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La Stagione Danza 2026 del Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona nasce come un percorso che attraversa linguaggi, estetiche e visioni differenti. Non più una rassegna isolata, ma una trama narrativa che dialoga con l’intera programmazione del teatro, rispecchiando il nuovo corso voluto dal sovrintendente Andrea Nocerino: un’unica grande stagione, dove la danza diventa voce essenziale per interpretare il presente.
Per il 2026 il cartellone si compone di otto appuntamenti che, da febbraio ad aprile, porteranno sulla scena cremonese alcune tra le realtà coreutiche più rilevanti del panorama internazionale. La varietà è la chiave: il pubblico attraverserà classico, contemporaneo, danza-teatro e nuove creazioni, trovandosi di fronte a un ventaglio di possibilità che invita a osservare il movimento come un linguaggio in continua trasformazione.
A inaugurare simbolicamente la stagione sono le grandi compagnie internazionali. Les Ballets de Monte-Carlo tornano al Ponchielli con una delle loro produzioni più amate, Romeo e Giulietta, che nel tempo è diventata non solo un classico del repertorio ma anche la dimostrazione di come la danza possa rinnovare la materia shakespeariana senza tradirne la forza emotiva.
Accanto a loro, la presenza di compagnie come NDT2 o Tao Dance Theater porta sul palco una danza dal carattere più astratto, minimalista o performativo, capace di parlare una lingua universale fatta di geometrie, ritmo e poesia fisica.
Il pubblico più legato alla tradizione non rimarrà deluso: il Galà con i solisti del Teatro alla Scala, Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, è uno degli appuntamenti più attesi, un’occasione rara per vedere due dei principali interpreti italiani confrontarsi con pagine celebri del repertorio e con nuove creazioni sartoriali.
Ma la stagione 2026 guarda con decisione anche al futuro. Spazio dunque alle giovani voci della coreografia contemporanea, come Roberto Tedesco, che con la sua nuova creazione propone un’indagine sul tema della scelta, intrecciando gesto, luce e introspezione.
E non manca l’affondo nel teatro-danza con l’Otello del Balletto di Roma, un lavoro che ripercorre la tragedia shakespeariana attraverso un linguaggio fisico fortemente emotivo e narrativo.
Tra gli appuntamenti più attesi c’è Beethoven 7 di Sasha Waltz, un’opera che trasforma la partitura sinfonica in pura energia corporea. Waltz, da sempre maestra nel trasformare gli spazi e gli ensemble, offre una lettura che esonda dal palco e arriva diretta allo spettatore: la danza diventa musica visibile.
Quella del Ponchielli è dunque una stagione che non si limita a presentare spettacoli, ma costruisce un percorso culturale. Ogni appuntamento è pensato come parte di una costellazione più ampia, dove classico e contemporaneo, Italia ed estero, affermazione ed emergenza convivono e dialogano.
La danza, come sempre quando è espressione viva, diventa specchio del nostro tempo: fragilità, forza, identità, conflitto, bellezza. Tutto questo passa attraverso un corpo in movimento. Il pubblico di Cremona e non solo troverà nel Ponchielli un luogo dove ritrovare la magia del teatro, ma anche la possibilità di essere interrogato, sorpreso e commosso.
La Stagione Danza 2026 non è solo un cartellone: è un invito a lasciarsi attraversare dalle storie che la danza sa raccontare senza bisogno di parole.
Michele Olivieri
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