Ci soffermiamo spesso sugli appuntamenti di danza in giro per l’Europa, e questa settimana non facciamo eccezione, dato che il programma che debutta il 6 febbraio allo Staatsoper di Monaco è sia inedito per gli accostamenti sia un’aggiunta al repertorio della compagnia.
Sono, è vero, discutibili le serate miste, perché spesso si rivelano un espediente per richiamare il pubblico dei grandi nomi, ma parliamo qui di un programma che mette insieme Forsythe, Kyliàn e Limòn, con dei titoli meno noti, e con l’aggiunta al repertorio di The exiles, di Limòn.
Di Forsythe è stato scelto Artifact II, noto sempre come seguito del più completo Artifact, ma in realtà nato come seconda parte di un balletto di quattro atti, come da tradizione, ma calato in un’atmosfera astratta, in modo che ogni sezione potesse essere indipendente. “Un balletto sul balletto”, secondo il suo coreografo, che in questo secondo atto presenta due coppie impegnate in un pas de deux neoclassico mentre tentano di sfuggire alla massa dei ballerini; ma anche così la tradizionale danza, il pas de deux classico tanto bello da far trattenere il respiro al pubblico, non dimentica il dinamismo e le sorprese tipiche del coreografo, qui celate nell’effetto di straniamento causato dal sipario che cade improvvisamente durante la performance. In repertorio dal 2010, su musica di Bach, Artifact II rappresenta una scelta obbligata per una compagnia che voglia fare del virtuosismo e della chiarezza due delle proprie cifre stilistiche.
Dal repertorio di Kyliàn, la scelta ricade su Zugvogel, una coreografia già presentata nel 2009, e che fu ispirata dalla passione di Kyliàn per i film surrealisti, ma anche dalla riflessione sull’artista che dedica tutta la sua vita all’arte, in una confessione coreografica che vedeva in scena anche la compagna Sabine Kupferberg e alla quale fu dedicata una composizione musicale di Dirk Haubrich. Una creazione di 70 minuti, un viaggio sia visivo per la costruzione in forma di film della coreografia, sia emotivo nel mondo di un artista.
Infine un altro passo a due, l’aggiunta al repertorio della compagnia: The exiles, di José Limòn, coreografia su musica di Schonberg, che debuttò nel 1950, e che ha alla base l’esperienza dell’esilio, conosciuto anche dal coreografo stesso, che lontano dal suo Messico, trovò affinità con la storia della cacciata dal Paradiso, ma soprattutto con i versi danteschi su questo tema, che portarono l’idea a diventare danza, anch’essa più astratta delle creazioni precedenti del coreografo, dato che parte dal concetto di esilio per diventare una dedica a tutti coloro che ricordano i tempi di gioia proprio nelle avversità.
Un programma misto, giocato tra equilibri e differenze tra tre coreografi importanti, da non perdere, in attesa del Ballet Festival Week, dall’8 al 26 aprile prossimi.
ORARI&INFO:
Artifact II/The Exiles/Zugvogel
Dal 6 febbraio, con repliche fino a giugno, ore 19.30
NationalTheater, Monaco
Greta Pieropan
Foto: Stattsballett