Gentilissima Signora Prina, non crede che le scuole di danza private dovrebbero indirizzare gli allievi anche ad una ricerca culturale, piuttosto che mirare solo alla realizzazione dei saggi di fine anno? Mi piacerebbe conoscere il Suo parere sull’argomento. (Maria da Napoli) Cara Maria, certamente le scuole di ballo dovrebbero occuparsi anche dell’Educazione culturale e artistica degli allievi : Educazione alla musica e conoscenza teorica delle varie scuole, stili e vera e propria storia della Danza e del Balletto. E’ importante, infatti, inquadrare i periodi storici e quando e dove sono nate le varie danze. Questo vale anche per la salsa, tango, bachata, hip hop e tutti quei balli considerati minori, ma che hanno sempre origini storiche più o meno antiche! Naturalmente nel pianificare gli orari bisogna tenere conto degli impegni scolastici dei ragazzi e cercare di mediare inserendosi con garbo, ma con determinazione, nelle attività curriculari. Questo tipo di educazione, che non dovrebbe mancare nelle grandi scuole, viene presa in considerazione in pochissimi casi ed è purtroppo negativo poiché pochi allievi diverranno ballerini professionisti mentre tutti faranno parte della nostra società e il loro bagaglio culturale e la loro sensibilità, arricchiti da musica e danza, potranno essere utili nel ...
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“Danza, chi, come e perché” – La posta di Anna Maria Prina
Gentile Signora Prina, ho avuto modo di assistere allo spettacolo di addio alle scene di Sylvie Guillem e vorrei confrontarmi con Lei sul perché una danzatrice così meravigliosa abbia deciso di abbandonare la sua carriera. Secondo Lei quali sono le spinte che possono indurre a questa scelta in un’étoile di tale talento? (Clara da Roma) Cara Clara, la meravigliosa Guillem sta dando un lungo addio che è iniziato a marzo e che si protrarrà fino a dicembre. Questo mi fa pensare che il taglio del “cordone ombelicale” che la tiene legata alla danza non sia così facile! E comunque 50 anni è un’età onorevole per porre fine a una carriera di enorme successo ( è vero che alcuni hanno danzato fino a 60 anni e oltre, ma era tristissimo vederli!). Detto questo, credo che le motivazioni dell’allontanamento dalle scene siano per Sylvie numerose. Avendola seguita nel suo percorso professionale e artistico posso azzardare un paio di ipotesi. Innanzitutto, la danzatrice dal corpo più dotato, più elastico, meglio lavorato e più espressivo del pianeta danza, è una professionista seria, precisa e pignola che aspira alla perfezione come e più di ogni danzatore. Pertanto, da persona intelligente, sceglie di lasciare prima di dare prestazioni non ...
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Carissima Anna Maria Prina, Nel percorso di un danzatore si ha occasione di interpretare svariati ruoli. Spesso non è facile indossare una maschera, lontana dai nostri canoni di personalità o addirittura talvolta abbiamo paura di osare le nostre potenzialità emotive. Durante la sua carriera ha mai avuto difficoltà nell’interpretare un ruolo specifico e come si è approcciata ad esso, avendo alle spalle professionalità e spessore emotivo? (Michele da Pisa) Caro Michele, essere ballerini a livello professionale implica anche possedere una certa “flessibilità”, non solo fisica ma mentale. Quindi, pur tenendo conto delle inclinazioni personali, non si devono avere preclusioni di sorta, non bisogna chiudersi al nuovo o al diverso. Le porto un esempio personale: da giovane ballerina mi è capitato spesso di dover danzare in “balletti bianchi” come La Silfide, Le Silfidi, secondo atto di Giselle, che non erano certo i miei preferiti essendo io portata naturalmente al neoclassico. Ho imposto a me stessa con impegno e caparbietà (anche ricercando libri e vecchi filmati) di trasferire al mio corpo gli atteggiamenti e l’espressività dell’epoca e del personaggio ultraterreno. Passavo del tempo a controllare allo specchio, per esempio, l’angolatura del corpo e delle braccia; mi pettinavo con grande cura secondo lo ...
