“Flames of Paris” (in francese) o “The Flames of Paris” (in inglese) è un balletto a serata intera in quattro atti, coreografato da Vasily Vainonen con il regista Sergei Radlov su musica di Boris Vladimirovic Asafiev basata sulle canzoni della Rivoluzione francese. Fu presentato per la prima volta al Teatro Kirov di Leningrado il 7 novembre 1932, con interpreti la grande prima ballerina Natalia Dudinskaya nel ruolo di Mireille de Poitiers, Vakhtang Chabukiani nel ruolo di Jérôme, Olga Jordan nel ruolo di Jeanne, Nina Anisimova nel ruolo di Thérèse e Konstantin Sergeyev nel ruolo di Mistral.
Il Balletto del Bolshoi presentò per la prima volta l’opera coreografica completa il 6 luglio 1933 al Teatro Bolshoi di Mosca, con Aleksey Yermolayev (Jérôme), Anastasia Abramova (Jeanne), Nadezhda Kapustina (Thérèse) e Marina Semenova (Mireille de Poitiers).
Una nuova produzione, che ha utilizzato alcune delle coreografie originali, è stata messa in scena nel 2008 da Alexei Ratmansky per il Balletto del Bolshoi con Ivan Vasiliev e Natalia Osipova. Nel 2013, una ricostruzione in tre atti è stata allestita da Mikhail Messerer per il Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo (basata sulla versione del 1947 realizzata da Vainonen per il Bolshoi).
“Fiamme di Parigi” è un cosiddetto balletto “rivoluzionario” che ha come soggetto la Rivoluzione francese, includendo nel suo scenario l’assalto al Palazzo delle Tuileries da parte dei soldati rivoluzionari e la loro marcia vittoriosa su Parigi. La trama è tratta dal romanzo del 1896 di Felix Gras “Li Rouge dou Miejour”, tradotto in francese come “Les Rouges du Midi”. Sebbene l’ambientazione del balletto sia la Francia del XVIII secolo, esso illustra perfettamente il balletto sovietico degli anni Venti e Trenta, periodo in cui si cercò con determinazione di trovare soggetti nella storia mondiale che riflettessero la situazione più immediata dell’Unione Sovietica e di dimostrare che la Rivoluzione d’Ottobre faceva parte di movimenti ed eventi storici più universali.
La trama si svolge in una foresta vicino a Marsiglia, dove il contadino Gaspard e i suoi figli, Jeanne e Pierre, stanno raccogliendo legna da ardere. Quando il Conte e il suo gruppo di cacciatori arrivano, i contadini si dileguano, ma Jeanne attrae l’attenzione del Conte, il quale tenta di abbracciarla. Quando suo padre interviene, viene picchiato dal servitore del Conte e scappa via. Subito dopo, nella piazza di Marsiglia Jeanne dice alla gente ciò che è accaduto a suo padre e cresce la loro indignazione per le ingiustizie dell’aristocrazia, così assaltano la prigione e liberano i prigionieri del Marchese di Beauregard. Alla reggia di Versailles una rappresentazione dell’Opéra Reale di Versailles viene seguita da un banchetto lussureggiante. Gli ufficiali della corte presentano al Re una petizione formale che richiede l’autorizzazione di affrontare i rivoluzionari ribelli. Antoine Mistral, un attore, scoprendo questo documento segreto viene poi ucciso dal Marchese di Beauregard, ma prima di morire riesce a passare la petizione a Mireille de Poitiers, che scappa dal palazzo mentre si sente “La Marsigliese” dalle finestre. La scena si sposta a Parigi, dove si prepara una rivolta e l’assalto al Palazzo delle Tuileries. Mireille si precipita lì con il documento che rivela la cospirazione contro la rivoluzione, e viene applaudita per il coraggio che ha avuto nel fare questo. Arrivano gli ufficiali del Marchese; Jeanne, riconoscendo l’uomo che l’ha infastidita nel bosco, corre da lui e gli dà un ceffone. In seguito, la folla attacca gli aristocratici. Al suono delle canzoni della Rivoluzione, la gente assalta il palazzo e irrompe nelle scale dell’ingresso. Jeanne attacca il Marchese, che verrà poi ucciso dal fratello, e la ragazza basca Thérèse viene colpita a morte. Infine, ritornando alla piazza di Parigi, la gente celebra la loro vittoria contro i difensori dell’Ancien Régime.
Nel creare la coreografia Vasily Vainonen ha attinto a numerose fonti differenti, così come ha fatto il compositore Boris Asafyev. “The Flames of Paris” fonde danza classica e di carattere, danze di corte e popolari, pantomima, performance soliste e scene di gruppo. Per la parte di Thérèse, ad esempio, Vainonen ha scelto una ballerina di carattere, Nina Anisimova, che aveva mostrato movimenti folkloristici forti ed espressivi che simboleggiavano l’energia e lo spirito della folla. D’altro canto, le danze per Philippe (originariamente Jérôme), uno dei marsigliesi, e la sua sposa sono quasi puramente classiche: i due personaggi ballano un “pas de deux” che, sebbene ricordi lo stile coreografico di Marius Petipa, è decisamente più moderno ed eroico per il maschio.
Come ulteriore tecnica per mettere in scena la danza classica, Vainonen ha creato i ruoli della coppia di attori, Mireille de Poitiers e Antoine Mistral, che erano stati invitati dal Re ad esibirsi al banchetto. Questi erano stati originariamente danzati – come riportato ad inizio articolo – da due grandi artisti del calibro di Natalia Dudinskaya e Konstantin Sergeyev e vennero concepiti per danzatori talentuosi in grado di mostrare il loro assoluto virtuosismo in un classico “pas de deux”.
Nella scena al palazzo di Luigi XVI ci sono numerose sequenze di mimo mentre Mireille de Poitiers balla un minuetto, che è di per sé un bellissimo pezzo di coreografia. Nella scena alla Reggia di Versailles c’è una grande quantità di mimo tradizionale e Maria Antonietta balla un “pas menu”, che in lingua francese significa “piccolo passo”, dato che la danza a quel tempo era caratterizzata da passi minuti (comunemente chiamato “minuetto”).
Il minuetto trova la sua origine in Francia da una danza popolare della regione del Poitou. Divenne “danza di corte” durante il periodo barocco. Fu introdotto alla corte di Luigi XIV da Jean-Baptiste Lully e in breve tempo fu accolto nei più svariati generi musicali, dal balletto, all’opera lirica, alla suite e nel corso del XVII secolo divenne anche “danza di società” e “danza teatrale”. I primi minuetti teatrali comparvero nei balletti “Le Mariage forcé” e “Les Amours déguisés” del 1664 e il nome lo si deve con tutta probabilità a Guillaume Dumanoir. L’uso del minuetto trovò il suo massimo splendore e la sua maggiore diffusione con l’affermarsi dello “stile galante” e terminò con l’arrivo del “romanticismo”. In seguito tale danza conobbe una certa rinascita come “ballo di sala” alla fine dell’Ottocento. Il “minuetto di corte” veniva danzato solitamente da una sola coppia. Cominciava con una riverenza e proseguiva con una serie di figure articolate da piccoli passi scivolati a destra, a sinistra, in avanti, indietro e per un quarto di giro.
Michele Olivieri
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