Il balletto classico preferito?
“Les Sylphides”.
Il balletto contemporaneo prediletto?
“Le Jeune homme et la mort”.
Il Teatro del cuore?
Mariinsky di San Pietroburgo.
Un romanzo da trasformare in balletto?
“Il conte di Montecristo”.
Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto?
“The Parfume” (che è anche un romanzo).
Il costume di scena indossato che hai preferito?
La salopette del “Jeune Homme” nel balletto di Roland Petit “Le Jeune Homme et la mort”.
Quale colore associ alla danza?
L’azzurro cielo.
Che profumo ha la danza?
Il profumo della primavera a Kyoto.
La musica più bella scritta per balletto?
“Romeo e Giulietta” di Prokofiev.
Il film di danza irrinunciabile?
“Due vite una svolta”.
Due miti della danza del passato, uomo e donna?
Serge Lifar e Margot Fonteyn.
Il tuo “passo di danza” preferito?
Doppio saut de basque.
Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico?
Sono quasi tutte tragedie e spesso i ruoli maschili non sono personaggi che mi corrispondono nella vita reale.
Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica?
Roland Petit e Mats Ek.
Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Grazie.
Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Indispensabile-essenziale-curativa.
Come ti vedi oggi allo specchio?
Oggi allo specchio vedo un uomo che ha avverato i propri sogni.
Michele Olivieri
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