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Giuseppe Meli: la danza è un codice con il quale la mia anima comunica con le altre

Giuseppe Meli: la danza è un codice con il quale la mia anima comunica con le altre

 

Il coreografo e ballerino Giuseppe Meli, diplomato presso la Federazione Italiana Professionisti della Danza (F.I.P.D.), primo posto nella World Cup Mediterranean, Coppa Italia nella sezione Danze Caraibiche, è coreografo e direttore artistico della 2 Dance Lab company, compagnia di danzatori impiegati nelle produzioni di importati cantanti come Joe Blanco e Calibro 40 per la realizzazione di video clip ed esibizioni televisive.

 

Come ballerino ti sei avvicinato alla danza non in maniera del tutto tradizionale. E’ vero?

Ho cominciato, infatti, con le danze latinoamericane perché sentivo l’esigenza di imparare e così a 16 anni m’iscrissi ad un corso di ballo. Ballare stava diventando per me indispensabile ma non riuscivo a dare una spiegazione valida alla domanda perché lo facessi, domanda alla quale non saprei rispondere neanche oggi. A 18 anni decisi di iscrivermi in un’accademia professionale per lo studio di danze caraibiche, anche se ero consapevole che al mio corpo mancavano delle regole. Qualche anno dopo mi diplomai con la FIDS come Maestro d’oro di danze caraibiche. Proprio in quel periodo andai ad insegnare ballo in scuola di danza molto seria dove la direttrice, vedendo il mio talento, mi chiese di partecipare alle sue lezioni. Da lì si aprì un mondo nuovo iniziai, infatti, a studiare danza classica e modern jazz sia privatamente sia di gruppo. Ero completamente risucchiato da questo mondo fatto di sacrifici, sudore, ansie, felicità, è lì che capii di essere nel mio habitat. Nel frattempo, proprio per non farmi mancare nulla, iniziai il triennio professionale Cruisin studiando Hip Hop in tutte le sue salse presso lo scenario pubblico di Catania.

Come mai continui a praticare tanti stili di danza tutti insieme?

Per essere completo, perché ogni stile ti dà sensazioni nuove, tecniche e dinamiche diverse, inoltre ascoltando tanti generi di musica non voglio avere limiti nella creazione delle coreografie.

Come ci riesci?

Vivo solo di danza, ho pochissimo tempo libero per me. Ma va bene, perché ho fatto delle scelte e ne sono felicissimo.

Cosa vuol dire fare danza oggi per te?

Provo a rispondere. Per me è come camminare, o ridere, o parlare. La danza fa parte di me, è un codice con il quale la mia anima comunica con le altre.

Parliamo del tuo corpo di ballo.

La mia compagnia è giovanissima. Creata nel 2016. E’ composta da danzatori professionisti provenienti da tutt’Italia, scelti con un solo casting e una precedente scrematura di curriculum. I miei ballerini sono versatissimi, ovviamente con forti basi classiche, capaci d’interpretare qualsiasi coreografia di qualunque stile.

Spettacoli in vista ce ne sono?

A Giugno del 2016 abbiamo fatto la “prima” dell’opera “Time Lapse” nel Teatro Roma, scritta e coreografata interamente da me. In poco più̀ di 60 minuti è stata raccontata la storia dell’umanità̀, dalla nascita della vita fino ai giorni nostri. Lo spettacolo, infatti, ha suscitato molte emozioni, smosso gli animi e provocato le coscienze lanciando non pochi spunti di riflessioni sulla condizione di schiavitù̀ in cui, in un modo o nell’altro, per costrizione o per scelta, l’uomo ha sempre vissuto e continua a vivere. Adesso si programma la Tournée per portare la nostra arte in giro per l’Italia.

In merito alla danza di coppia, cosa insegni questo settore?

Danze Caraibiche, il mio primo amore. Ho avuto un debole per la salsa ma negli ultimi tempi la bachata mi sta coinvolgendo di più, soprattutto perché si è evoluta in uno stile che si chiama “Bachata Nueva” dove si trovano tantissime contaminazioni hip hop e di altri stili di danza.

Se dovessi scegliere tra lo stile accademico e quello della strada, quale sceglieresti e perché?

Ovviamente lo stile accademico, perché sono amante della precisione e della tecnica perfetta. Una volta raggiunta la consapevolezza si può improvvisare così come si basano le tecniche da strada.

Futuri progetti.

Girare il mondo con la mia compagnia. Lavorare in TV come coreografo.

Un sogno nel cassetto.

Vivere tutta la vita con la mia danza.

 

 Massimiliano Raso

                                                                                    www.giornaledelladamnza.com

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