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Ho ricevuto uno schiaffo! Il Prof. Alberto Testa appoggia l’editoriale del Direttore Sara Zuccari

Abbiamo incontrato il Prof.  Alberto Testa che in questa lunga intervista al nostro giornale ha voluto raccontare il Suo intenso legame con il Premio Positano per l’Arte della Danza Léonide Massine

Quando è nata la Sua collaborazione con il Premio Positano?

Era il 1969 quando mi proposero di organizzare a Positano un premio per la danza, un evento che voleva essere l’ampliamento del Premio Scarpetta d’Argento nato sempre nella stessa città nel 1964. Il 2 agosto del 1969 si tenne quindi, presso l’Hotel Royal di Positano, la prima edizione del Premio Positano per l’Arte della Danza. Il premio negli anni crebbe molto acquisendo fama e prestigio internazionale tanto da essere conosciuto in tutto il mondo. Insomma aveva una sua caratteristica ben precisa.

Ci racconta come venivano scelti i premiati?

Il premio era rivolto al mondo della danza nella sua totalità. Non venivano premiati solamente i ballerini ma anche i coreografi, i costumisti, gli scenografi, fotografi specializzati nel balletto, i critici, i giornalisti. Era rivolto a tutti coloro che mettevano la loro opera a servizio della danza, qualora ovviamente il loro operato avesse un valore tale da essere riconosciuto.

Noto che parla del Premio come una cosa passata, lontana

In effetti mi viene spontaneo parlare del Premio Positano usando un verbo all’imperfetto specialmente dopo quanto accaduto lo scorso anno.

Potrebbe spiegarci meglio?

L’anno scorso come sempre mi sono dedicato all’organizzazione di quella che avrebbe dovuto essere la quarantunesima edizione. All’ultimo momento però, con mio grande rammarico, è stato cancellato.

Come mai la scelta di intitolare il Premio a Léonide Massine?

L’idea nacque in seguito alla morte del grande coreografo Léonide Massine avvenuta nel 1979. Massine era legato particolarmente a Positano ed in special modo all’isola di Li Galli di cui era proprietario avendola acquistata nel 1920. Fu così che d’accordo con Luca Vespoli, allora Direttore dell’Azienda Soggiorno e Turismo, decidemmo di intitolare l’evento Premio Positano per l’Arte della Danza Léonide Massine. È proprio su questa definizione che io mi batto con tenacia.

Si batte riguardo a cosa?

Riguardo al fatto che pare che quest’anno vogliano fare una nuova edizione senza di me ed in più utilizzando un’idea ed il logo che io stesso ho registrato a mio nome. Di certo però non potrà essere lo stesso evento che io ho curato per 40 anni, con lo stesso prestigio che io ho contribuito a fargli avere.

C’era forse bisogno di dare una ventata di novità?

Anche questa ipotesi è opinabile in quanto ogni anno ho sempre cercato di rinnovare lo spirito del premio dando riconoscimenti anche a nuovi talenti della danza moderna e contemporanea.

Lei è a conoscenza del fatto che esiste una nuova direzione artistica per questo premio?

L’ho saputo dal Direttore di questa testata Sara Zuccari e da Lorena Coppola Presidente della Fondazione Léonide Massine. Con quest’ultima abbiamo tra l’altro collaborato spesso nel corso degli anni.

Cosa rappresenta affettivamente per Lei il Premio Positano?

Il Premio Positano è fortemente legato anche alla mia carriera di danzatore perché nel 1952 quando facevo parte della compagnia del Maggio Musicale Fiorentino fummo  invitati a trascorrere un’estate nella splendida Positano per preparare la coreografia Laudes Evangelii in cui io avevo il ruolo di Giuda. Ricordo che tutti i giorni durante le nostre prove veniva a farci visita Léonide Massine con il quale avevo già in precedenza avuto il piacere di lavorare. Il fatto che questo premio mi sia stato tolto in questa maniera come dire, maldestra, mi duole molto perché l’impegno che io ho riversato in questo evento in tutti questi anni è sempre stato mosso dall’intenzione di rendere omaggio all’artista Massine ed a Positano.

Cosa vuol dire per Alberto Testa essere Direttore Artistico di un evento così importante?

La nomina di Direttore Artistico è molto impegnativa, richiede preparazione e professionalità. Non la si può ricoprire senza studiare, prepararsi, senza passare attraverso le tappe obbligatorie di una carriera che può essere quella di ballerino, coreografo o giornalista.

