Nell’ambito di DANCE UMBRELLA, Festival di Danza Moderna e Contemporanea, istituito da Val Bourne e Jeremy Alliger, che si svolge a Londra ogni ottobre, la danzatrice, coreografa e acrobata Diana Niepce presenterà The Other Side of Dance, assolo in cui la coreografa approfondisce il passato della danza e i principi gerarchici che guidano il movimento, mettendo rigorosamente alla prova il proprio corpo, utilizzando una messa in scena minima e occasionalmente un sarcasmo tagliente per presentare il corpo non normativo come rivoluzionario piuttosto che vittimizzato.
Lo spettacolo andrà in scena al Southbank Centre’s Queen Elizabeth Hall il 16 e il 17 ottobre 2024. Nei suoi lavori precedenti, l’artista ha esplorato il suo viaggio di auto-guarigione in seguito a una lesione del midollo spinale causata da un incidente al trapezio. Da allora, ha cercato modi innovativi per esprimere sé stessa, con l’obiettivo di integrare il corpo disabile nella danza tradizionale. Questo sforzo sfida il pubblico a riconsiderare l’estetica convenzionale del corpo.
L’artista racconta: Quando ero piccola, avevo una gamba più corta dell’altra. Si usavano dei morsetti di ferro che posizionavano le mie gambe in rotazione esterna (en dehors). Mia madre ricorda che piangevo molto. Quando mi liberava le gambe ero felice e mi sentivo una contorsionista. Dopo due anni, mi sono liberata dai morsetti. Ho preso lezioni di danza classica per rafforzare i muscoli delle gambe. Mi piaceva molto la danza classica. D’inverno andavo a scuola con le scarpette da ballo e d’estate indossavo un tutù azzurro e ballavo nel giardino di mia nonna. Volevo diventare una ballerina, ma tutti mi dicevano di no.
E continua: Era impossibile per me stare nelle scarpe da punta, avevo un corpo storto che non mi capiva. Ma io ci credevo. Ero la prima ad arrivare in studio e l’ultima ad andarsene. Dopo due anni ero già in grado di indossare le scarpette da punta. La danza era la mia vita. Un giorno mi sono innamorata del trapezio. Il trapezio mi ha fatto volare ed è stato anche il trapezio che, un giorno, mi ha fatto cadere: capriola, gancio, caduta con la corda. Sono caduta con il collo sul materasso. È stato come se un pulsante avesse spento il mio corpo. Ho galleggiato. Ero nel panico. Non sentivo più il mio corpo.
Sono uscita da me stessa. Mi sono svegliata tetraplegica in ospedale, intubata e legata ‒ continua il suo difficile ricordo di quei terribili momenti ‒ Il mio corpo onnisciente non era più il mio corpo. A trent’anni non ero più la ballerina, ma solo un corpo che non capivo e che non mi capiva. Non potevo bere acqua senza che qualcuno mi tenesse il bicchiere. Non potevo stare in piedi. Non potevo muovere le gambe. Le mie mani non erano le mie mani. In fisioterapia ho lottato contro quel corpo, ho lottato per ottenere un altro millimetro di movimento. Ma nella mia ossessione per il corpo, ho trovato un nuovo corpo, un corpo strano, bizzarro, particolare, che non avevo altra soluzione che scoprire. E in questo rapporto di amore-odio con il mio corpo è iniziato il gioco. Mi sono innamorata del mio corpo quando ha smesso di capirmi.
Riconosciuta come una figura avvincente nella danza portoghese, Niepce descrive il suo pezzo come “un’indagine sull’invisibile nella storia della danza”. Traendo ispirazione da artisti come Bill Shannon, Claire Cunningham e David Toole, ridefinisce le leggi del movimento. È affiancata sul palco da tre “assistenti performer” che la supportano in questa intensa esplorazione di una storia della danza alternativa. Alla performance seguirà un lungo dibattito con il coreografo, che approfondirà le tematiche dell’opera.
ORARI & INFO
16 e 17 ottobre 2024, ore 19:30
Southbank Centre’s Queen Elizabeth Hall
www.southbankcentre.co.uk/venues/queen-elizabeth-hall
Lorena Coppola
www.giornaledelladanza.com
Photo Credits: Eduardo Breda