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“Danza chi, come e perché?” – La posta di Anna Maria Prina

La posta di Anna Maria Prina

Cara Sig.ra Prina io la seguo da molti anni e provo per Lei una grande ammirazione. Lei è stata a lungo direttore di una scuola di ballo molto prestigiosa, quella della Scala di Milano, quali sono stati i criteri nel dirigerla che poi l’hanno portata al successo? 

(Maria da PORDENONE)

Cara Maria,

La ringrazio per le gentili parole d’ammirazione. Per il direttore della Scuola di ballo della Scala si può parlare di risultati più che di successo! Ciò che mi ha animato nella mia bellissima e complessa esperienza sono stati soprattutto la passione e l’amore per la danza, la volontà di trasmettere agli altri ciò che avevo avuto l’opportunità di apprendere, e riprendere e sviluppare gli insegnamenti dei miei predecessori. La mia direzione è stata caratterizzata da una spiccata attenzione alla formazione maschile, derivata anche dalla necessità di fornire al mio Teatro danzatori di provenienza “interna” (negli anni ’60 e ’70 molti danzatori provenivano da Roma e Napoli). Altri criteri che mi hanno guidata sono: il grande rigore, l’onestà e la comprensione delle problematiche altrui; la scelta di collaboratori validi; una costante attenzione e apertura verso persone più intelligenti e competenti di me; il riconoscimento del valore umano altrui, sia esso allievo sia collaboratore.

Gentilissima Sig.ra Prina siamo rientrati tutti da poco dalle vacanze cosa ha visto di bello di danza quest’estate?

(Paolo da TROPEA)

Caro Paolo,

la mia estate è stata movimentata per svago e lavoro. Non ho visto gli spettacoli più noti e fastosi con nomi altisonanti (come Bolle & friends), ma mi piace ricordare due spettacoli visti rispettivamente a Mosca e a Grozni (Cecenia). Il primo è il sempreverde Evgeni Oniegin al Teatro Bolshoi con Evgenia Obrastova  e David Hallberg, danzatore di cui si parla molto oggi e che presto verrà anche alla Scala di Milano. Il balletto di John Cranko era danzato molto bene dal Corpo di ballo e forse un po’ debole proprio nell’interpretazione dei primi ballerini. Ma per me è stato un grande piacere ritornare al Teatro Bolshoi per la prima volta dopo la ristrutturazione; in questo Teatro ho vissuto intensamente da ragazza, poi da adulta vi sono ritornata anche come coreografa per opere italiane. Il secondo spettacolo è stato nella tormentata terra di Cecenia, a Grozni. La Compagnia popolare Voinax, di cui è direttore il Ministro della Cultura ceceno ex danzatore e coreografo, ha mostrato alcuni fra i suoi brani di repertorio danzati anche da componenti senior del Gruppo. Gli uomini erano molto atletici, con movenze simili ai georgiani (ballano sulle punte dei piedi, saltano e girano vorticosamente), mentre le donne, a cui è proibito scoprirsi essendo musulmane, si muovevano in palcoscenico con fluidità (come le danzatrici del famoso complesso Beriozka) ed estrema eleganza di port de bras avvolte nei loro bei costumi lunghi, dalle maniche a cascata. Due spettacoli di Danza in due forme concettualmente molto distanti fra loro ma unite dalla disciplina, dall’eleganza e dal movimento armonico.

Stiamo passando un momento politico molto brutto per il nostro paese, quanto crede influisca nel mondo della danza? (Valentina da FIRENZE)

Cara Valentina,

la sua domanda è  difficile e quasi imbarazzante. La risposta è forzatamente scontata. La politica in Italia influenza sempre gli atti delle persone (salvo poche eccezioni) e delle Istituzioni. Raramente positivamente, spesso negativamente  soprattutto a causa dell’ignorata meritocrazia. Inoltre, i politici italiani dimenticano spesso che l’Italia è il Paese della Cultura e dell’Arte per eccellenza e, purtroppo, non supportano e promuovono sufficientemente Teatro, Spettacoli, Formazione e la stessa Cultura. Il risultato è una diffusione limitata e di qualità mediocre, che spesso non rende giustizia al livello culturale artistico-storico italiano riconosciuto in tutto il mondo. E questo fa’ si che il piccolo mondo della Danza  si ritorca sterilmente su se stesso.

 

La posta di Anna Maria Prina

Scrivete a: redazione@giornaledelladanza.com

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