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La prima ballerina Beatrice Parma “allo specchio”

 

Il balletto classico preferito?
Romeo e Giulietta di Sir Kenneth MacMillan.

Il balletto contemporaneo prediletto?
Radio and Juliet di Edward Clug.

Il Teatro del cuore?
Teatro alla Scala.

Un romanzo da trasformare in balletto?
Piccole donne di Louisa May Alcott

Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto?
Orgoglio e Pregiudizio diretto da Joe Wright.

Il costume di scena indossato che hai preferito?
Tutù di Cenerentola del secondo atto nella versione di Sir David Bintley. Costumi stupendi di John Macfarlane, quel tutù brilla, ti fa proprio sentire una principessa.

Quale colore associ alla danza?
Non ci ho mai pensato prima ma forse l’azzurro. Se lo associo al mare o al cielo che si estendono all’orizzonte oltre ciò che possiamo vedere anche la danza in un certo senso può trasmettere quella sensazione, dove i gesti ed i movimenti ti trasportano verso quelle che solo le parole possono dare.

Che profumo ha la danza?
Sudore dell’impegno dei ballerini e costumi vissuti che raccontano la storia di balletti e dei loro interpreti.

La musica più bella scritta per balletto?
Quelle di Čajkovskij per il Lago dei Cigni, ci sono tantissimi momenti musicali che fanno venire i brividi.

Il film di danza irrinunciabile?
Billy Elliot, perché penso sia stato molto importante per aspiranti ballerini maschi.

Due miti della danza del passato, uomo e donna?
Mikhail Baryshnikov e Carla Fracci.

Il tuo “passo di danza” preferito?
Sissonne.

Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico?
Lise ne La fille mal gardée perché mi rispecchio un po’ in lei nel carattere, che nonostante gli ostacoli non perde la determinazione e questo lo associo molto al percorso della mia carriera.

Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica?
È molto difficile scegliere solo un coreografo, tanti hanno fatto la storia della danza. Sir Kenneth MacMillan ha creato dei masterpiece di coreografie ma non posso non pensare anche a Sir Frederick Ashton che ha fatto la storia della danza inglese.

Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Grazie per averci donato quest’arte meravigliosa.

Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Passione, costanza, emozioni.

Come ti vedi oggi allo specchio?
Soddisfatta e molto grata di tutti i traguardi che ho raggiunto ma allo stesso tempo costantemente alla ricerca nel migliorare perché in questo mestiere non si smette mai di imparare e di evolversi. Trovo sia la cosa più bella della danza, il fatto che sia un percorso artistico personale senza fine dove si può sempre cercare di oltrepassare i propri limiti.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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