
Balletto del 1961 creato su musiche composte da Pëtr Il’ič Čajkovskij (tra cui brani orchestrali e pianistici originariamente non pensati per il balletto) con la creazione coreografica di Vladimir Burmejster su commissione del Festival Ballet di Londra. Il balletto è ispirato alla fiaba russa tradizionale e al dramma di Alexander Ostrovskij (The Snow Maiden). Vladimir Burmejster è noto per le sue rielaborazioni di grandi classici come il Lago dei cigni.
I brani di Čajkovskij vennero composti per il teatro drammatico che poi entrarono a far parte della partitura de La Fanciulla di Neve con la quasi totalità della Sinfonia No.1 I Sogni Invernali, serenate per archi, sonate per pianoforte ed anche la romanza Dormi, mio bambino, addormentati.
Burmejster riuscì a fondere il lirismo della musica di Čajkovskij con un linguaggio coreografico chiaro e narrativo, dando vita ad una versione in cui il dramma dei sentimenti e la bellezza delle stagioni si riflettevano nei movimenti dei danzatori.
Venne replicato nel 1963 con grande successo al Teatro Stanislavskij di Mosca entrando nel repertorio classico delle compagnie sovietiche e diventando un punto di riferimento per tutti gli allestimenti successivi. Nel 2001 è stato ripreso da Dmitrij Brjantsev dall’originale di Vladimir Burmejster. Nel dicembre 2001 La Fanciulla di Neve è stata presentata a Londra durante la tournée del Teatro Stanislavskij.
La storia ha ispirato nel tempo numerosi coreografi, dando vita a versioni molto diverse tra loro, ma tutte accomunate dalla magia della fiaba russa. La prima grande trasposizione ballettistica risale al 1879, quando Marius Petipa creò The Daughter of the Snows. Su musiche di Ludwig Minkus, Petipa raccontò la leggenda della Fanciulla di Neve con uno stile elegante e narrativo, tipico del Teatro Imperiale di San Pietroburgo. Questa versione, sebbene oggi meno conosciuta, gettò le basi per le successive interpretazioni coreografiche, mostrando già allora come il fascino del personaggio potesse tradursi in danza.
Personaggi principali * Fiordineve (Fanciulla di Neve / Sneguročka): figlia di Gelo e Primavera, destinata a vivere solo nei ghiacci e incapace di amare senza rischiare di sciogliersi. * Gelo e Primavera: i genitori simbolici della protagonista, rappresentano l’inverno e la rinascita della primavera. * Lel: giovane pastore del villaggio, uno dei primi a mostrare interesse per Fiordineve. * Mizgir: innamorato della Fanciulla di Neve, innesca tensioni amorose tra gli abitanti del villaggio. * Kupava: ragazza promessa a Mizgir, involontaria rivale della Fanciulla di Neve. * Bobyl e Bobyliha: coppia di contadini senza figli che accoglie Fiordineve nel villaggio.
È una fiaba tradizionale russa che narra ben appunto la vicenda di Fiordineve, la giovane figlia di Gelo e Primavera, condannata dal Sole a vivere per sempre nell’inverno, senza mai poter conoscere il sentimento dell’amore che le scalderebbe il cuore facendola morire. Per proteggerla dal suo infelice destino, Gelo e Primavera affidano la propria figlia a due contadini senza figli i quali vivono nel vicino villaggio di Berendej. Durante il Carnevale, la fanciulla si invaghisce del pastore Lel’ che vorrebbe da lei un bacio in cambio della canzone appena intonata. La giovane rifiuta deludendo il ragazzo che, di conseguenza, la abbandona. Kupava, ragazza del paese di Berendej vorrebbe, invece, sposare Mizgir, un altro giovane, il quale, però, cambia idea quando vede Fiordineve perché se ne innamora all’istante. Kupava, allora, corre a lamentarsi dallo Zar Berendej il quale manda in esilio Mizgir e, preoccupato perché il gelo dell’inverno perdura sempre più a lungo, decide di convocare tutti i giovani del paese per unirli in matrimonio: è convinto che la causa del persistente freddo sia proprio Fiordineve con il suo cuore di ghiaccio e spera che così anche lei possa trovare l’amore che le scaldi il cuore, affinché l’inverno possa cessare. Fiordineve è ancora interessata a Lel’, il quale, invece, si dichiara innamorato di Kupava. Disperata, la giovane fanciulla invoca l’aiuto di sua madre Primavera che, intenerita, finalmente le concede l’amore: sarà il primo mortale che incontrerà a farla capitolare e il destino vuole che le si avvicini proprio Mizgir che, ora, viene ricambiato da Fiordineve. Lo Zar è pronto a celebrare le nozze quando, all’improvviso, un raggio di sole tocca Fiordineve, la quale si scioglie inesorabilmente ed evapora. Distrutto dal dolore, Mizgir si tuffa nel lago e annega. Il lungo freddo invernale è terminato, il tempo torna a scorrere normalmente, è giunta l’estate nel paese di Berendej.
