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E’ tempo di performance: al via la tredicesima edizione di Uovo performing arts festival

BoleroEffect_Cristina-Rizzo_ph.IlariaScarpa-uovo

Torna, per la sua tredicesima edizione, dal 25 al 29 marzo il festival della performance di Milano: Uovo – performing arts festival, il cui tema quest’anno è quello del confine.

Un tema che ben si adatta alla performance, una pratica teatral-artistica che si sta riaffacciando con notevole impatto sulle scene, e che ha per sua caratteristica quella di coinvolgere più di una forma artistica e di impegnare in prima persona il performer nella ricerca e nella costruzione di un percorso; e così il confine consente di osservare mondi diversi, mettere in relazione ed essere pronti ad affrontare le sfide.

Perciò, come suggerito in conferenza stampa, spogliatevi dei pregiudizi prima di assistere alle performance di questo festival, portate in scena da artisti italiani ed europei divisi tra il Teatro Franco Parenti, la Fondazione Adolfo Pini e il DiDstudio.

In scena già dal primo giorno, e poi quotidianamente lo svizzero Massimo Furlan e il duo italiano Silvia Boschiero/Silvia Costa, l’uno con la performance Tunnel che rievoca il passaggio attraverso il tunnel del Gran San Bernardo in una corsa notturna di 6 km, le altre con A sangue freddo #1 uno sguardo attraverso il taglio uno studio del corpo attraverso fotografie che ne isolano le varie parti.

Silvia Costa torna poi il terzo giorno, con A sangue freddo #2, performance breve nata dalla mostra che continua l’esplorazione del corpo attraverso il movimento. Tra questi eventi, l’attesissimo Laurent Chétouane con M!M studio coreografico sull’amicizia a partire da Derrida che arriva fino a uno studio della società e della politica, in scena il 25 marzo alle 21.00 al Franco Parenti (e di nuovo al Teatro Grande di Brescia il 27 marzo); e l’altrettanto atteso gruppo performativo mk, che torna in scena a Uovo il 26 marzo alle 21.00 nell’ambito del progetto di ricostruzione coreografica RiC.CI con lo spettacolo e-ink che debuttò proprio al Franco Parenti nel 1999. A seguire l’interessante coreografa-ballerina polacca Ramona Nagabczynska, che rielabora la coreografia di Trisha Brown Accumulation in una serie di echi tradizionali, costruttivi e decostruttivi, e di aperture alla tecnologia.

Subito dopo Silvia Costa al Franco Parenti il 27 marzo, Made for Italy, di Martin Schick, accompagnato da Vivian Pavillon, che va controcorrente e con l’ironia e la sagacia che lo contraddistinguono racconta e stravolge la “fuga di cervelli”.

Alla Fondazione Pini il 27, 28 e 29 marzo di nuovo il gruppo mk, con i due artisti visivi Luca Trevisani e Margherita Morgantin, Roberta Mosca, già performer della William Forsythe Company e il compositore Lorenzo Bianchi Hoesch, che inaugurano una residenza di studio sul concetto dello spazio abitativo come luogo di equilibrio tra interno ed esterno e denominata SUB I.II.III, primo capitolo di una collezione performativa.

Al DiDstudio, il 28 marzo Capture, un’antologia curata da Ariella Vidach che raccoglie i lavori di tre interessanti giovani coreografi: Camilla Monga, Annika Pannitto e Gabriele Valerio, già protagonisti del progetto NAO Nuovi Autori Oggi (edizione 2014) per proporre loro una seconda residenza presso il DiDstudio / Fabbrica del Vapore, dove sono stati invitati a condurre uno studio sul tema del “confine”.

Alla sera al Franco Parenti il notevole collettivo The Loose Collective, che porta in scena l’emozionante The old Testament according to The Loose Collective, uno spettacolo che mescola danza, canto, tradizioni punk e beat-boxing.

A chiudere questa edizione il 29 marzo, due progetti interessanti di coreografi che si stanno imponendo anche a livello internazionale: alle 16.00 al DiDstudio una performance in cui “ogni adulto deve essere accompagnato da un bambino”, è Joseph_Kids di Alessandro Sciarroni, che ci guida in un percorso evolutivo ironico e tecnologico rielaborando la produzione per l’infanzia. Alle 21.00 al Franco Parenti BoleroEffect di Cristina Rizzo, che parte dalla martellante melodia del Bolero di Ravel per approdare a una danza inclusiva che coinvolge il pubblico e termina in un dj-set.

Un festival quindi da non perdere, per tenersi al corrente sulle performance tra compagnie tradizionali, coreografi emergenti e talenti del futuro.

ORARI&INFO:

Per tutti i dettagli rimandiamo al sito di Uovo:

www.uovofestival.it

 

Greta Pieropan

www.giornaledelladanza.com

Foto: Uovo festival

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