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La Direttrice Artistica Amanda Bennett “allo specchio”

Balletto classico preferito?
Tra i balletti classici tradizionali: La Bella Addormentata. Inoltre, le opere di Balanchine, come Serenade, Concerto Barocco, Duo Concertant e molte altre.

Balletto contemporaneo preferito?
Le opere di William Forsythe. Mi è piaciuto anche Grand Finale di Hofesh Shechter.

Il teatro del cuore?
I miei teatri preferiti sono il Koch Theater al Lincoln Center di New York (ex State Theater), il palcoscenico della Semper Oper di Dresda è fantastico e ho un debole e bellissimi ricordi del palcoscenico del Theater Basel.

Un romanzo da trasformare in un balletto?
Non sono una coreografa, ma forse Via col vento di Margaret Mitchell.

Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto?
Di nuovo, forse Via col vento, prodotto da David O. Selznik e diretto da Victor Fleming.

Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito?
Il mio secondo costume da La fille mal gardée di Heinz Spoerli e il mio costume “russo” dal terzo atto del Lago dei cigni di Spoerli.

Quale colore associ alla danza?
Bianco, soprattutto la luce bianca, poiché comprende tutti i colori dello spettro visibile.

Che odore ha la danza?
Come la somma di tutte le emozioni e l’intelletto umano.

La musica più bella scritta per il balletto?
Ci sono così tante bellissime partiture! Il Lago dei Cigni, Romeo e Giulietta di Prokof’ev. Non mi stanco mai del Grand pas de deux de Lo Schiaccianoci, e poi ci sono molti balletti di Stravinskij, come Agon e Le Sacre du Printemps. È una lunga lista.

Il film di danza imperdibile?
I film con Gene Kelly e Fred Astaire.

Due miti della danza del passato, maschile e femminile?
Difficile, ma uno dei miei insegnanti, Stanley Williams.

Il tuo “passo di danza” preferito?
Gargouillade, e in generale il petit allegro.

Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico?
Aurora.

Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica?
George Balanchine

Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Grazie!

Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Una sola parola: Amore. La disciplina nasce dall’amore per questa forma d’arte.

Come ti vedi oggi allo specchio?
Vedo una persona che, al meglio delle sue capacità, ha sempre sostenuto l’eccellenza della danza in modo etico. Vedo una persona estremamente grata di aver avuto l’opportunità di lavorare con artisti straordinari, una persona grata di seguire il successo dei miei allievi e, soprattutto, una persona grata di avere un marito così meraviglioso.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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