Sara Zuccari, Direttore di questa testata, nel suo editoriale ha rimarcato la necessità e l’obbligo di riconoscenza verso chi come Lei ha avuto ed ha tutt’ora un ruolo fondamentale nella danza

Ringrazio il Direttore Zuccari per la solidarietà e la sensibilità dimostratami nel suo editoriale e non posso che convenire con lei su quanto ha scritto. Non si tratta di presunzione ma ritengo di aver ricevuto da Positano uno schiaffo che non meritavo, avendo operato bene nel nome della danza. Dare uno schiaffo ad una persona che si è sempre impegnata per la bellezza e la verità non è stata una cosa elegante.

Qual è il Suo augurio a riguardo di questa situazione?

Per quanto mi riguarda non mi auguro più nulla, mi sento offeso ed umiliato. Posso solamente dire che il mio lavoro è stato sempre basato sulla cultura, sulla bellezza e sulla competenza, elemento quest’ultimo che troppo spesso viene a mancare.

Alessandro Di Giacomo

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DI SEGUITO PER RICOSTRUZIONE STORICA ALCUNE LETTERE DEL PRO.RE ALBERTO TESTA:

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.

3, Settembre , 2010

Sabato 4 settembre nella splendida cornice naturale della Spiaggia Grande di Positano avrebbe dovuto svolgersi come di consueto il Premio Positano “Léonide Massine” per l’Arte della Danza, con la direzione artistica del suo creatore, Alberto Testa, noto storico e critico di Danza.

Era già tutto pronto, ma purtroppo la manifestazione è stata annullata con grande rammarico di tutto il mondo coreutico.

Il Premio, considerato uno dei massimi riconoscimenti nel mondo internazionale del balletto in quanto dedicato interamente alla Danza nei suoi aspetti più specifici e ormai storicizzato, è stato ogni anno promosso dall’Azienda di Soggiorno e Turismo di Positano, in collaborazione con il Comune di Positano, la Regione Campania, la Provincia di Salerno e la Camera di Commercio di Salerno.

Così ricorda l’evento il  Maestro Alberto Testa: «2 agosto 1969: si apre all’Hotel Royal, il premio Positano per la Danza (dieci anni dopo, alla scomparsa del maestro e coreografo Léonide Massine, il Premio si intitolerà al suo nome. C’eravamo già allora, con i nostri sogni e le nostre speranze. Un po’ raminghi ma con gli stessi intendimenti e l’identica volontà trasferivamo lo scibile del Premio l’anno dopo, felicemente, all’Hotel San Pietro. Nel ‘72 la manifestazione trovò la sua sede ideale a Palazzo Murat; piante esotiche, nell’aria profumi dolci e acri di fiori, un’intimità complice negli incontri esclusivi con le “stelle” della danza ed altre del cinema (una sera Franco Zeffirelli vi convogliò gli ospiti che erano Gregory Peck, Claudette Colbert, Liza Minnelli, Gore Vidal; in un’altra Nureyev e le Kessler; la Fracci come stella fissa brillò in quel cielo di estati calde e mondane). Che gente illustre dell’arte e del teatro, una tautologia, sia approdata e continui ad approdare a Positano è ormai assodato; che la migliore danza, quella dell’intelletto, delle avanguardie storiche e dei nuovi traguardi da Diaghilev a Nijinskij, da Picasso a Stravinsky, a Massine, “genius loci”, dalla Fonteyn a Nureyev, da Ezralov a Pendleton e a Lindsay Kemp sia stata omaggiata qui, forse non è noto a tutti. Sono stati premiati tutti, famosi e meno famosi o in via di diventarlo (molti attraverso questo riconoscimento si sono affermati nel mondo) e sono venuti tutti da Béjart a Vassiliev, Maximova, Makarova, Babilée, Versace, Carla Fracci, Luciana Savignano, Elisabetta Terabust, Luigi Bonino,  Roberto Bolle, Giuseppe Picone a ritirare  il premio ambito, ricordato dalle Enciclopedie e dai Dizionari, segnalato dalle agenzie teatrali e turistiche come appuntamento dell’anno nel corso delle oltre trenta edizioni e sì che la danza è stata definita arte elitaria. Il titolo di avvenimento, raffinato e popolare insieme, gli è stato mantenuto da quando gli invitati privilegiati di Palazzo Murat sono aumentati e sono scesi alla Spiaggia Grande per vedere più da vicino le Isole de li Galli ed immaginare, confuso tra i voli delle danzatrici, un guizzare di sirene…Infine, si fa il calcolo approssimativo che almeno cinquecento personaggi della Danza internazionale siano stati presenti a Positano: una cifra notevole…»

In Fede

Alberto Testa

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.

