Il Festival Cantieri Culturali Isolotto riflette sulla rigenerazione degli spazi e la nuova città di vicinato attraverso i linguaggi del corpo. È un progetto di geografia urbana fondato su un tracciato di esperienze artistiche che contribuiscono a dar luogo a un contesto privilegiato per la sperimentazione di residenze creative, ospitalità e produzioni.
Arrivato alla settima edizione rappresenta un laboratorio innovativo che stimola progettualità tra arte e ricerca, tra cura dei luoghi e coinvolgimento della comunità trovando nella periferia e nella sua resilienza nuove strategie sociali e artistiche. Attraverso una riflessione sulla cura dei luoghi e dell’abitabilità del territorio propone esperienze e residenze artistiche, performance e atelier a cielo aperto che si basano sulla frequentazione gentile dei luoghi dove la visione pubblica diviene un atto di d’incontro e presidio partecipativo dello spazio pubblico.
Il Festival invita i cittadini ad accostarsi insieme agli artisti alla costruzione di momenti condivisi abitando gli spazi scelti con appartenenza e rispetto. Le giornate si articolano come dei cammini: dalla passerella dell’Isolotto fino a Piazza dei Tigli, passando da Piazza dell’Isolotto, al Viale dei Bambini fino alla Montagnola. In questo pregiatissimo fazzoletto ombreggiato dagli alberi, tra il fiume e la città, si sviluppano performance, brevi visioni, prove artistiche, incontri, concerti.
Ogni giorno è segnato da un rito al tramonto sull’Arno con La zattera d’oro, a cura di Virgilio Sieni, performance intesa come momento meditativo da osservare dagli argini e dalla Passerella dell’Isolotto: un lento procedere di un tassello dorato che unisce la città storica al suo defluire poeticamente verso il tramonto.
Prima e dopo La zattera d’oro prende vita il Sleep in the car, progetto nato dalla collaborazione di Franco La Cecla e Virgilio Sieni che vede la nascita di azioni coreografiche dentro e fuori un’auto, aprendo una riflessione sulla dimora di fortuna, rifugio e ultima sponda.
Arrivati al Giardino delle Erbacce, spazio verde e di sosta in Piazza dei Tigli recuperato ad attività culturali e sociali, il Festival propone ogni giorno l’evento Tribuna Politica, una performance agita dai cittadini riuniti per esprimere con il corpo la necessità e l’urgenza di esserci poeticamente, tra riappropriazione di gesti e indignazione.
Tra il Campo di Basket Montagnola, il Viale dei bambini e Piazza dei Tigli ogni giorno viene presentato un evento performativo ambientato in luoghi ricercati e preziosi che compongono il territorio con artisti, gruppi e compagnie nazionali.
Nella giornata inaugurale, l’accogliente cavea verde dalla chioma del grande Cedro di Piazza dei Tigli, ospita Lull, in cui Giuseppe Comuniello, Camilla Guarino e Clara Comuniello, accompagnati dalle musiche dal vivo di Luciano Guarino, trasformano il gesto quotidiano e ripetitivo del cullare in una indagine sulla cura e sulla custodia della quiete.
La continua reiterazione innerva fino alle più estreme conseguenze anche Dialogo terzo: In a landscape creazione coreografica di CollettivO CineticO / Alessandro Sciarroni ispirata all’omonimo brano di John Cage.
Al Campo di Basket Montagnola, Roberta Mosca e Canedicoda presentano per la prima volta Ci vorrebbe quel punto che ferma le cose, adattamento della non-stop performativa di 24 ore Musica per un giorno che ancora una volta indaga, secondo una scala temporale ridotta, la connessione tra movimento, suono, spazio e idee.
Il tema dell’improvvisazione come strumento principale per l’attivazione immaginativa è anche spunto dell’azione performativa di Annamaria Ajmone in collaborazione con l’artista del suono Glauco Salvo Due in Viale dei Bambini / Stecca Michelucci.
L’ultima giornata del Festival si conclude con Stripped To The Bone, concerto di Fabrizio Cammarata, nell’Area Melograni, Viale dei Bambini dove il musicista fa proprie le infinite ispirazioni provenienti dal Mediterraneo, dal Nord Africa alla Spagna alla Sicilia.
Galleria Isolotto, sede continuativa delle attività del Centro nel quartiere, ospita Claudia Losi con l’installazione Asking Shelter / Appunti, una riflessione sull’origine dell’abitare e la vita come visione e scoperta di tracce, e la mostra Giochi in scatola, serie di piccoli mondi magici costruiti dalle bambine e i bambini della Scuola di Piccola Falegnameria durante i laboratori condotti dall’artista Viola Tortoli Bartoli. Mentre l’installazione mobile di Jessica Brunelli, Line, ha il compito di segnare alcuni dei luoghi abitati dal Festival a ribadire il possibile caleidoscopio di sguardi e possibilità di alcune aree dimenticate dello spazio pubblico.
Per tre giorni la serata si conclude con la visione di un film all’aperto, sempre nel Giardino delle Erbacce, programma ispirato alle città del mondo e condiviso con Andrea Cossu e il Comitato Genitori Istituto Comprensivo Montagnola Gramsci.
Inoltre, dal 18 al 21 luglio Prima del Festival offre 4 giorni di anticipazioni, performance, visione delle prove e incontri incentrati nei luoghi iconici del Festival: a partire dal Giardino delle Erbacce attivo come luogo di ristoro, sosta e cinema, al cedro che ospita le prove aperte di Tribuna Politica e l’incontro con Mario Bencivenni e Paolo Basetti che introducono alla nascente scuola di giardinaggio all’Isolotto. La Comunità dell’Isolotto offre nella sede dell’archivio storico una visita guidata per scoprire la nascita e la progettazione del quartiere in un continuo scambio tra passato e presente, tra storia personale e collettiva a cui sembra fare eco l’improvvisazione del danzatore Jari Boldrini che insieme al musicista Giovanni Magaglio rende un omaggio danzato all’ippocastano “Nives” piantato nell’area melograni nella prima edizione del Festival del 2017.
Sara Zuccari