Nell’ambito della rassegna “Danza Autunno” è andata in scena, venerdì 13 ottobre, una serata ricca di magia e di stupore, appositamente creata in esclusiva per il Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona, imperniata sulla geniale creatività di Mats Ek, uno dei maggiori coreografi viventi. L’evento è stato pensato e curato da Pompea Santoro e Veli Peltokallio con gli evocativi danzatori di EkoDanceInternational Projet per esplorare a fondo l’universo delle donne attraverso i ruoli femminili, con estratti e riletture dei grandi classici della danza mondiale. Un momento di alto livello qualitativo, venato costantemente da sentimenti poetici che si sono trasformati in “educazione e conoscenza alla danza contemporanea”. Gli emblematici costumi, gentilmente concessi dal Cullberg Ballet, hanno fatto da cornice al ricco programma, il quale si è trasformato per incanto in un unico spettacolo, grazie alla maestrìa di Pompea Santoro che è riuscita a legare perfettamente, l’uno all’altro, ogni pezzo regalando così un’inedita visione del coreografo svedese. Un fil rouge che ha dato vita ad un’unica creazione dove sorprendentemente era quasi impercettibile la fine e l’inizio del brano successivo. Merito dell’attenta regia supportata dalla capacità espressiva dei danzatori. Ad apertura di sipario La scimmia e il suo inconscio su musica di Jules Massenet ...
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Dal Sudafrica il “Lago dei cigni” tribale e virtuosistico
Per la chiusura della stagione InDanza 2013/2014 non poteva che esserci uno dei lavori che più hanno appassionato il pubblico e la critica nelle ultime due stagioni: Il Lago dei cigni della coreografa sudafricana Dada Masilo. Dada Masilo’s Swan Lake. è stato la rivelazione dell’ultima Biennale di Lione ed è una singolare rilettura del balletto dei balletti, Il Lago dei cigni, oscillante tra codici classici, passi africani e questioni di gender che la giovane coreografa sudafricana – non ancora trentenne, ma con alle spalle collaborazioni che fanno la differenza come quella con William Kentridge – ha realizzato facendo dialogare due realtà apparentemente antitetiche: la tecnica classica e la danza africana. Ma in campo in questo spettacolo raffinato e intelligente ci sono anche questioni importanti come l’identità, l’Aids, l’omosessualità, l’Africa con le sue tradizioni e suoi drammi, mixate con una buona dose di humor. Innamoratasi a soli undici anni del titolo, Dada Masilo vi si dedica a ventisei prendendo spunto da un’osservazione di un giornalista sudafricano che definiva semplicisticamente la tradizione ballettistica “ragazze in tutù al chiaro di luna impegnate in storie d’amore e matrimonio”. Ed ecco l’idea: se Siegfried fosse invece un giovane gay spaventato dall’esagerata carica erotica della top ...
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