La danza classica ha una storia ricca e variegata, e comporta una serie di vantaggi incalcolabili a livello psico-fisico-comportamentale.
Il balletto si attiene a sette principi fondamentali sanciti da per la prima volta in modo definitivo nel 1723 da John Weaver, danzatore, storico, maestro e teorico della storia della danza.
Essi riguardano la postura corretta, l’en dehors, il centro di equilibrio, la flessibilità, l’espressività corporea e facciale, la gestione del peso e la coordinazione.
Tali principi sono essenziali per la comprensione del balletto e guidano i danzatori nel raggiungimento della precisione del movimento e del portamento.
Ogni secolo ha avuto i suoi grandi insegnanti di danza e coreografi, i quali hanno aggiunto approfondimenti e dettagli a queste regole che il ballerino apprende intorno ai 9 o 10 anni di età.
Oltre a migliorare postura e coordinazione e a stimolare muscoli spesso trascurati in altre forme di esercizio fisico, la danza classica genera un ‘effetto domino’ di benefici che travalicano l’ambito prettamente corporeo.
Il balletto offre una piattaforma per l’espressione creativa all’interno di confini strutturali e ben definiti. I danzatori imparano la musicalità, la sicurezza e la gestione delle emozioni, creando un legame profondo con una forma d’arte unica e inossidabile.
La disciplina della danza classica richiede inoltre un allenamento della memoria che favorisce lo sviluppo cognitivo e la concentrazione. L’apprendimento delle routine e la memorizzazione delle coreografie aumentano forza e capacità mentale, soprattutto nei bambini, e migliorano l’auto-percezione, le abilità sociali e l’autostima.
Il danzatore si distingue per l’eleganza dei suoi movimenti anche nelle occasioni più comuni, per esempio quando indossa una tuta da ginnastica oversize per passeggiare o andare a fare la spesa.
Questo perché la danza classica incarna e infonde grazia, leggerezza, determinazione, bellezza e senso di libertà.
Stefania Napoli
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