4, Settembre, 2010

rispondo alla sua lettera e scelgo la stringatezza onde non perdermi nei meandri delle polemiche, in 5 punti:

  1. la sospensione del Premio Massine quest’anno ci è stata comunicata solo in via ufficiosa, mai ufficialmente negli ultimi giorni del mese di agosto quando, con sorpresa, abbiamo appreso che nello stesso periodo del Premio, nello stesso spazio si sarebbe svolta una manifestazione analoga che aveva tutte le arie di sostituirsi alla nostra manifestazione e (ahi! noi) non poteva averne le caratteristiche. Abbiamo perciò dedotto che il Premio, fissato da tempo per il 4 settembre, non avrebbe avuto luogo.
  2. E’ un errore pensare o sostenere che il Premio Massine appartenga al Myth Festival. Già lo scorso anno mi opposi ad un inserimento perché avrei dovuto adeguarmi alla consulenza di altra persona che nulla aveva ed ha da dividere con me.
  3. Smentisco nel modo più assoluto che Daniele Cipriani sia stato mio allievo. Sul piano del lavoro lo incontrai una volta per invitarlo a ricoprire molti anni fa un ruolo di mimo in una mia danza. Egli non ha finito i suoi studi in Accademia, perciò non ha diploma, non ha conoscenza alcuna diretta di teatro. Deve studiare, e glielo dissi, maturare, pensare e creare cose nuove se vuole veramente entrare nella grande “routine” dello spettacolo e non affastellare vari pezzi che sono ripetizioni di ripetizioni, nel caso di quest’anno, presentati “in toto” lo scorso anno. Altra cosa è l’impresariato. Il Premio Positano è un riconoscimento di eccellenza e questo è stato e avrebbe dovuto essere anche quest’anno secondo il programma che avevo preparato. Non occorre che io sia stato presente allo spettacolo del 28 agosto u.s. Mi è bastato leggere il programma che, in parte, è stata una ripetizione di ciò che avevo presentato l’anno scorso.
  4. Non mi risulta che io abbia avuto dal Signor Sindaco la proposta di attribuirmi un Premio per l’opera svolta. Sono lucido per cui trovo che per i 40 anni trascorsi, di fatica e di lotta, non meritavo la cancellazione del Premio: bisognava fare di tutto, cercare sponsor o che so io per salvarlo e non affossarlo sostituendolo con altra manifestazione.
  5. Infine: non mi interessa una proposta di tipo mediatico che non ha lontanamente il contenuto culturale del Premio.

Molto distintamente

Alberto Testa

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

13, Settembre, 2010

Circa tre anni fa, dopo le due serate di spettacolo, il Gala dei Premiati del Premio Positano e il “Pas des Dieux” del giorno dopo, con i miei collaboratori mi incontrai con il Sindaco Domenico Marrone e gli prospettai l’utilità di effettuare sulla Spiaggia Grande di Positano una sorta di “Festival della Danza”, strettamente collegato al Premio in quanto emblema della città.  Non c’è bisogno di ricordare che Positano per tradizione è la Città della Danza. Oggi purtroppo passa come la città del Mith Festival. Da fare orrore a Massine ed a Nureyev ai quali noi ci richiamiamo. Come “brillante” risposta alla nostra richiesta,  lo scorso anno fu ideato, in concorrenza e nello stesso periodo, appunto, il Myth Festival che non aveva la danza per vocazione ma un  “pastiche” di eventi. Lo “sgarbo” alla danza è stato perpetrato nuovamente quest’anno. Stesso luogo, stessa scena, stesso periodo. Quarant’anni ed uno staff di prim’ordine, a sentire il Sindaco del tempo, sarebbero stati  incapaci di promuove l’evento. E allora ci si rivolse a Ravello, molti più soldi ed uno staff ben pagato contro la gratuità riservata al nostro. Protestai allora e “J’accuse!” oggi. Si vuole fare un Festival di arte varia a Positano? Lo si faccia in altro periodo e si lasci in pace la danza che non ha bisogno di miti visto che essa stessa lo è di per sé e dalle origini dei tempi. Perché dunque insistere con ottusa testardaggine ad oltraggiare Positano con saggi di scuole, cantanti sconosciuti e spettacoli di danza che nulla hanno a che dividere con il Premio storico? Protagonismo dei politici? Incapacità  e scarsa efficienza delle strutture a preservare il Premio? Ho chiesto varie volte, prima di spedire la mia lettera polemica al Presidente e al Vicepresidente della Regione, di poterli incontrare attraverso l’Azienda. Non c’è stato verso. Bisognava attendere! Che cosa? Che il Premio fosse soppresso per fare un favore al Comune affinché gestisse quella “rottura di scatole” del Premio Massine? In effetti, ho cercato di collegarmi per mio conto con le autorità regionali e mi è stato fatto capire che mi ero mosso troppo in ritardo. Peccato! Ho rilevato fra le righe che c’era, questa volta a Positano, la volontà di fare di due eventi uno soltanto. Troppo facile ma non per me, quando il peso specifico, la portata storica dell’uno sono così diversi dalle improvvisazioni dell’altro. Non è forse chiaro che il Premio non può subire accostamenti del genere? Si è cercato di sostituire e di copiare (male) il Premio ma i due eventi sono molto dissimili.

