DANZA CHI, COME E PERCHE’?
Cosa ne pensa del giornalismo specifico della danza in Italia?
Gabriella (Roma)
Cara Gabriella, in passato molti critici hanno confuso il giornalismo con “cosa nostra” – mi spiego – oltre a dare la notizia si sono sostituiti con ruoli imprenditoriali, manageriali, facendo e compiendo mosse scorrette con manovre che hanno rovinato carriere di ottimi danzatori e geniali coreografi… Questo si poteva fare quando l’unico modo di comunicazione erano quattro righe sulla carta stampata, senza Internet e senza social network questo è stato possible! Oggi stiamo uscendo a fatica da questo pantano fatto di ingiustizie e cattiverie, anche se ancora girano dei “cancri” che attraverso l’odio e il rancore hanno costruito la propria carriera giornalistica divenendo gli “sciacalli del giornalismo”. Questo è un mestiere e va seguito secondo l’etica professionale che richiede. Ovviamente non si può fare di tutt’erba un fascio, c’è stato anche chi in passato ha portato alto il “buon” giornalismo della danza. Oggi per nostra fortuna con la “rete” certe barriere sono state scavalcate e abolite, certe situazioni di “superstiti” sono ormai morte: il guaio è che ancora non se ne sono accorti!!!
Sara Zuccari
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Come si diventa critico di danza?
Andrea (Belluno)
Bella domanda questa! Certe volte me lo chiedo anche io, soprattutto quando leggo certe biografie dei miei “colleghi”. Intanto bisogna aver studiato la danza perché la si deve conoscere prima tecnicamente e praticamente. Poi bisogna aver frequentato una scuola professionale dove si ha l’opportunità di studiare la storia e la teoria della danza a fondo. Poi unire il tutto diventando giornalisti che non guasta…per cui essere riconosiuti dall’albo nazionale che ci rappresenta. E in ultimo avere la passione e l’amore per questo lavoro e soprattutto per la danza…
Sara Zuccari