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Gentilissima, vorrei sapere se rimpiange i tempi in cui lavorava alla Scala (Elisabetta da Napoli) Gentile Elisabetta, grazie della sua domanda che mi dà’ modo di chiarire ciò che in molti si chiedono. In generale non ho rimpianti nella mia vita proprio per il mio modo di essere. Certamente posso ricordare con grande piacere (a parte qualche spiacevole episodio che ho buttato nel cestino!) gli anni passati alla Scala prima come allieva, poi come ballerina al servizio e in collaborazione con maîtres de ballet, colleghi scaligeri, danzatori e coreografi italiani e stranieri. Periodi che mi hanno dato la possibilità e la ricchezza di lavorare al fianco di personaggi eccelsi, a partire dai sovrintendenti dell’epoca a registi, scenografi e musicisti. In quegli anni il mio amore e la dedizione alla danza sono sempre cresciuti, così come la curiosità nei confronti di tutte le forme di danza e della fusione di tutte le arti. Ricordo anche con gioia e gratitudine il periodo trascorso nell’ex Unione sovietica (Russia), che ha stimolato in me la passione viscerale per l’insegnamento. E come non pensare all’emozione di essere stata scelta da Paolo Grassi e John Field per divenire la direttrice della Scuola di Ballo del Teatro ...
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Gentilissima, se dovesse dare un voto alla danza in Italia in una scala da 1 a 10, quale sarebbe? (Gelsomina da Mantova) Cara Gelsomina, penso che la Danza in Italia si meriti un 8 pieno. Naturalmente ci sono livelli differenti fra le varie realtà sia nel campo dello spettacolo, sia in quello dell’insegnamento. Nell’insegnamento si assiste sempre più all’apertura di pseudo scuole (palestre, centri di fitnesss ecc…) in cui spesso insegnano persone non solo non titolate, ma anche incompetenti e non dotate per l’insegnamento .D’altra parte abbiamo alcune scuole, anche private, di ottimo livello. Nel settore spettacolo abbiamo sempre più piccole realtà di danza moderno-contemporanea che “sperimentano” senza però avere una base tecnica e/o culturale mentre quelle valide, che hanno una storia e creano con senso, sono sempre meno e faticano a tirare avanti. Per la danza classica abbiamo un netto miglioramento del Ballo alla Scala, seguito con qualche fatica da Roma e Napoli (Teatro dell’Opera e San Carlo). Ma malgrado la parte negativa che io evidenzio, il livello generale si sta alzando e mi piacerebbe che sempre più i direttori, gli insegnanti, i maitres,i coreografi egli operatori culturali credessero e investissero nella qualità italiana. Cordialmente. Gentile Signora Prina, Lei ...
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Gentile Signora Prina, vorrei sapere se Lei che ha conquistato tanti traguardi professionali, ha ancora qualche aspirazione da realizzare (Sandra da Bergamo) Gentile Sandra, in effetti nella mia vita professionale sono riuscita a realizzare buona parte di ciò che desideravo, non per me ma per gli altri. Mi pare che, comunque, molto non sia ancora stato realizzato Fra ciò che ora manca – mio malgrado – è una maggiore diffusione della cultura sociale e artistica della danza. Il mio impegno personale è sempre attivo. Cara Signora Prina, sono una madre preoccupata, mio figlio studia danza e, poiché abitiamo in un piccolo paesino del Sud, i pregiudizi della gente pesano sulla Sua quotidianità, come posso affrontare questo problema nel migliore dei modi, cosa mi consiglia? (Fernanda, provincia di Catania) Cara Signora, comprendo che da parte di qualcuno possano non mancare battute e allusioni che scaturiscono da dicerie popolari e ignoranti che tendono ad etichettare alcuni mestieri erroneamente definiti “femminili”. Per quanto riguarda suo figlio (di cui, peraltro non mi dice l’età ), il saper e voler sopportare le maldicenze dipende non solo dalla forza di volontà, ma anche dalle capacità tecniche e artistiche dello stesso. Voglio dire che se lui ...
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