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Rebecca Bianchi: “Dopo la nomina a Prima Ballerina ho riscoperto il modo di vedere e affrontare la danza”

Rebecca Bianchi -Ph.Yasuko Kageyama

Esile, sorriso onnipresente, entusiasta di tutto quello che fa (sul palco e dietro le quinte) e, cosa ben più importante, di una semplicità disarmante. Rebecca Bianchi è proprio così: leggera e leggiadra, in grado di descriverti con una facilità impressionate la sua vita, ricca di tempo dedicato alla famiglia e i figli ma anche e soprattutto alla danza, passione irrefrenabile diventata anche il suo lavoro. Una danzatrice e mamma a tempo pieno, in grado di interpretare ruoli difficilissimi, intensi e colmi di interpretazione, senza mai rinunciare alla femminilità e all’amore nei confronti della famiglia. “Il fatto di essere una mamma giovane, che fa la ballerina non mi ha mai fermato tantomeno reso difficile la vita. I miei figli mi danno molta energia, il mio lavoro pure..meglio di così!”. Un percorso lungo che, dal Teatro alla Scala, l’ha portata a Roma, al Teatro dell’Opera, dove, sotto la direzione di Eleonora Abbagnato, è stata nominata Prima Ballerina. Un passo importante, certo, che non l’ha distolta dal suo impegno costante per raggiungere il meglio e soprattutto non le ha montato la testa. Sì, perché Rebecca è proprio così: con la sua semplicità riconosce l’importanza di ciò che fa e ha ma, nel contempo, continua a lavorare con impegno e dedizione, affinché la sua passione continui ad arricchire i suoi sogni e la sua realtà. Il Giornale della danza l’ha incontrata in un momento di pausa e dopo la nomina al Premio Benois de la Danse, riconoscimento internazionale per i danzatori che più si sono distinti.

Partiamo da una data: 20 dicembre 2015, giorno in cui sei stata nominata Prima Ballerina. Che cosa significa per te questo passo nel mondo dei “grandi”?

Me ne sto rendendo conto piano piano, sto interpretando primi ruoli…insomma sto iniziando a toccare con mano la vita da prima ballerina. Si ha una concentrazione diversa, una responsabilità differente: a volte è più impegnativo, ma è altrettanto piacevole perché puoi metterci del tuo, si dà sempre il massimo, per offrire qualcosa in più. Mi viene richiesto di regalare di più, non meramente da un punto di vista tecnico, ma tanto il modo di interpretare, di fare tuo un passo particolare. Questo ti permette di iniziare a conoscere anche di più te stessa, di comprendere la personalità. Ho riscoperto il modo di vedere e affrontare la danza, da un punto di vista che non conoscevo!

Come la tua Direttrice, anche tu sei mamma. Hai spesso detto che avere due figli è un impegno importante ma che ti dà molto…

Essere mamma è un aspetto che ogni donna deve coltivare. Questo non implica che essere madre ti toglie la possibilità di andare avanti nel proprio lavoro, anzi. Per essere una brava danzatrice, nel mio caso, è fondamentale l’allenamento ma anche dedicare del tempo ai miei figli. Certo, non ho moltissimo tempo: dopo la lezione, quando torno a casa, non ho tempo per massaggiarmi, ripetere con precisione tutti i passi, vedere un video…mi accorgo che fino ad un determinato momento sono stata accanto ai miei figli e non ho avuto tempo di rivedere una coreografia! Insomma: è un gioco di incastri che però mi funge anche come ricarica di energia, concentro tutto nei momenti che ho. Ridurre il tempo non significa ridurre le possibilità, anzi: si moltiplicano! Il corpo ti dà sempre quello che ti serve. E si riesce a fare tutto!

Qualcuno in particolare ti trasmesso la passione per la danza, iniziata quando eri molto piccola?

Ho sempre avuto la passione per la musica, visto che mia mamma era una pianista e suonava spesso a casa. Io e mia sorella siamo state abituate sin da piccole all’ascolto di queste melodie.  Lei suonava e a me scattava la voglia di muovermi tanto che mia mamma mi diceva: Vai a danza con tua sorella, non ce la faccio più a vederti saltare dai divani! Non vedevo l’ora di andare a danzare, sentivo qualcosa dentro di me…una passione che mi è nata dentro, molto naturalmente.

Quali sono i ruoli che ti rappresentano al meglio?

Amo i ruoli interpretativi, drammatici…mi piace poter dare le mie emozioni. Mi piacciono le storie basate sulle narrazioni reali. Mi piace molto Giulietta, la Dama delle Camelie, Carmen: donne con carattere ma con molta femminilità. Ruoli forti ma stupendi!

Un percorso iniziato da lontano ed ora la nomina al Premio Benois de la Danse, che segna la tua carriera. Come accogli questa nomina e cosa pensi ti possa dare?

Per me è stata una sorpresa, già il fatto di essere stata nominata mi riempie di gioia e soddisfazione. La vivo con molta semplicità: non sono una persona che progetta, mi piace vivere le cose passo dopo passo. La vita ti dà delle possibilità: andrò lì, farò del mio meglio, cercherò di dare me stessa. Nella vita mi piace dare lo stesso valore a tutte le cose. Sono un po’ emotiva, non voglio agitarmi troppo presto!

I tuoi prossimi impegni, Premio Benois a parte?

Riballerò Raymonda per la Serata Nureyev a Caracalla, La Bayadère – sto iniziando a ripetere questa settimana!

Ti piace questo carattere di rinnovamento arrivato con la direzione di Eleonora Abbagnato?

È una bellissima esperienza perché all’interno della compagnia c’è dell’energia positiva, voglia di fare e di rinnovarsi. Sono tutti aspetti che ci spronano a fare meglio, senza togliere niente al passato, ovviamente, però in questo periodo si sente proprio un gran desiderio di rinnovamento.

 

www.giornaledelladanza.com

Foto di Yasuko Kageyama

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