Il 17 dicembre 2019 debutterà al Teatro Lendi di Sant’Arpino, in Campania, “Lo Schiaccianoci” di Antonio Colandrea, nel pieno rispetto della tradizione natalizia. Diplomato alla Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, vincitore di una borsa di studio al Bolshoj di Mosca, Antonio Colandrea è un regista e coreografo internazionale. Lavora alla RAI con Franco Miseria, poi vince il concorso al Maggio Musicale Fiorentino e fino al 2011 ne sostiene il ruolo di solista e primo ballerino. Alternando la sua carriera di danzatore alla sua vocazione per la coreografia, per le étoile dell’Opéra di Parigi Marie Claude Pietragalla ed Aurélie Dupont crea coreografie che in tournée approdano nei più famosi teatri di tutto il mondo. Ha lavorato con grande soddisfazione umana ed artistica con il grande Rudolf Nureyev e con altre star di calibro internazionale, quali Carla Fracci, Roberto Bolle, Franco Zeffirelli. Dal 1999 al 2006 è stato il Direttore Artistico di DANCECYPRUS. Ha creato le coreografie della Carmen per la direzione di Zhubin Meta. Ha inoltre lavorato per il cinema e ha firmato le coreografie del film “Go go tales” di Abel Ferrara con Asia Argento, Willam Dafoe e Riccardo Scamarcio. Continua ad alternare le sue lezioni magistrali di classico e contemporaneo nelle più prestigiose compagnie e scuole di danza nazionali ed internazionali. Dal 2018 è membro del Conseil International de la Danse CID – UNESCO. Dopo una lunga carriera come primo ballerino e direttore artistico internazionale, è presente spesso in programmi di arte e danza come giurato di eccellenza sulle reti RAI e Mediaset.
La sua versione de “Lo Sciacchianoci” è ispirata alla prima versione del balletto?
La mia versione coreografica è interamente ispirata alla prima versione coreografica, perché ho avuto il grande privilegio, durante la mia carriera professionale a MaggioDanza, di danzare quasi tutti i ruoli, dal corpo di ballo ai primi ruoli, della affermata e straordinaria versione de Lo Schiaccianoci di E. POLIAKOV, il mio grande maestro del Bolshoi e direttore a MaggioDanza.
Come nasce questo progetto?
Il progetto nasce su autentica “commissione” da parte di CAD (Campania Arte Danza), che ovviamente ho sposato con entusiasmo assoluto, perché rispecchia tutte le mie corde creative e, soprattutto da ottimo conoscitore della partitura musicale del capolavoro di P.I. Čajkovskij, sulla quale ho basato fortemente la mia totale creazione.
Qual è la Sua chiave di lettura di questo intramontabile titolo di repertorio?
La mia fondamentale chiave di lettura è circoscritta nella straordinaria “fantasia” della protagonista, Clara, che, con la complicità dello zio Drosselmayer (suo assoluto tutor), domina i suoi stessi sogni fino a renderli totalmente credibili e…reali.
Chi sono gli interpreti di questo lavoro?
Gli interpreti principali sono tre giovanissimi talenti che, in primi, somigliano fortemente alle fattezze estetiche e fisiche ai personaggi che interpretano. Clara è la bellissima, gracile, ma onesta e determinata Christel Sgaraglia. Il principe Schiaccianoci è il raffinato ed elegante Alessandro Marasco ed il Dott. Drosselmayer è interpretato (da una donna) austera, severa, vigile ma affettuosa e pedagogicamente appassionata, come a sottolineare la grande passione materna ‒ e dunque non solo paterna ‒ talvolta assente nel quotidiano di Clara.
In base a quale criterio sono stati selezionati?
Ho scelto i miei protagonisti attraverso delle severe audizioni, ma fin dall’inizio non ho avuto dubbi. Cercavo tre giovani soprattutto “belli” prima che bravi tecnicamente, tanto poi ero certo che con il mio meticoloso lavoro e la loro straordinaria abnegazione li avrei condotti a risultati di livello altamente professionale… e non mi hanno smentito! (incrociando le dita). Sono certo che saranno straordinari nella performance che ho affidato loro, insomma… forse c’è in me il vero pedagogista che scopro in Drosselmayer.
Lo spettacolo prevede anche una tournée?
Lo spettacolo è previsto in prima assoluta e si vocifera sia destinato a viaggiare in tournée, almeno a livello regionale (da definire) e nazionale.
Come sarà la Sua Clara?
La mia Clara è un’unica interprete per tutta la durata dello spettacolo, è la sua stessa anima da bambina in attesa dei doni natalizi che si trasforma, dopo aver ammazzato, nella turbolenta battaglia, il Re Dei Topi, innamorata del bellissimo Principe appena trasformato dalla sua stessa fantasia. Sempre vigilata dallo zio Drosselmayer, ma assolutamente cosciente e diretta in tutte le sue scelte.
Come ha attualizzato il concetto di fiaba?
La grande mia meticolosità per la raffinatezza assoluta mi vede ideatore di tutto il percorso scenografico e fiabesco di meravigliose proiezioni video realizzate dal mio ormai assiduo collaboratore Vincenzo Spinelli, che, in 3D ‒ a tratti altamente descrittivi e a tratti astratti e fantasiosi, ma appuntitamente costruiti sulla partitura musicale ‒ saranno a supporto di una vera narrazione che non è mai solo didascalica, ma si propone di aggiungere a tutta la produzione la vera fioritura emozionale del racconto di Hoffmann.
Quando si parla di rivisitazione, per Lei è più importante la tradizione o la modernità?
Non mi piace parlare di rivisitazione, preferisco rileggere, con assoluta e chiara conoscenza della tradizione, affidando a tutti i colori della mia fantasia la possibilità di non aver mai la presunzione di raccontare qualcosa di nuovo, bensì di vestirlo di più profonde e leggibili emozioni, che vivamente spero siano universalmente riconoscibili.
Lorena Coppola
www.giornaledelladanza.com
Photo Credits: Antonio Colandrea