La fanciulla di neve è stata trasposta anche in un’opera lirica da Nikolai Andreevich Rimsky-Korsakov in quattro atti con un prologo, su libretto del compositore basato sull’opera omonima di Aleksandr Ostrovskij. La prima assoluta andò in scena al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo il 29 gennaio 1882, diretta da E. Napravnik. La musica dipinge immagini della natura russa, trasmettendo fin dalle prime battute il risveglio della terra dal letargo. Lo spirito della fiaba è pieno non solo di immagini fantastiche ma anche di persone reali.
Nel 2022 La Fanciulla di Neve in una versione per balletto liberamente ispirato dalla leggenda russa Sneguročka ha inaugurato la Stagione del Teatro Municipale di Piacenza, rielaborata e coreografata interamente dai Primi Ballerini e Direttori Artistici della compagnia Étoile Ballet Theatre & Piacenza Art Ballet, Ines Albertini & Walter Angelini. Celebre figura della letteratura russa e protagonista dell’omonima opera, nel tempo è divenuta nell’immaginario collettivo un personaggio simbolo legato alle feste invernali. La disciplina classica accademica con accenni neoclassici e danze di carattere si sono alternate in questa nuova versione nell’adattamento musicale a cura di Tony Visentin.
Negli anni Novanta, il Kremlin Ballet affidò ad Andrei Petrov una nuova interpretazione. La coreografia conservava il cuore narrativo della storia, ma introduceva un linguaggio più contemporaneo, con passi e accenti coreografici che valorizzavano l’espressività dei danzatori moderni senza tradire la magia fiabesca originale. Questa versione, ripresa anche nel 2023, dimostra come la Fanciulla di Neve possa continuamente rinascere sulla scena senza perdere la sua identità.
Il balletto coreografato da Léonide Massine dal titolo Soleil de nuit allestito nel 1915 al Grand Théâtre di Ginevra riscosse un grande successo tanto da essere replicato per diverso tempo. Anche per la Stagione del Teatro alla Scala di Milano con i Ballets Russes di Sergej Djagilev andò in scena al Teatro Lirico. Pur essendo un balletto senza trama che utilizzava principalmente elementi del folklore russo fu ambientato sulla musica di Rimsky-Korsakov da La fanciulla di neve. Le scene e i costumi erano firmati da Mikhail Larionov. Il balletto vedeva interpreti maschili Léonide Massine e Nicholas Zverev. Il debutto del 20 dicembre 1915 per i Balletti Russi di Diaghilev al Grand Théâtre de Genève andò in scena in occasione di un gala di beneficenza a favore della Croce Rossa. In seguito fu replicato il 29 dicembre dello stesso anno all’Opéra di Parigi. Tra i grandi nomi femminili si ricordano Olga Khokhlova e Alexandra Danilova. Il grande artista Benois scrisse che nel balletto “la vecchia Russia appare attraverso una visione popolare, fiammeggiante e comica, dove la nota bizantina si fonde stranamente con le danze frenetiche degli operai russi”.
Su musiche di Čajkovskij reinterpretate da arrangiatori moderni, le recenti edizioni offrono una lettura fresca della fiaba, giocando con luci, scenografie e coreografie che avvicinano il racconto alla sensibilità del pubblico contemporaneo. Oltre a queste versioni principali, la Fanciulla di Neve continua a ispirare piccole produzioni indipendenti e adattamenti di danza contemporanea, dove il tema della magia invernale e dell’amore impossibile viene esplorato in forme astratte, teatrali o immersive. In sintesi, dal romanticismo di Petipa, al classico narrativo di Burmejster, fino alle rielaborazioni moderne di Petrov, oppure di Ines Albertini e Walter Angelini e delle compagnie contemporanee, la Fanciulla di Neve si è dimostrata una storia eterna, capace di trasformarsi e adattarsi ai gusti del pubblico pur mantenendo il suo incanto originario.
Nel 1968 venne prodotto un film di Pavel Kadocnikov in Unione Sovietica basato sul racconto omonimo di Aleksandr Ostrovskij e la musica di Vladislav Kladnitskij con interpreti Jevgenija Filonova (La fanciulla delle nevi), Jevgenij Žarikov (Lel’), Pavel Kadcnikov (zar Berendej), Irina Gubanova (Kupava), Boris Chimicev (Mizgir’). Sneguročka è un carattere importante delle fiabe russe. Rappresenta la signora dell’inverno gelido, che svanisce al ritorno del sole primaverile. Ha in sé un carattere pagano che il film ben definisce, regalando allo spettatore, insieme ad una vicenda cara a Pan, anche un musical che allontanandosi in parte dall’idea korsakojiana, mai la rinnega pienamente.
Una curiosità la ritroviamo proprio nel sopracitato film, per il quale fu ricostruito in legno l’intero villaggio di Berendej sulle rive del fiume Mera. Dopo la fine della lavorazione l’integrale villaggio fu trasferito e ripiantato vicino a Kostroma dando vita ad un parco tematico su cui svetta la torre di Sneguročka.
Michele Olivieri
Foto: Viktor Vasnetsov
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