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In libreria il libro dell’étoile Giuseppe Picone “Una vita in ballo”

 
In libreria edito da Formamentis l’autobiografia dell’étoile della danza mondiale Giuseppe Picone, tra successi e disavventure di vita. Prefazione di Beppe Menegatti.

Nato a Napoli, Giuseppe Picone è Direttore della Compagnia di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli dal 2016; a nove anni entra nella Scuola di Ballo del Teatro San Carlo, dove muove i primi passi di una lunga e splendida carriera, che inizia nel 1989 quando viene scelto per interpretare la parte del giovane Nijinsky nel balletto omonimo, con Carla Fracci, Vladimir Vassiliev, Eric Vu-An, regia di Beppe Menegatti.

In seguito prosegue gli studi perfezionandosi all’Accademia Nazionale di Danza di Roma, e vince i concorsi di Rieti e Positano. Già Direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli.

A soli sedici anni si esibisce in ruoli da solista in coreografie di Pierre Lacotte, Fokine, Balanchine, Petipa.

Nel 1993 è ingaggiato come solista dall’English National Ballet di Londra, con cui si esibisce fino al 1997; successivamente lavora presso l’American Ballet Theatre di New York.

Si esibisce sulle più importanti scene internazionali con i maggiori titoli del grande repertorio classico: da Giselle e Il Lago dei Cigni a Romeo e Giulietta Onegin. Si cimenta anche con brani neoclassici e moderni, di Balanchine, Roland Petit, Jiri Kylian, John Neumeier. 

Spicca tra le sue interpretazioni più significative la prima mondiale di Le Corsaire di Petipa, nella versione ricreata da Anne Marie Holmes al Metropolitan di New York, con Nina Ananiashvili.

È spesso ospite delle più celebri compagnie di danza internazionali: il Royal Ballet di Londra, il Corpo di Ballo della Staatsoper di Vienna, l’Het National Ballet di Amsterdam, il Corpo di Ballo del Teatro Bol’šoj, il Los Angeles Dance Theatre, il Boston Ballet, il Ballet National di Bordeaux, il Bucarest National Opera Ballet, il Ballet Nacional di Cuba, il Ljubljana National Ballet, il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dell’Arena di Verona, del Teatro Massimo di Palermo; partecipa inoltre a festival e gala internazionali. 

È ospite di prestigiose trasmissioni Rai e Mediaset, nel 2005 al Concerto di Capodanno dell’Opera di Vienna in diretta televisiva mondiale con le coreografie di Renato Zanella.

Riceve prestigiosi premi e riconoscimenti sin dall’inizio della carriera, senza dimenticare gli impegni nella coreografia, con Carmina BuranaLa Vedova allegraAdagiettoOmaggio a VerdiTchaikowsky Classique, Elegie, la sua versione de Lo Schiaccianoci, di Bolero e la sua ultima prova, Cenerentola.

Al Teatro Filarmonico di Verona debutta nel 2009 nello spettacolo Nel cuore del Novecento e torna nel 2010 per L’Opera da tre soldi, Il Corsaro e Cenerentola; nel 2011 danza Omaggio a Stravinsky, nel 2012 è protagonista di Pulcinella e nel 2013 danza Omaggio a Roland Petit.

All’Arena di Verona debutta nel 1997 in Macbeth e ritorna nel 2000 e nel 2010 in Aida; sempre nel 2010 si esibisce al Gala di danza in Corte Mercato Vecchio a Verona.

Al Teatro Romano interpreta I Due gentiluomini di Verona nel 2000, Giselle nel 2008, Blue Moon nel 2011 e Omaggio a Rota nel 2012.

Nel 2019 è coreografo e primo ballerino de La Traviata, spettacolo in scena anche al 99° Opera Festival 2022.

 
 
“La prima domanda che si pone il lettore di fronte al testo pubblicato da un artista, estraneo al mondo dell’editoria, è: perché scrivere un libro?
La mia motivazione è dopo trent’anni di carriera sentivo l’urgenza di raccontare non tanto la mia vita, quanto un percorso artistico, che dall’esterno può apparire tutto lustrini e felicità, ma che in realtà comporta anche momenti duri e pillole amare, come quella lunga degenza a New York di cui moltissime persone verranno a conoscenza solo leggendo questo libro e che stava mettendo a rischio non solo la mia vita, ma la mia stessa carriera, visto che dopo quell’esperienza ho rifiutato contratti presso compagnie prestigiose come il Royal Ballet di Londra e il New York City Ballet.
Ecco. Accadimenti come quello, insieme a tanti altri che troverete pagina dopo pagina, hanno contribuito con il tempo a creare in me un’emergenza interiore: quella di raccontare la mia carriera.
Una carriera della quale, se sono qui a scrivere, evidentemente sono molto, molto soddisfatto, non solo per quello che è stato, ma anche per quello che ancora è, dato che continuo a girare il mondo e ad arricchire un percorso che è stato, nonostante tutto, di altissimo livello. Non si può chiedere a noi stessi di dimenticare: le esperienze vanno semplicemente ricollocate, rimesse al posto giusto, con la maturità acquisita e alla luce delle esperienze successive.”
 
Buona lettura.
Giuseppe Picone 
 

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