La danza accende molti tipi di intelligenza: cinestesica, visiva, cognitiva, emotiva e fisica.
Il contributo della disciplina, della coreografia e dell’improvvisazione a un modo più ampio di comprensione di se stessi, è impareggiabile.
Danzando si evocano parole, pensieri e scoperte, e si accede a quel luogo in cui la teoria ha l’opportunità di tradursi in pratica.
Il linguaggio della danza infatti tocca le radici dell’esperienza e della conoscenza. Il processo creativo è un flusso di interrogazione, formazione e rifacimento, ed è sempre un momento di scoperta.
Quando il danzatore segue l’impulso del movimento, si risveglia un modo antico di conoscere, attraverso l’intuizione del corpo, la capacità di esplorare l’equilibrio e il non equilibrio, la gravità e la leggerezza, la contrazione e il rilascio.
Il nostro corpo sa, e il valore più significativo apportato dalla danza riguarda la creazione di un rapporto diverso e intimo con il corpo con cui siamo venuti al mondo.
Danzando lo abitiamo pienamente e viviamo con presenza. Il corpo danzante esiste, si muove, lavora, migra e travalica confini geografici, culturali ed emotivi. Non è mero strumento tecnico per la performance. Non occupa semplicemente lo spazio scenico. La danza ne evidenzia la dinamica e le abilità sensoriali.
È attraverso il movimento e l’esplorazione sensoriale che arriviamo a costruirci come danzatori e individui.
La danza quindi parla un linguaggio radicato nel corpo, rivoluziona la percezione corporea ed esprime una saggezza fisica che porta a una diretta e immediata conoscenza di noi stessi e dell’ambiente che ci circonda.
Stefania Napoli
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