Il Myth Danza non indica nulla, non propone, non crea, come dovrebbe fare, (almeno mettere in scena in forma coreografica alcuni dei tanti miti antichi che alitano intorno ai lidi e alle acque positanesi). Invece, il Premio ha sempre sentito vivo il compito di segnalare chi si mette in evidenza nell’arco di una stagione di spettacoli di danza come è stato fatto esattamente nei suoi quarant’anni di vita.  Il Premio Positano, iniziato quasi in sordina, senza clamori pubblicitari, è divenuto il più famoso del genere nel mondo. Ha riscosso i boati di un pubblico elettrizzato (Attenzione: ci sono le registrazioni in DVD che ne fanno fede!).  Cusioso: in Italia ogni volta in cui un evento d’arte si afferma e si consolida trova in agguato gelosie e invidie che cercano di affossarlo. Alla direzione artistica del Myth Danza, dall’alto della mia età e della mia esperienza,  mi permetto di dire una sola cosa che molte ne racchiude in sé: non basta essere assistente una volta, bisogna studiare, non smettere di imparare, di fare scelte oculate e precise e non affastellare brani diversi, insomma fare di ogni erba un fascio. Mi è chiesto come ho potuto dare un giudizio così “tranchant” sul Gala del 28 agosto senza averlo visto. Semplicissimo! In tutti questi anni ho imparato a leggere un programma; siccome conosco i pezzi, gli interpreti, il modo e i modi con i quali li si presenta, casualmente un po’ dappertutto, ho capito che quel programma era sbagliato, deplorando che alcuni brani erano già stati eseguiti nella scorsa edizione del Premio.

Perché avrei dovuto recarmi a Positano: per vedere ciò che io stesso avevo già presentato? Altri brani, come “La Signora delle Camelie”, li avevo messi nel programma del Premio oggi soppresso. Mi si fa presente che uno dei figli di Massine (proprio Theodor che nulla ha da spartire con la danza) è stato invitato per il Gala del 28 scorso. Semmai il figlio Lorca, danzatore e coreografo emerito, è stato proprio lui a salire sul nostro palco per ricevere il Premio. Infine vorrei precisare quanto ebbe a dire Nureyev e cioè che il ricevimento del Premio del 1982, proprio quello, gli permise di conoscere Positano e di innamorarsi dell’isola Li Galli che poi acquistò. Come può permettersi il signor Sindaco di dire che non ha ricevuto nessuno scritto né telefonata di rammarico per l’eliminazione del Premio quando io sono stato tempestato per una decina di giorni di telefonate e messaggi in internet? Evidentemente ci sono stati solidarietà e rammarico in ampia misura.

Come si può parlare di competizione quando nulla è accomunabile tra un Premio unico e consolidato ed un neonato Festival, senza considerare le differentissime persone che li gestiscono? Accorpare il Premio? Lo chiedo a voi, cari positanesi e non ai nostri politici che hanno logiche mediatiche prioritarie rispetto all’Arte ed alla Cultura. Il Sindaco De Lucia desidera fare un Premio che vada in TV, con le veline? con i soliti cantanti regionali? con le sfilate? Ottima idea ma non lo si associ al Premio Massine, premio di eccellenza, entrato nella storia della danza e che oggi rischia di sparire dalla memoria e dal cuore dei suoi più affezionati assertori.

Grato per l’ascolto e l’attenzione, saluto distintamente.

Alberto Testa

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