Miguel Ángel Berna, “il Paganini delle nacchere”, artista poliedrico e di straordinario talento, in Italia con il tour del suo nuovo spettacolo “Mediterraneo”, in un’esclusiva intervista, si racconta al giornaledelladanza.com. “Mediterraneo” è la Sua nuova produzione, qual è l’idea alla base di questo spettacolo? L’idea alla base di Mediterraneo per me è una ricerca, una ricerca anche di me stesso per capire dove potesse arrivare questa jota, che ho ballato sempre, che è un ballo tradizionale della Spagna, che però spesso neanche si sa da dove arriva e come era. In questo la storia ha un ruolo molto importante. Attraverso la storia, abbiamo guardato al mare e abbiamo guardato al Mediterraneo che tanti secoli fa ha fatto parte anche della nostra storia e di tutto ciò che appartiene alla Corona di Aragona. Dal XIII al XVII secolo vi è stato un grande interscambio culturale con il Mediterraneo e soprattutto con l’Italia e, in realtà, quando abbiamo iniziato questa ricerca non pensavamo di poter arrivare a ciò a cui siamo arrivati, ci siamo ritrovati con un materiale veramente molto interessante. C’è ad esempio una grande connessione la jota spagnola e la tarantella, alla pizzica, il saltarello. L’essere umano ha perso ...
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“Rudolf Nureyev. Genio e sensualità” è il nuovo libro di Alberto Testa
Rudolf Nureyev. Genio e sensualità presentato, tra festeggiamenti e molteplici apprezzamenti, lo scorso 14 febbraio presso il Teatro dell’Opera di Roma, è il nuovo libro del maestro Alberto Testa, imminente personalità del mondo della danza italiana, l’indimenticabile fondatore e direttore artistico del Premio Positano, nonché illustre storico e critico di danza e balletto; autore di articoli e saggi di argomento coreutico (tra cui, Parole di danza, Storia della danza e del balletto e 100 grandi balletti), attraverso i quali si sono formate generazioni di studenti, esperti ed amanti della materia. In questo volume, edito dalla casa editrice Gremese, Alberto Testa compone un vivifico ritratto di Rudolf Nureyev, il più acclamato danzatore del XX secolo. Un “vivifico ritratto” è la definizione che compare immediatamente nella bandella del libro ed è sicuramente quella più azzeccata ad inquadrare un racconto di largo respiro che non è mai un semplice resoconto,per quanto scrupolosamente documentato: perché accanto ai “fatti”, Testa ci offre qualcosa di ancora più prezioso: vale a dire, il ricordo personale di chi allora – in veste di critico e strenuo appassionato di danza – si trovò a seguire e a commentare quei fatti, quella carriera, assistendo alle esibizioni mitiche del “tartaro volante” così ...
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