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Danza e motivazione: come si sviluppa la consapevolezza nel danzatore

La danza è un’arte antica che si esprime attraverso una pluralità di gesti codificati e prende forma nel momento stesso in cui nasce e viene messa in scena. Il linguaggio della danza è fatto di simboli che il corpo coglie ed esprime attraverso un continuo processo di apprendimento.

I danzatori dunque eseguono movimenti consapevoli, generati da una cognizione corporea e mentale.  La ricerca di miglioramento apre le porte a una maggiore consapevolezza di sé, dei propri limiti e delle proprie potenzialità.

Ciò accade perché la danza non è una forma d’arte passiva, il danzatore immagina e proietta il suo movimento nello spazio prima di agire, ossia anticipa mentalmente un progetto di azione, attivando tutti i canali propriocettivi, non solo quelli fisici di cui parlavamo nel precedente articolo.

Il corpo e l’esplorazione del suo linguaggio dunque generano intenzionalità. Stimolano quella curiosità che spinge a riconoscere e sfruttare le infinite possibilità d’azione, e a scoprire nuovi spazi, gesti, possibilità e prospettive.

La danza, infatti, insegna a prendersi cura del corpo, ad ascoltarlo e a valorizzarne la dimensione corporea che comprende fisico, emozioni e cervello. Ballando si impara a essere presenti a se stessi, a guadarsi con occhi esterni, quelli della danza. Per ottenere tutto ciò è necessario possedere chiarezza sulle motivazioni e sulle intenzioni del gesto.

Tutti i ballerini riescono a comprendere e fare propria quest’opportunità di crescita personale e intellettiva?

C’è chi danza per esibire un talento che ha o crede di possedere, chi per sviluppare sicurezza, chi semplicemente per il gusto di dichiarasi un ballerino, identificandosi in uno status che di per sé è bellezza, grazia e forza, ma non è sufficiente.

La motivazione è l’elemento che attribuisce senso al gesto, comprenderne l’importanza è il reale significato della danza che non si esaurisce nell’ora di lezione o nell’esecuzione di routine o spettacoli.

Il ballerino deve imparare a scavare a fondo, a capire che attraverso il movimento, il corpo trasmette sensazioni che la coscienza riceve, riconosce e valuta. Si attiva così un processo cognitivo che, attraverso la formazione di nuove idee, indirizza verso scelte più autonome, intenzionali e consapevoli.

Danzare dunque non significa semplicemente riprodurre forme precostituite o assecondare il proprio ego, ma ricercare differenti possibilità fisiche e mentali, risvegliando una coscienza personale che passo dopo passo diventa responsabilità da proiettare nella vita di tutti i giorni.

Stefania Napoli
Fotografia: Alexander Yakovlev
© www.giornaledelladanza.com

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