio come dirigente dell’istituto a causa di un ricorso, contro la sua elezione, presentato al TAR del Lazio dal maestro Joseph Fontano docente presso l’AND. Il ricorso è scaturito da una presunta incompatibilità di Bruno Carioti con il ruolo di direttore dell’Accademia per la mancanza dei requisiti previsti dall’art. 6 comma 2 del D.Lgs 1236 del 1948 che recita: “La direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza, oltre i requisiti previsti dal suddetto regolamento, deve essere compositrice di danza di riconosciuto valore”. La Sezione Terza del TAR del Lazio, nel novembre scorso, ha accolto la domanda cautelare di sospensione degli atti impugnati: “Considerato che, ad un primo sommario esame proprio della presente fase, il ricorso presenta, prima facie, elementi che fanno propendere per un suo accoglimento”. L’udienza per la trattazione del merito che si è svolta lo scorso 8 aprile 2015 ha però prodotto una nuova ed inaspettata decisione: “Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge”. Nei giorni scorsi il Ministro Giannini, compatibilmente con il termine dell’incarico al ...
Read More »Anbeta Toromani: “I ballerini sono dei prescelti”
Si conclude il 17 febbraio 2015 il ciclo di repliche di “Otello” di Fabrizio Monteverde al Teatro San Carlo di Napoli. Anbeta Toromani, in questo lavoro di straordinario impatto visivo ed emotivo, ha interpretato il ruolo di Desdemona, dando prova di tutto il suo talento di artista dotata di eccellente tecnica e di grande forza interpretativa. In un’intervista esclusiva si racconta al giornaledelladanza.com Per Fabrizio Monteverde sei una Desdemona perfetta, eterea, morbida, sensuale, ti rispecchi in questo ruolo? Io cerco di calarmi in ogni ruolo che interpreto, non devo necessariamente trovarvi una somiglianza caratteriale. Morbida, sensuale, come ha detto Fabrizio, quello sì, fa parte un po’ del mio essere, ovviamente quando ballo, meno nella vita reale. Cosa ti ha colpito di più in questa produzione dal punto di vista della chiave di lettura emotiva? Non c’è una cosa che mi abbia colpita più di un’altra, è il tutto che funziona bene, i passi a due, come sono costruiti, la musica, com’è strutturata tutta l’opera anche a livello di scenografia, di luci, non saprei scegliere soltanto una cosa. Le difficoltà che hai incontrato nella costruzione coreografica del personaggio su di te, se ve ne sono state? Le difficoltà sono ...
Read More »“L’enigma, l’estro, la grazia”: l’ultimo sapiente studio sulla danza della grande Vittoria Ottolenghi
Dopo Mi è caduta la danza nel piatto e La danza, due opere entrambe pubblicate nel 2008, l’ultimo importante studio sulla danza che ci ha lasciato la “Signora” della critica è L’enigma, l’estro, la grazia, edito postumo nel 2014 dalla Mimesis Edizioni, a cura di Francesca Adamo che, nella Prefazione a questo piccolo volume, spiega molto bene quale sia stato l’obiettivo perseguito dall’autrice nel concepire questa sua ultima storica e partecipata riflessione sulla presenza, o meglio, sulla fusione delle categorie del “dionisiaco” e dell’ “apollineo” nel mondo della danza e del balletto: «La consapevolezza dell’impossibilità di ridurre la danza, etichettarla o anche solo studiarla attraverso una di queste due categorie, l’apollineo e il dionisiaco, sta alla base della riflessione che Vittoria Ottolenghi svolge all’interno di questo saggio. La vera sfida proposta non è quella di categorizzare il balletto, assegnare a una o all’altra rappresentazione un’etichetta, quanto partire dalle immagini di “un’umanità non esplicitamente danzante” per arrivare quasi a delineare il noema della danza: un prodotto artistico “per accumulazione”» Il risultato di queste premesse emerge in tutta la sua evidenza: il saggio si presenta infatti come un excursus storico che attraversa millenni di storia iconografica e coreografica al fine di dimostrare ...
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