RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Maria Grazia Garofoli – Ho appreso con stupore e dispiacere la soppressione del Premio Positano che ha accompagnato per tanti anni i sogni e le speranze di tutti noi “mondo danza”. Spero ardentemente in un ripensamento.
Domenico Luciano – Sono rimasto molto sorpreso e turbato quando ho saputo che, dopo 40 anni, la Direzione Artistica del Premio Positano non era più del Prof. Alberto Testa. Il Prof. Testa, oltre ad essere un uomo di grande cultura, è anche un uomo con una grande sensibilità artistica. Qualsiasi siano state le motivazioni per il cambio di Direzione, credo che si sia mancato di rispetto ad un uomo che ha fatto tanto per la Danza in Italia, escludendolo di punto in bianco dall’evento senza neanche pensare di onorare e celebrare una vita dedicata all’arte della Danza.
Matteo Ruggiero – Ho avuto la fortuna in maniera indiretta un po’ di anni fa di stare accanto al Prof.Testa, proprio lì a Positano, per due edizioni e poi in altre occasioni, ed ho notato come, al di là della passione che il Professore sente per la danza, ha, in particolar modo, un amore profondo per Positano, e di conseguenza per il Premio, che ha tirato su senza esagerare con la stessa attenzione che si può dedicare ad un figlio. Certo è chiaro e evidente che, chi ha vissuto la serata del Premio si ritrova in una situazione che non vive e non può vivere quotidianamente, un’ assoluta magia tra paesaggio, suoni del mare e le luci di quel palco unico con i premiati che fanno da valore aggiunto, davvero un’atmosfera unica. Nella danza, lo sappiamo e lo diciamo tutti qui in Italia, qualcosa non va, ma non è vecchia, io penso sia stantia a causa della realtà di questi “grandi” teatri che ritengono che solo ciò che passi di lì sia l’ assoluto, mentre non è non così, soprattutto per la danza contemporanea. Ci sono dei talenti nella coreografia nascosti ancora in laboratori o in teatri minori disposti a pagarsi tutto da sé. Tutto questo per dire che il Professor Testa, nonostante la sua età, è sempre riuscito a vedere oltre perché disposto al dialogo e quindi disposto a dare possibilità, sebbene talvolta anche incerto di fronte a cose nuove. Sono sicuro che il Premio poteva restare ancora sotto la sua direzione artistica con assistenti giovani che potevano consigliarlo nel vedere realtà che dovrebbero essere nuove per tutti. Bisogna avere il coraggio di rinnovarsi, ma non è il Premio Positano che deve rinnovarsi, bensì la danza.
Alessandro Di Giacomo