Oramai manca pochissimo, ne è infatti prevista l’inaugurazione nel mese di ottobre, dopo sei anni di lavoro e circa 600 milioni di euro spesi riaprirà i battenti lo storico Teatro Bolshoi, tempio della danza che ha dato i natali artistici a danzatori come Ekaterina Maximova e Maya Plisetskaya.
La riapertura sarebbe dovuta avvenire già nel 2008 ma tante sono state le cause che hanno portato ad un ritardo così consistente, ci sono stati scandali politici e giudiziari, i lavori sono stati più difficoltosi del previsto, e c’è stato anche un notevole aumento dei costi che ha fatto anche dubitare della regolarità delle spese. Adesso però si comincia ad intravedere il traguardo ed a parte la zona della platea che è ancora occupata dalle impalcature, già all’esterno si notano i primi cambiamenti.
Sono spariti dalla facciata i simboli comunisti, falce e martello, lasciando il posto all’aquila bicefala zarina che sarà presente anche in sala sul nuovo sipario. Il restauro del leggendario soffitto abitato dalle dieci muse è durato nove mesi e lo splendido lampadario dorato che lo illumina è ancora tutelato da una pellicola protettiva ed è sospeso a pochi metri da terra. I vestiboli e le gallerie ritorneranno all’antico splendore con la completa ricostruzione dell’antico mosaico dell’800 disegnato dall’architetto veneziano Alberto Cavos, mosaico che fu ricoperto in epoca sovietica dal parquet che ne facilitava la pulizia. Ancora sigillato il duplice palcoscenico girevole anche se buona parte dei macchinari sono già stati montati.
Il palco delle prove è invece già stato ultimato, i ballerini già da luglio potranno danzare sulla nuova superficie ortopedica con sotto speciali ammortizzatori per l’atterraggio soft, creata da specialisti francesi sulla scia del Covent Garden e dell’Opera di Parigi. L’acustica, invece, è affidata alla società tedesca Muller-Bbm, che ha partecipato anche alla rinascita della Fenice. La buca dell’orchestra è stata allargata per accogliere sino a 135 musicisti, sarà mobile e avrà una nuova risonanza acustica. Alla fine del 2011, il Teatro alla Scala sarà il primo teatro straniero ad esibirsi, con il Requiem di Verdi diretto da Daniel Barenboim, nell’anno della cultura italiana in Russia.
Alessandro Di Giacomo