La danza non è solo la mera, indispensabile e complicata esecuzione tecnica. In quanto arte, è espressione del nostro vissuto interiore, del nostro passato ed esprime chi siamo, a noi stessi e agli altri.
La danza ci mette in crisi, ci pone di fronte ai nostri errori a limiti, ma soprattutto ci sfida a osservarci, a studiare come reagiamo e come affrontiamo i nostri punti deboli.
Mentre danziamo siamo scoperti, non ci sono filtri, non ci sono escamotage. Siamo solo noi, i passi, la musica e quello che proviamo.
Le emozioni che viviamo mentre balliamo non sono sempre positive, almeno all’apparenza. A volte abbiamo paura e diventiamo i nostri peggiori nemici, i più feroci critici di noi stessi, anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
L’autovalutazione costruttiva è parte necessaria della danza, ma se si trasforma in autocritica diventa un limite che ci impedisce di migliorare.
Può accadere che ballerini in apparenza spavaldi nascondano in realtà una grande insicurezza. Questo li spinge a denigrare i compagni, a pretendere la prima fila e ad arrabbiarsi se non ottengono quello che ritengono di meritare.
Al contrario, ci sono ballerini che si sottovalutano, si reputano mediocri, incapaci e mai all’altezza.
Entrambi questi atteggiamenti sono pericolosi per la danza che richiede totale onestà nel guardarsi dentro, nel riconoscere e tirare fuori la forza e l’intelligenza necessarie per capire chi siamo, al di là di quello che raccontiamo a noi stessi.
La danza quindi ci spinge ad accettarci e stimola la determinazione che conduce al cambiamento.
Non si può mentire quando si balla, perché la danza è lo specchio puntuale e sincero di quello che siamo e di quello che possiamo diventare.
Stefania Napoli
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