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Le lettere di Eleonora Abbagnato, Giuseppe Picone, Frederic Olivieri, Marco Bellone e Davide Bombana. Uniti più che mai!

La danza si muove!!!

Lettera di Eleonora Abbagnato, Direttrice del Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma

Da quasi due mesi i nostri spettacoli sono stati cancellati, le nostre prove sono state interrotte e non sappiamo quando potremmo tornare in sala e sulla scena. Questo particolare momento storico, che nessuno ha mai dovuto fronteggiare neppure ai tempi delle due guerre mondiali del secolo scorso, ci costringe a riflettere anche sul nostro patrimonio culturale e artistico, che ci ha permesso di primeggiare in tutto il mondo. E’ arrivato ora il momento di pensare ad azioni comuni, condivise assieme ai direttori del balletto degli altri teatri italiani, allo scopo di far sentire la nostra voce, con l’obiettivo di salvare la danza e i nostri danzatori da un nemico che minaccia di annullare la bellezza della nostra arte.
Il settore della danza, così fortemente legato ad una disciplina atletica ferrea e, come forse nessuna delle altre arti, vista l’enorme fisicità richiesta, giornalmente dipendente da spazi adeguati che ne permettano appieno la qualità e il livello di realizzazione, sta soffrendo enormemente.
Fa molto male vedere come ogni giorno si parli molto poco della grave situazione in cui versano le nostre Fondazioni e le Scuole di Danza.
Tra l’altro i Teatri sono stati tra i primi ad essere chiusi per fronteggiare l’epidemia e purtroppo potrebbero essere gli ultimi a riaprire con gravi danni artistici e finanziari. Già prima della pandemia la danza in Italia viveva uno stato di fragilità, che si è ulteriormente aggravato per questa lunga inattività. Dovremmo prevedere un rientro a Teatro forse a settembre, almeno per le prove, rispettando ovviamente quanto stabilito dal governo.
Per questo motivo abbiamo bisogno di strategie a sostegno degli artisti, dei professionisti del settore e di risorse urgenti che coprano almeno in parte i mancati guadagni che il settore sta subendo.
Con questo spirito di collaborazione, sono felice di annunciarvi la mia iniziativa. Per la prima volta, oggi, lunedì 27 aprile, ci rivedremo in rete con i direttori dei corpi di ballo Italiani (La Scala di Milano, l’Opera di Roma, Il San Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di Palermo), con grandi étoiles come ad esempio Alessandra Ferri, con i coreografi, tutti i tersicorei dei nostri magnifici Teatri e con Luigi Bonino assistente coreografo ai balletti di Roland Petit,  per una lezione in rete, che terrà Laurent Novis, grande Maestro dell’Opéra de Paris, già ospite delle nostre istituzioni. Sarà anche l’occasione per un confronto con i direttori del balletto dei vari Teatri, per trasmetterci a vicenda spunti e idee su come uscire al meglio da questa situazione e su come sviluppare un futuro “post corona virus”.
Dovremo ripartire sicuramente in un modo nuovo, che tenga conto di tutte le problematiche, pensando anche magari a nuove coreografie.
Tutti insieme potremo dare un segnale positivo ai ragazzi con cui abbiamo instaurato nel tempo legami artistici e affettivi, affinché non si scoraggino in questo momento buio e un messaggio forte e significativo al paese in favore della danza che deve continuare ad esistere.
Questo vuole essere un primo passo che dovrà segnare l’inizio di un nuovo percorso che faremo tutti insieme!
Sono fiduciosa che ripartiremo con grande energia per realizzare spettacoli nuovi e migliori, grazie anche all’aiuto del Sovrintendente Carlo Fuortes che in questi 5 anni non ha mai fatto mancare il suo sostegno al mondo della danza.
Uniti più che mai!

Eleonora Abbagnato


Lettera di Marco Bellone, Coordinatore del Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo

Cara Eleonora,
Come d’accordo ti invio le mie riflessioni in merito ad una possibile e celere ripresa delle attività nei teatri.
Premesso che stiamo vivendo una situazione molto difficile, in quanto inedita, che nessuno era pronto ad affrontare, e questo vale per tutti i vari strati della società, sarà essenziale trovare la chiave giusta per una ripresa, quanto prima, consapevole e che sia compatibile con le precauzioni che verranno imposte dagli organismi scientifici.
A questo punto, ho pensato ai vari aspetti da affrontare in tutte le fasi che coinvolgono l’attività giornaliera di un corpo di ballo e che elenco di seguito:

1.LEZIONE GIORNALIERA:
si potrebbe pensare ad una classe differenziata, uomini e donne ad esempio, nello stesso orario ma in due sale diverse oppure, nel caso la struttura disponesse di una sola sala, due turni di classi (la prima alle ore 10 e la seconda alle ore 11.15). Questa soluzione potrebbe aiutare a garantire il giusto distanziamento sociale.

