Nuova occasione per vedere uno spettacolo che ha unito critica e pubblico in questa stagione della compagnia del Balletto di Roma: sabato 31 gennaio alle 20.45 e domenica 1° febbraio alle 18.00 al Teatro Comunale di Vicenza va in scena il lago dei cigni, ovvero il canto, coreografia e regia di Fabrizio Monteverde.
Sinonimo di balletto per eccellenza, il Lago viene riproposto dal noto coreografo attraverso una contaminazione tra la storia originale e la novella di Cechov Il canto del cigno, in cui un attore sul viale del tramonto, intrappolato in teatro durante la notte, ripropone al suggeritore i propri cavalli di battaglia, in un’interpretazione che è come un vero e proprio canto del cigno. Così nella coreografia di Monteverde, in scena non c’è solo un classico del balletto e uno dei ruoli più ambiti di una carriera, ma anche il ritiro dalle scene e il corpo che perde la sua agilità: non a caso i ballerini indossano la maschera della vecchiaia, e interpretano dei danzatori alle prove dell’ultimo spettacolo, Il lago dei cigni appunto. Attraverso la musica di Tchaikovsky e una coreografia dalla bella tecnica contemporanea il coreografo trova il veicolo giusto per i moti dell’anima e del corpo sofferente dell’anziana protagonista (costretta a confrontarsi con la dolce Odette, ma anche con l’impegnativa e guizzante Odile, nonostante la difficoltà) e dei due coprotagonisti maschili, perfette incarnazioni dello stereotipo del maitre del ballet antipatico e del ballerino vanesio. In scena anche riferimenti alla storia dell’arte negli stracci, alla storia del teatro nelle maschere e ovviamente alla storia della danza, tra citazioni dell’originale e rimandi al rapporto tra balletto e danza contemporanea. Un balletto quindi che piacerà sia agli appassionati e agli esperti, sia al pubblico occasionale, che avrà la possibilità di vedere l’ottima interpretazione del corpo di ballo in una creazione tragica, grottesca spesso crudele e sempre intensa, ma anche la possibilità di assistere a uno spettacolo che almeno in superficie continua a interrogarsi sul rapporto tra arte e vita, soprattutto nella vita degli artisti.
Accanto a questa bella sperimentazione sui classici del balletto, segnaliamo anche la rassegna sperimentale Luoghi del Contemporaneo-Danza dedicata alla coreografia e alla danza di ricerca, concepita per mettere in scena negli spazi del Ridotto i nuovi autori e interpreti.
In programma sabato 24 gennaio alle 20.45 Kaze Monoke. Il vento e i petali di ciliegio della Dacru Dance Company, coreografie di Marisa Ragazzo e Omid Ighanì, spettacolo che rappresenta la raffinata contemplazione di un fenomeno naturale della primavera giapponese: i fiori di ciliegio trasportati dal vento, che sono proprio come le figure protagoniste del balletto, che danzano in uno spazio bianco, onirico, tratteggiato solo da qualche visione animata, e soprattutto da uno stile coreografico che si avvia a una piena maturazione. I due coreografi infatti, dopo un percorso sull’hip hop theatre, arrivano qui a una contaminazione tra jazz, hip hop e linguaggi innovativi che creano, inaspettatamente e nonostante l’idea generale che il pubblico ha di questi stili, uno spettacolo poetico e intenso.
E non a caso forse i due balletti vanno in scena a breve distanza l’uno dall’altro: perché se uno è una riflessione tra arte e vita e sulla reazione al viale del tramonto artistico, l’altro celebra il simbolo giapponese, romantico e dolcemente triste, della caducità della vita. In tutta la sua bellezza (coreografica).
ORARI&INFO:
Kaze Mononoke
24 gennaio ore 20.45
Il lago dei cigni ovvero il canto
31 gennaio, ore 20.45 e 1 febbraio ore 18.00
entrambi in scena al Teatro Comunale di Vicenza
Via G.Mazzini 39, Vicenza
Greta Pieropan
Foto: Teatro Comunale di Vicenza