Con la terza pubblicazione, Tra Novecento e Nuovo Millennio, firmata Alessandro Pontremoli, la nota casa editrice romana Gremese Editore completa il piano dell’opera pensato per la sua collana di settore Biblioteca delle arti. Si sono avvicendati nella pubblicazione tre sapienti, interessanti e lungimiranti volumi, attraverso i quali è stata ricostruita diacronicamente la storia della danza e del balletto dalle origini fino ai giorni nostri. Dopo le importanti dissertazioni di Ornella Di tondo e Flavia Pappacena, che hanno gettato nuova luce sugli sviluppi intervenuti dalle origini fino all’Ottocento, Alessandro Pontremoli nel suo libro conclude, così, il discorso storico, accompagnando il lettore verso l’evoluzione futura della Danza.
Alessandro Pontremoli è Professore Associato di Discipline dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Torino, dove dal 2003 al 2011 ha diretto il CRUD (Centro Regionale Universitario per la Danza) Bella Hutter. Autore già di importanti volumi, come La danza. Storia, teoria, estetica nel Novecento che, nel 2015, è giunto alla sua settima edizione.
Suddiviso in cinque ampie parti, il libro ripercorre passo passo le tante trasformazioni che hanno letteralmente plasmato, tanto a livello teorico tanto a livello pratico, la Danza, nel corso del XXI secolo. Non sono mancate ovviamente le tante questioni storiche e sociali che ne hanno, inevitabilmente, accelerato la dinamica di trasformazione. Tragedie epocali, ideologie totalitarie e rivoluzioni positive del progresso scientifico e tecnologico sono solo alcune delle parentesi più importanti dell’era moderna e contemporanea.
Nel volume la ricostruzione prettamente storica si accompagna ad importanti disamine sull’attualità. Nell’ultima parte compaiono, infatti, interessanti disquisizioni sul rapporto Danza e televisione, comprensive anche di approfondimenti relativi alla videodanza e alla danza tecnologica. Si capisce allora come il discorso che viene formulato sia ampio, complesso e lungimirante. Vengono delineati inoltre, dando prova di estrema cura nel dettaglio, i profili dei protagonisti della storia della danza moderna e contemporanea, dai grandi pionieri fino alle punte dell’avanguardia dei giorni nostri. Infine viene prestata la giusta attenzione anche ai capolavori del Novecento, analizzati in schede specifiche, e con riferimenti alle personalità coreografiche più significative del tempo.
Tornando a ritroso, sembra opportuno ricordare i due precedenti volumi: Dall’Antichità al Seicento e Il Settecento e l’Ottocento. Dato un primo sguardo all’indice del primo volume uscito (LEGGI ANCHE: “DALL’ANTICHITA’ AL SEICENTO” E’ IL PRIMO VOLUME DELLA TRILOGIA “STORIA DELLA DANZA IN OCCIDENTE”), si nota immediatamente il fatto che esso sia suddiviso in due parti. La prima, più breve, offre un’interessante digressione sulle diverse questioni di storiografia della danza: il problema della trasmissione storica della danza come una disciplina essenzialmente “orale”, la disponibilità di un repertorio di fonti dirette e indirette ampio ed eterogeneo, la difficile conciliabilità tra un medium, la Danza, linguaggio effimero basato sul corpo e il movimento, e un altro medium, la scrittura, linguaggio concreto basato invece sulle idee e le parole.
La seconda parte, di gran lunga più estesa, affronta l’excursus storico vero e proprio, attraversando le varie epoche (Antichità greca e romana, alto e basso Medioevo, Rinascimento ed europeismo cinque-seicentesco) con i connessi movimenti artistici e culturali e le più importanti questioni sociali, religiose e politiche.
Il secondo volume (LEGGI ANCHE: STORIA DELLA DANZA IN OCCIDENTE. IL SETTECENTO E L’OTTOCENTO DI FLAVIA PAPPACENA) invece dà corpo al secondo quadro storiografico, quello dei secoli XVIII e XIX. L’impianto complessivo del libro, come emerge in maniera particolarmente evidente dall’indice iniziale, segue un rigoroso criterio cronologico. L’analisi dei due secoli decreta infatti la suddivisione dell’opera in due parti maggiori, a loro volta ulteriormente scandite al loro interno in capitoli che corrispondono alle varie fasi storiche. In questo modo, il testo percorre le trasformazioni della Danza nei secoli XVIII e XIX con sapiente linearità, dal momento che l’obiettivo al quale ha voluto mirare l’autrice è stato esattamente questo: scrivere un volume di storia della danza, sì approfondito e completo, ma con un impianto manualistico e molto esemplificativo, da destinare principalmente ad un pubblico di giovani studenti e lettori.
Nel testo l’autrice, entrando nel vivo delle diverse creazioni coreografiche, approfondisce una vasta gamma di aspetti: scenici, tecnici, storici, culturali e sociali. Inoltre ripone un’attenzione particolare nel rapporto tra il balletto ed il mondo musicale, letterario e delle arti figurative, con il fine di inserire ogni volta il fenomeno Danza nel quadro dei movimenti culturali e delle linee estetiche dominanti.
Tra Novecento e Nuovo Millennio costituisce, così, l’ottima conclusione ad un grandioso piano d’opera, quello di Storia della Danza in Occidente, che va considerato come la più recente, brillante, perla della storiografia sulla Danza.
Leonilde Zuccari
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