2. PROVE E PRODUZIONI:
Questo è il tema più difficile da affrontare nella prima fase in cui verranno imposte regole che sono in antitesi con l’attività di una compagnia di danza.
Si potrebbe pensare ad un progetto che si adatti alle regole e non viceversa, quindi a una produzione compatibile.
L’idea sarebbe quella di una nuova creazione che comprenda 4 differenti “Quadri” su di un unico tema.
Ogni Corpo di Ballo ne svilupperà uno, affidandone ad un coreografo italiano la creazione, utilizzando a proprio favore queste restrizioni quali, ad esempio, il distanziamento.
Questa produzione, ipotizzando una ripresa a giugno, potrebbe essere presentata all’interno delle rispettive stagioni estive di ogni teatro.
Potrebbe fare da ponte prima della ripresa autunnale, con la speranza che le condizioni vadano sempre più a normalizzarsi.

3. PUBBLICO:
Per quanto riguarda, infine, il tema di come gestire il pubblico, penso che in questa prima fase di apertura sia utile diminuire il numero totale di produzioni programmate, raddoppiando o triplicando il numero di repliche per ogni produzione.
In questo modo si potrebbe distribuire tutto il pubblico su più recite, rispettando così il distanziamento, e si andrebbe ad ottimizzare, in questo momento, il differenziale tra costi e ricavi in riferimento ad ogni singola produzione.

Queste sono le prime idee che mi vengono in mente per potere ripartire il prima possibile, affrontando una prima fase che non potrà comunque essere in condizioni di “normalità”.
Sarebbe da ripensare anche la situazione dei camerini per non creare assembramenti, ad esempio.
Spero che queste considerazioni possano essere utili o che, in ogni caso, si trovino delle soluzioni applicabili e di buon senso.
Un abbraccio

Marco Bellone


Lettera Frederic Olivieri, Direttore del Corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano 

Sono giorni difficili e dolorosi, di incertezza e di lontananza, privati della nostra  quotidianità e lontani dal nostro Teatro,  dalle nostre sale prove, dalla nostra passione e dal nostro lavoro.
Questa iniziativa, che ci vede tutti insieme è dunque doppiamente importante, perché ci unisce, nel nome della Danza, ci fa sentire ancora più vicini tra noi e legati alla nostra arte, che non si può e non si deve fermare, anzi  deve avere tutto il sostegno e  visibilità possibili, perché la danza è parte significa della cultura del nostro Paese, è vita, è emozione, dai più piccoli allievi delle scuole ai grandi professionisti, e per chi, come pubblico, assiste agli spettacoli.
Siamo tutti tesi a lavorare per la ripartenza: ecco quindi un pensiero di speranza per il futuro e di fiducia nel domani, quando potrà proseguire quel percorso che ha dato e continuerà a dare a tutti noi emozioni e orgoglio.
Quando ci ritroveremo saremo ancora più forti, con una nuova consapevolezza, una nuova luce e ancora più passione da trasmettere e da vivere.

Frederic Olivieri 


Concerto di Capodanno - Giuseppe Picone

Lettera di Giuseppe Picone, Direttore del Corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli

Penso sinceramente sia arrivato il momento di avviare delle azioni comuni, con la finalità di far sentire la voce, del mondo della danza in Italia.
Ho visto la chiusura di meravigliosi “Corpo di ballo” negli ultimi 30 anni, senza il ripristino di posti di lavoro per i tersicorei.
Il momento storico ci impone di riflettere sul nostro incredibile patrimonio culturale e artistico, che ci ha permesso di primeggiare a livello internazionale.
La riapertura dello spettacolo dal vivo è importante per tutti gli artisti che hanno fatto della loro enorme passione un mestiere e lo portano avanti con passione e determinazione, perché consapevoli di essere ripagati dall’affetto del pubblico.
In questo frangente i lavoratori dello spettacolo dal vivo sono in grande difficoltà, esattamente come la maggior parte dei lavoratori di ogni settore produttivo italiano.
I Teatri sono stati tra i primi ad essere chiusi per fronteggiare il Covid-19, e potrebbero essere gli ultimi a riaprire con enormi difficoltà finanziarie.
La situazione dell’arte della danza era già in crisi precedentemente alla diffusione della pandemia, e la fragilità del settore ha già messo in ginocchio intere famiglie, e per questo  motivo dovremo prevedere un rientro a Teatro, probabilmente a settembre, tenendo conto di dover rispettare le regole decretate dal governo.
La priorità è quella di salvaguardare la salute collettiva in quanto l’alta concentrazione di persone può far scambiare questo virus.
Per questo motivo che ormai abbiamo bisogno di strategie a sostegno degli artisti e risorse integrative urgenti che coprono almeno in parte i mancati guadagni che il settore sta già subendo.
Dobbiamo essere pronti a lottare per il mondo della danza, ma in realtà sarebbe opportuno dichiarare lo stato di crisi del settore dello spettacolo dal vivo, già richiesto al Ministro Franceschini, per rendere possibile l’individuazione di strumenti e soluzioni per affrontare questa difficile fase, e far sì che venga predisposta una corretta tutela dei lavoratori per il bene del futuro della danza.
I tersicorei sono degli artisti rispettosi e disciplinati e amano fortemente il loro mestiere, anche quando vivono dei periodi bui, spesso la causa sono dei dolorosi infortuni, riescono a rialzarsi, come la fenice, trovando la forza di ricominciare pensando a quando ritorneranno a rivivere le forti emozioni che solo il Teatro può donare.
Con l’augurio di poterci ritrovare presto in sala ballo
Vi stringo forte.

