Il Festival delle arti performative più antico d’Italia alza il sipario sulla sessantaseiesima edizione, in programma quest’anno dal 23 giugno al 9 luglio 2023, e trasforma ancora una volta Spoleto nella città delle arti.
La missione fondante rimane senza tempo, così come l’atmosfera di un luogo che per tre settimane mescola la realtà con la finzione, la quotidianità con la magia del teatro, gli artisti con gli spettatori, mettendo in relazione Musica, Opera, Danza, Teatro, Arte attraverso la creatività dei migliori artisti e delle migliori compagnie internazionali.
La direzione artistica di Monique Veaute dal 2020 ha riportato al centro della programmazione artistica il dialogo tra le discipline e la contaminazione tra i generi mettendo il pubblico di fronte a esperienze innovative e non convenzionali. Convivono le due grandi orchestre in residenza, entrambe eccellenze internazionali, quella del Festival di Budapest diretta da Iván Fischer, impegnata quest’anno in una nuova produzione d’Opera, e quella dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con i direttori Jakub Hrůša e Antonio Pappano per i due concerti sinfonici di apertura e chiusura. Intorno a loro ruotano gli appuntamenti da camera di mezzogiorno che coinvolgono oltre ai musicisti della Budapest anche quelli dell’Orchestra da Camera di Perugia per un ciclo tutto dedicato agli animali nella musica. Il rapporto tra l’uomo, la natura e le altri specie viventi sul pianeta attraversa tutto il programma che si interroga sui sentimenti delle relazioni umane, amore e morte, identità e diversità, giustizia e discriminazione.
Il Festival dei Due Mondi al via il 23 giugno vale anche il ritorno dell’opera, che manca da tre edizioni ed è stata affidata alla Budapest festival orchestra diretta da Ivan Fischer, che al Nuovo-Menotti porta l’unico dramma musicale di Claude Debussy, ovvero Pelléas et Mélisande.
Danza Dopo dieci anni torna a indossare le scarpette Benjamin Millepied che al Romano arriva col pianista Alexandre Tharaud per Unstill Life, una serata dedicata alla relazione tra danza e musica (25 giugno). Prima nazionale per Into the Hairy di Sharon Eyal-Gai Behar che, coi costumi Christian Dior, invaderanno il Nuovo-Menotti con una danza fuori dai canoni convenzionali, fondendo il classico con la cultura dei club underground e spingendo la danza contemporanea ben oltre i suoi confini (dal 30 giugno al 3 luglio).
Un’esplorazione coreografica dedicata al respiro è, invece, il progetto M di Marie Chouinard al Nuovo-Menotti con un’ode alla vita e una colonna sonora la cui materia prima è il respiro dei dodici danzatori (8-9 luglio).
Da Lisbona torna a Spoleto il duo Jonas&Lander che al Due Mondi porta tre spettacoli: Lento e largo, ovvero un’apocalisse visiva con performer robotici e umani in un ambiente scenico basato e influenzato dall’opera di Hieronymous Bosch (San Simone 6 luglio); Cascas d’OvO, che esplora una comunicazione telepatica, sovrumana, come massima espressione del legame relazionale di coppia (San Nicolò 7 e 9 luglio); e, infine, Bate Fado, una performance ibrida, tra danza e concerto di fado, pensata per quattro ballerini, un cantante di fado e quattro musicisti (8 luglio).
Sara Zuccari