Noi siamo energia, la produciamo continuamente. Ogni nostro movimento, ogni gesto e ogni emozione costituiscono un potente generatore di energia che scaturisce in modo particolare dalla danza e grazie a essa.
L’energia possiede tante sfumature, può cambiare in un istante e diversi tipi di energia possono entrare contemporaneamente in gioco. Le scelte energetiche rivelano, infatti, anche gli stati emotivi da cui prendono vita e guidano la performance di un ballerino. La rabbia, per esempio, tende a produrre movimenti percussivi, secchi e rapidi; la gioia oscillazioni, gesti leggeri e salti; la tristezza si traduce in pose chiuse, contractions e cadute. E’ attraverso questa sconfinata gamma di movimenti che l’energia rende visibili le nostre emozioni.
Nella danza quindi l’energia prevede variazioni nella dinamica, nel flusso di movimento, nell’uso della forza, della tensione e del peso. Essa attinge al non verbale, ossia alla comunicazione più profonda e istintiva. Un gesto del braccio può fluire liberamente o venire interrotto, può essere tagliente o morbido, pesante o lieve, e via dicendo.
A volte tali differenze nel flusso energetico sono immediate e semplici da percepire, altre volte sono impercettibili, ma rappresentano in ogni caso la quintessenza della danza. Danzare richiede continue accelerazioni e decelerazioni, cambi di direzioni, di ritmo e dinamica. Il danzatore non può ricorrere allo slancio in quanto forma propulsiva di movimento, come avviene in altre attività fisiche come la corsa o il nuoto, motivo per cui il suo corpo richiede maggiore energia e ne produce perfino di più.
L’energia sprigionata viene canalizzata, comunicata e trasmessa al pubblico che la assorbirà spesso inconsciamente. Al termine di uno spettacolo avvincente, lo spettatore si sente carico e felice, esattamente come il ballerino, e quella sensazione deriva proprio dalla propagazione di un’energia che va ben oltre quella cinetica e che solo la danza riesce a generare.
Esistono anche energie negative, spesso prodotte da situazioni stressanti o da persone tossiche e dannose di cui ci circondiamo, consapevolmente o meno. Anche in questi casi, la danza può trasmutare la negatività e aiutare a rilasciare i blocchi emotivi in cui siamo ingabbiati.
Danzare, sia improvvisando sia nella sua forma codificata, quindi significa esercitare la capacità del corpo di aumentare la consapevolezza sensoriale ed energetica, in noi stessi e in chi ci sta vicino.
Quindi, continuiamo a danzare nonostante tutto e a dispetto di tutto. Diffondiamo con determinazione e gioia l’importanza della cultura della danza, perché l’energia che essa produce ne è la linfa, ed è contagiosa, terapeutica, è il retaggio che lasceremo al mondo quando ce ne saremo andati.
Stefania Napoli
Fotografia: Geraldine Lamanna
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