
Venerdì 8 agosto alle ore 21.00 al Teatro al Castello “Tito Gobbi” va in scena Sonoma, della compagnia spagnola La Veronal guidata dal coreografo di fama internazionale Marcos Morau. Un evento inserito nel cartellone di Operaestate Festival, la lunga rassegna estiva promossa dal comune di Bassano del Grappa, realizzato grazie al contributo del Ministero della Cultura, la Regione Veneto e la rete delle aziende inserite nel club Amici del Festival.
Il coreografo spagnolo Marcos Morau, considerato un visionario e consacrato alla fama internazionale, guida in Sonoma La Veronal, la compagnia di danza fondata a Valencia nel 2005 formata da artisti provenienti dal mondo del cinema, della fotografia, della letteratura e della danza.
Realizzata per nove interpreti, (Alba Barral, Angela Boix, Julia Cambra, Laia Duran, Anna Hierro, Ariadna Montfort, Núria Navarra, Lorena Nogal, Marina Rodriguez) Sonoma è una continuazione della ricerca del coreografo iniziata con Le Surréalisme au service de la Revolution per il Ballet de Lorraine. Entrambe le opere sono ispirate al mondo di Luis Buñuel, maestro del cinema surrealista: Morau fa riferimento sia all’arte del regista spagnolo, ma anche al suo vissuto personale diviso tra disciplina di stampo Gesuita e la libertà, al suo pensiero critico e politico, e alla sua passione per il tamburo di Aragona.
Sonoma, per Morau, è il suono del corpo che cade, la rabbia che gli esseri umani provano per dimostrare agli altri e a se stessi di essere vivi, di essere ancora svegli. Sonoma è, quindi, il grido dell’uomo sottoposto a questo ritmo: emerge, qui, l’urlo primitivo del corpo, considerato il battito dell’umanità per sopravvivere e sentirsi viva. Esistere, anche se al limite della realtà, o al di sopra di essa.
Sonoma è un viaggio onirico dove le cose ordinarie diventano strane, rinunciando all’abilità di costruire significati, comunicando così con i lati più irrazionali di ogni esseri umano.
Morau fonde l’opera, la danza e il teatro fisico, in un lavoro ricchissimo di temi e citazioni, di suggestioni etiche ed estetiche, ma anche di violenza e di dolore represso che emerge lentamente.
Mettendo insieme, in ricordo sempre di Buñuel, i simboli del folklore, come i tamburi di Aragona, della religione, del cinema e della storia dell’arte, in una creazione di stupefacente energia e bellezza, le danzatrici ci conducono in un viaggio surreale tra sogno e finzione, dove l’umano incontra lo straordinario.
Marcos Morau è nato a Valencia nel 1982 e si è formato in fotografia, movimento e teatro tra Barcellona, Valencia e New York. Costruisce mondi e paesaggi immaginari dove il movimento e le immagini si incontrano e si mischiano. È un artista multidisciplinare: abbraccia la danza, la fotografia e la drammaturgia. Per più di dieci anni Marco Morau ha guidato la La Veronal nei panni di direttore, coreografo, set deisgner, costumi e luci. Ha viaggiato per il mondo presentando i suoi lavori in vari festival, teatri e in contesti internazionali come Théâtre National de Chaillot a Parigi, la Biennale di Venezia, Festival d’Avignon, Tanz Im August a Berlino, il Roma Europa Festival, il SIDance Festival a Seoul e Sadler’s Wells a Londra. Oltre al suo lavoro per La Veronal, Marcos Morau ha lavorato come visiting artist per varie compagnie e teatri in giro per il mondo dove ha sviluppato nuove opere, sempre caratterizzate da un miscuglio di arti performative e danza. Il linguaggio di Morau è un’eredità di movimento astratto e teatro fisico: un potete linguaggio corporeo basato sulla completa distruzione di tutta la logica organica, dove si dismembra il movimento e lo si trasforma in un’identità unica. Morau immagina un futuro fatto di nuovi formati e nuovi linguaggi dove le linee tra opera, danza e teatro fisico sono quasi inesistenti, trovando nuovi modi per esprimere e comunicare nel mondo contemporaneo, fatto di momenti turbolenti e cambiamenti continui.
Sara Zuccari
Foto di Anna Fàbrega
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