All’inizio la sua passione fu la danza, passione che poi durante la sua carriera è rimasta sempre nel suo cuore. Per seguire la sua vocazione di ballerina, a otto anni lascia Bellaria Igea Marina, cittadina romagnola dove i suoi gestiscono un bar, e arriva a Roma a seguire le lezioni dell’Accademia Nazionale di Danza diretta da Jia Ruskaja.
Una cosa è certa, Raffaella Carrà fa parte della vostra vita, con le sue canzoni, i suoi balletti, la sua risata, il suo caschetto alla “Carrà” e i suoi show televisivi è passata attraverso la tv entrando di diritto nella casa di tutti gli italiani!
Raffaella Carrà una bambina destinata al successo
Raffaella Carrà, nome d’arte di Raffaella Maria Roberta Pelloni è nata a Bologna il 18 giugno del 1943, suo padre era romagnolo, gestiva un bar di Bellaria, una cittadina della riviera adriatica all’epoca in provincia di Forlì, oggi in provincia di Rimini, sua madre, Iris Dellutri era, invece, siciliana. I suoi genitori si separarono poco dopo le nozze e Raffaella ha trascorso gran parte della sua infanzia nel bar del padre e con l’amata nonna.
A soli otto anni lasciò la riviera romagnola, per proseguire gli studi direttamente a Roma, prima presso l’Accademia Nazionale di Danza, fondata dalla ballerina russa Jia Ruskaja, poi al Centro Sperimentale di Cinematografia. “Da bambina il mio grande sogno era diventare una coreografa di balletti classici. Volevo dirigere altri da dietro le quinte e invece mi sono trovata davanti alle telecamere, e con sorpresa sono arrivati il successo, i viaggi, i concerti, i bagni di folla, i fiori, i riconoscimenti”.
In seguito partecipa a diverse pellicole tra cui ricordiamo “I Compagni” (di Mario Monicelli, al fianco di Marcello Mastroianni). Nel 1965 lavora sul set insieme a Frank Sinatra: il film è “Il colonnello Von Ryan”.
La popolarità, la tv in bianco e nero del piccolo schermo, gli anni in cui il Tuca Tuca diventa un caso
Il successo televisivo arriva nel 1970 con lo spettacolo “Io Agata e tu” (con Nino Taranto e Nino Ferreri): di fatto Raffaella balla per tre minuti alla sua maniera, lanciando quello stile di showgirl brillante che oggi conosciamo d’abitudine. Sempre nello stesso anno affianca Corrado Mantoni in “Canzonissima”: l’ombelico scoperto, sfoggiato durante la sigla mentre canta “Ma che musica maestro!”, dà scandalo in tutto il paese.
L’anno seguente è ancora a “Canzonissima” e lancia il noto “Tuca tuca”, oltre alla canzone “Chissà se va”. Forte come donna di spettacolo al fianco di Mina, tra gli anni ’70 e ’80 la Carrà si dedica soprattutto alla musica e le sue doti canore iniziano ad essere apprezzate non più nella sola Italia ma nel mondo con l’arrivo poi di un altro tormentone destinato a guadagnarsi in breve tempo l’immortalità: ”A far l’amore comincia tu”.
Gli anni d’oro, la popolarità da “Pronto Raffaella” a “Sanremo”, regina di ascolti, batte ogni record in Tv
La carriera è lanciata e prosegue in tv: “Ma che sera” (1978), “Fantastico 3” (1982, con Corrado Mantoni e Gigi Sabani) fino a “Pronto, Raffaella?” (1984 e 1985), programma diurno in cui lavora per la prima volta con Gianni Boncompagni, suo ex compagno. Il successo del programma che porta il suo nome, le porta nel 1984 il titolo di “Personaggio televisivo europeo femminile”, assegnato dall’European TV Magazines Association. Nella stagione 1985/1986 è conduttrice di “Buonasera Raffaella” e in quella successiva di “Domenica In”. Nel mondo delle reti televisive è gara per averla sui propri canali così come per le pubblicità: tutti vogliono Raffaella Carrà e non erano ancora gli anni ’90 quando proprio Silvio Berlusconi, pur di averla con sé in Fininvest, le offrì un contratto miliardario.
“Un artista generalmente non può essere cattivo. Casomai caparbio, testardo, deve credere in se stesso, ma con autoironia. Può provare invidia per chi ce la fa, ma in cuor suo sa che chi ha successo a lungo se lo merita”. Lascia la Rai nel 1987 per passare a Mediaset: realizza “Raffaella Carrà Show” e “Il principe azzurro”, che però non ottengono grossi ascolti. Torna allora in Rai nel 1989 fino al 1991, quando conduce “Fantastico 12” insieme a Johnny Dorelli.
Italia e Spagna in un solo cuore, Carràmba segna un nuovo modo di fare intrattenimento: la Tv dei sentimenti
Torna in Italia nel 1995, dopo grandi successi nella tv spagnola, con “Carràmba che sorpresa”: il programma fa registrare un record di ascolti clamoroso, tanto che condurrà altre quattro edizioni in Rai, nella fascia più importante del sabato sera. Grazie a questa rinnovata popolarità presenta nel 2001 il Festival di Sanremo.
Due grandi amori Gianni Boncompagni e Sergio Japino
Raffaella Carrà anche nella vita privata è stata sempre se stessa, seguendo il proprio cuore in ogni relazione. Per un lungo periodo è stata legata all’autore televisivo e regista Gianni Boncompagni, il suo grande amore, ma anche il suo geniale pigmalione artistico. Poi dopo la storia con Boncompagni si innamora del suo ballerino, il coreografo e regista Sergio Japino.
“A quarant’anni, quando sul lavoro ormai mi ero presa le mie soddisfazioni, ho desiderato avere un figlio. Ci ho pensato, ma non è arrivato. La natura dice di sì quando vuole lei”. La rivincita nel mondo del cinema arriva nel 2013, quando la sua A far l’amore comincia tu! viene scelta da Sorrentino per La Grande Bellezza, film vincitore di un Oscar.
Oggi Raffaella Carrà è più amata di sempre, rappresenta l’Italia, il nostro paese degli anni d’oro. Una donna istrionica, talentuosa, eccentrica, ricca di verve, all’avanguardia: rimane l’icona di sempre. Personaggio ironico e inossidabile, dagli anni Settanta a oggi, è uno dei volti più riconoscibili della televisione italiana. Lei, con il caschetto biondo platino, diventato presto un simbolo, la sua risata inconfondibile, con le sue spalline, vestita di look strabilianti e moderni, ha ispirato, artisti, mode, stilisti ed epoche, e ancora oggi possiede un’immagine nitida e capace di destare stupore e curiosità. “E alla domanda come descrive la sua vita con una frase, un colore, una parola? Lei risponde: La mia frase preferita recita: “Puoi togliere tutti i fiori, ma non puoi togliere la primavera”.
Sara Zuccari
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