Una serie di norme, per permettere a palestre, piscine e impianti sportivi di riaprire. La decisione spetterà al nuovo Governo e sarà presa nel prossimo Dpcm e ci auguriamo che non sia questo il quadro definitivo!
Lezioni soltanto individuali in palestra, 10 metri quadri a persona in piscina: solo un paio delle norme proposte per chiedere la riapertura delle strutture sportive chiuse ormai da mesi per l’emergenza Covid-19. Una riapertura ritenuta importante per quei soggetti “nei quali il benessere psico-fisico acquisisce una dimensione fondamentale sullo stato di salute”, si sicuramente senza dubbio, ma a quale prezzo?
Le precauzioni essenziali: tutti gli strumenti vanno costantemente sanificati, vietate le docce, bere da bicchieri monouso e da bottiglie personali, usare tappetini propri o da sanificare dopo ogni uso. Ovviamente in tutte le strutture dovranno essere a disposizione dispenser. Per quanto riguarda più in generale l’attività fisica è necessario mantenere sempre la distanza intepersonale di 2 metri e il maestro di danza non potrà correggere fisicamente gli allievi e dovrà sempre indossare la mascherina.
Ricordiamo subito che la chiusura è prevista dall’ultimo Dpcm 16 gennaio fino al 5 marzo. Quindi l’eventuale riapertura dovrà essere contenuta nel prossimo Dpc, ma a quale prezzo? Le scuole di danza si trovano in una situazione nera, dopo mesi di chiusura, lontano dai propri allieve e dalle attività didattiche che si svolgono, normalmente durante l’anno accademico, di una scuola di danza. Ad aggravare la situazione le spese sostenute e accumulate in questi mesi di chiusura affitti, tasse, spese e tanto altro, per questo è impensabile riaprire una struttura solo per le lezioni individuali, sarebbe un ulteriore tracollo, che le scuole di danza non possono permettersi, investire “nuovamente” solo ed esclusivamente sulle lezioni private, significherebbe non riuscire a sostenere le spese per il tempo e l’impegno investito.
Redazione www.giornaledelladanza.com