Giuseppe Picone


Lettera Davide Bombana, coreografo

Stiamo attraversando un momento di grande instabilità che ci vede, tutti indistintamente, alle prese con una lotta contro un nemico invisibile, subdolo ed estremamente pericoloso, il Coronavirus.
Il settore delle arti performative in generale è stato messo in seria difficoltà.
La chiusura di tutti i teatri e l’incertezza circa una possibile data di riapertura degli stessi sono fatalmente legati a due fattori: l’assembramento di gente a stretto contatto che i nostri settori, per loro natura, comportano (corpi di ballo, orchestre, cori) ed il pubblico, presupposto essenziale e fine ultimo di ogni spettacolo dal vivo. Entrambi pericolo numero uno di contagio.
Il settore della danza, così fortemente legato ad una disciplina atletica ferrea e, come forse nessuna delle altre arti, giornalmente dipendente da spazi adeguati che ne permettano appieno la qualità ed il livello di realizzazione vista l’enorme fisicità richiesta, sta soffrendo enormemente.
Fa molto male vedere come nei media, ogni giorno, si parli molto poco della grave situazione in cui versano gli Enti Lirici in Italia e di danza poi… nulla!
Perché? Da che ho memoria, da parte del pubblico italiano, c’è sempre stato un enorme interesse ed amore verso questa sublime forma d’arte.
Negli anni ’80, Nureyev, Fracci e Béjart ed ora Bolle, Ferri ed Abbagnato hanno dimostrato come interi stadi possono essere riempiti da fans di balletto appassionati ed entusiasti.
E questi riscontri, oltre ad essere diretti alle figure mediatiche, sono anche forme d’amore verso la danza in sé e per sé.
Penso sia ora, da parte delle Istituzioni, di prendere in considerazione più seriamente e promuovere in maniera più efficace la nostra forma d’arte.
Comunque, ora più che mai è il momento, davanti a questo insidioso nemico, di tenerci stretti e lavorare assieme: in ogni Teatro, in ogni settore artistico: uniti, motivati e pronti a trasmetterci a vicenda spunti ed idee su come uscire al meglio da questa situazione e su come sviluppare un futuro “post Coronavirus”.
Sono felice di questa iniziativa promossa da miei illustri colleghi, Eleonora Abbagnato in testa, per tenere alto il nostro messaggio di solidarietà ed impegno verso danzatori, coreografi, maîtres de ballet e tutti i collaboratori artistici e no nell’ambito della danza.
Una parola di grande coraggio e sprone va indirizzata soprattutto ai nostri danzatori, materia prima vitale ed indispensabile al nostro settore.
La danza presuppone un tale coinvolgimento, fisico e psicologico, che fa del danzatore, tra le varie forme d’arte, forse il più appassionato esempio di disciplina e rigore.
Per questo, potendo usufruire del grande privilegio della rete bisogna, come già sta accadendo in fondo, mandare on line il più possibile trainings, ma anche corsi di Yoga, Pilates, piattaforme di dialogo e scambi d’idee sulla situazione attuale e progetti sul da farsi, ed anche aiuti psicologici (condotti da persone esperte in materia) indirizzati alle personalità più fragili, fattore questo da non sottovalutare assolutamente in questo momento. Inoltre, data la grande offerta di video di danza e balletto in rete, offerta da ogni compagnia e Teatro nazionali ed internazionali, consiglierei di approfittarne appieno.
Io sono ottimista, nonostante tutto, perché i danzatori dalla loro hanno: oltre all’innato senso della disciplina ed il coraggio di fronte a incidenti sul lavoro che comportano a volte momenti di inattività e recupero lunghi, anche e soprattutto la loro giovane età che, con l’idealismo, l’energia e la passione che comportano, li rende più forti di ogni crisi e grave problema.
Forza, forza, forza. Ne usciremo vittoriosi, ne sono sicuro, per ora rimaniamo uniti e continuiamo a combattere, assieme!

Davide Bombana

www.giornaledelladanza.com

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