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Riapriamo i teatri! La cultura non va fermata!

L’arte è cultura, e fa bene a chi la crea e a chi ne è spettatore.

Se associata al gesto fisico, come nel caso della danza, l’arte fa bene anche al corpo, e non solo a quello dei ballerini. Tra la regione motoria e l’area percettiva cerebrale avviene un fenomeno di ‘rispecchiamento’ generato dai neuroni specchio, implicati nel processo di apprendimento, nella capacità empatica e nel tradurre l’azione danzata, incorporata da chi la osserva come se fosse egli stesso a compierla.

Recenti studi scientifici hanno dimostrato che l’area cerebrale che si attiva quando ci si innamora è la stessa che viene stimolata durante l’osservazione di opere d’arte e immagini di profonda bellezza, come un quadro o una coreografia. Quando ammiriamo l’arte, infatti, nella corteccia orbitofrontale si innesca un improvviso innalzamento dei livelli di dopamina che genera sensazioni di intenso piacere.

L’arte dunque contribuisce ad alleviare stati di ansia, tensioni e depressioni, fino addirittura a normalizzare alcuni parametri vitali, come il battito cardiaco, la pressione arteriosa e i livelli di cortisolo, ormone surrenale responsabile, tra le altre cose, della diminuzione delle difese immunitarie.

Se il semplice atto di osservare arte è in grado di indurre una tale reazione nel cervello, essere coinvolti nel processo creativo produce effetti ancora maggiori. Creare arte, in qualsiasi manifestazione, rivitalizza il cervello, le reazioni ormonali e l’attivazione del sistema immunitario.

Viste le precedenti considerazioni, diventa chiaro che riaprire i teatri e riportare la danza sulla scena è essenziale, soprattutto in questo momento di disorientamento e stress diffusi.

Gli effetti benefici del teatro sono numerosi e inaspettati.

Il teatro permette di scoprire una prospettiva diversa dalla propria, mostra e stimola differenti situazioni emotive e intellettuali, e unisce le persone. Uno spettacolo richiede la collaborazione tra artisti coinvolti nella creazione e pubblico. In un’epoca in cui la maggior parte della nostra comunicazione avviene davanti a uno schermo, questa funzione del teatro è potente e riveste estrema importanza.

Il teatro ci ricorda che non siamo soli.  Non condividiamo semplicemente lo spazio scenico, ma anche l’esperienza artistica con gli artisti e il resto del pubblico. I film, la televisione, Netflix non possiedono la stessa intimità e il medesimo senso di partecipazione. Condividere un’esperienza artistica dal vivo è prezioso e necessario per una reale connessione umana, emotiva ed energetica.

Il teatro è immediato, in evoluzione e sempre diverso. Il balletto può essere lo stesso ogni sera, ma la performance è unica, ogni volta che accade. Non esistono due spettacoli uguali, e tutte le persone coinvolte, ballerini e spettatori, vivono un’esperienza distinta e unica che non potrà mai essere replicata.

Il teatro promuove la cultura e la cultura è l’anima di una società.  Nelle condizioni di disagio sociale come quella odierna, la cultura svolge un ruolo insostituibile nel miglioramento della qualità di vita. Il teatro influenza il modo in cui pensiamo e percepiamo la nostra esistenza, e ci incoraggia a guardare con attenzione a noi stessi, ai nostri principi e al nostro comportamento. Ci insegna che l’altro è un valore e che la comunicazione è una contagiosa possibilità di arricchimento.

Infine, il teatro stimola la creatività, e una società priva di creatività è una società morta. La biologia, infatti, ci insegna che l’inventiva creativa è stata il passo più importante nello sviluppo umano, e che la società non può progredire senza persone creative.

E’ quindi vitale per l’intera collettività che le arti dello spettacolo continuino a essere coltivate, sostenute, incoraggiate e condivise. Quale posto migliore del teatro per farlo?

Stefania Napoli
www.giornaledelladanza.com

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