In un festoso teatro Carcano è andato in scena “Mara Galeazzi & Friends”, un doveroso Gala di danza in omaggio alla étoile del Royal Ballet, finalmente approdata sulle tavole dei palcoscenici milanesi, città dove si è diplomata a pieni voti presso la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala. Mara Galeazzi, oggi acclamata Prima Ballerina ospite del Royal Ballet di Londra ha scelto, per il suo “debutto meneghino” di farsi affiancare e puntare i riflettori su interpreti provenienti da alcune tra le più affermate Compagnie e da celebri firme della coreografia contemporanea, senza tuttavia tralasciare l’originaria vocazione della danza accademica con gli intramontabili maestri Petipa e Bournonville al fine di celebrare l’Arte della danza in ogni suo aspetto e stile, volendo sottolineare il concetto fondamentale che il linguaggio del “movimento” non conosce frontiere né barriere, rimarcando che il tutto “può benissimo convivere, perché se non c’è la danza classica non c’è il contemporaneo e viceversa. La differenza sta solo come dipingere un Picasso e un Michelangelo, ma la tecnica rimane sempre la stessa pur con forme diverse”. La serata ha presentato un parterre ricco ed emozionante di passi a due e in apertura una raffinata prima mondiale “From the Shade” ...
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Roberto Bolle a Roma per presentare il suo ultimo libro “Viaggio nella Bellezza”
Cari fans di Roberto Bolle, sabato 7 novembre alle ore 18:00, ci sarà un evento unico e irripetibile per tutti gli amanti del grande ballerino, presso la libreria Feltrinelli in Largo Argentina a Roma, Bolle presenterà e autograferà le copie del suo ultimo libro “Viaggio nella Bellezza”. Pubblicato il 3 aprile dalla casa editrice Rizzoli, è già disponibile in tutte le librerie, comprese quelle online, il nuovo libro Viaggio nella bellezza, dedicato alla celebrazione estetica ed artistica di un principe della danza come Roberto Bolle, punta di diamante della danza italiana ed internazionale. Étoile scaligera dal 2004, ha danzato infatti in tutti i maggiori Teatri del mondo e con le compagnie più prestigiose, guadagnandosi meritatamente molte onorificenze: dal 1999 è “Ambasciatore di buona volontà” per l’UNICEF e, nel 2009, è stato nominato “Young Global Leader” dal World Economic Forum di Davos e “Principal” dell’American Ballet Theatre, per citarne soltanto alcune fra le tante. Il volume è uno strabiliante libro fotografico, che riunisce gli scatti di Fabrizio Ferri e quelli di Luciano Romano in due sezioni separate, entrambe continuamente intervallate dai testi di Valeria Grippa. Mentre la profonda sensibilità estetica di Fabrizio Ferri è riuscita a catturare il rito alchemico creato ...
Read More »Storia della danza. Alla riscoperta di balletti dimenticati di Flavia Pappacena
Il “Balletto delle suore” in Robert le diable (1831) È opinione comune che La Sylphide di Filippo Taglioni (Opéra 1832), primo balletto romantico francese, abbia un precedente nel “Balletto delle suore” che andò in scena all’Opéra nel 1831 all’interno (atto III, scena VI) dell’opera Robert le diable di Giacomo Meyerbeer (libretto di Eugène Scribe e Germain Delavigne). Il “Balletto delle suore” è infatti definito il primo caso di ballet blanc della storia del balletto francese. Ma cos’è questo “Balletto delle suore”? Quale è l’identità di queste monache? Il “Ballet des nonnes damnées” (Balletto delle suore dannate) – titolo originale – non è propriamente un balletto, ma un breve intermezzo integrato nella trama dell’opera in cui suore dannate, invocate dal Demonio, escono dai loro sepolcri situati nel chiostro del convento di Santa Rosalia a Palermo per indurre Robert a profanare la tomba della Santa e rubare un ramoscello magico stretto tra le mani della statua. Si tratta di un soggetto nel gusto del romanzo gotico allora di tendenza (si pensi a Frankenstein di Mary Shelley e a The Vampire di John William Polidori), che si cibava di spettri, tombe, chiostri abbandonati, sinistre atmosfere lunari. E l’elemento inquietante era l’abito ...
Read More »Il maestro Gianni Scandiffio protagonista del docu-reality Paso Doble
Gianni Scandiffio ha vinto il primo Campionato Italiano all’età di 14 anni nella combinata dieci danze latino americane e danze standard. Classe internazionale, rappresenta l’Italia alla coppa europea e ai mondiali di Miami negli Stati Uniti vincendo anche una borsa di studio per merito sportivo. Dal 2008 passa al settore professionistico e per 3 anni consecutivi è campione italiano delle 10 danze. 3° posto al campionato europeo professionisti danze latinoamericane, 1° posto al campionato italiano professionisti latini midas, nel 2015 viene scelto per la trasmissione televisiva Paso Doble, una vita per il ballo su Real Time, un programma dove ha insegnato danza sportiva a ragazzi con il sogno di diventare campioni in questa disciplina. Quando, come e perché hai scelto di intraprendere la carriera di ballerino? Tutto è incominciato quando avevo circa 10 anni. Ho approcciato all’arte coreutica con le danze jazz, il Rock and Roll, il boogie–woogie, il twist per fare da partner a mia sorella in quanto non aveva un ballerino per formare una coppia di danza. All’inizio ho voluto provare questa esperienza, senza alcuna pretesa, più che altro per accontentare mia sorella Eleonora Scandiffio. Trascorsi un paio di anni incominciai ad appassionarmi sempre di più, intensificando gli ...
Read More »GD WEB TV: SULLE PUNTE!
Una lezione di storia della danza e dell’evoluzione delle punte. www.giornaledelladanza.com
Read More »GD WEB TV: World Ballet Day 2015
Il prossimo 1 ottobre, occhi puntati sul web: cinque compagnie ( The Australian Ballet live da Melbourne, The Bolshoi Ballet live da Mosca, The Royal Ballet live da Londra, The National Ballet of Canada da Montréal e San Francisco Ballet live da San Francisco) faranno conoscere agli utenti collegati i loro momenti speciali, le lezioni e alcuni elementi segreti. Un appuntamento da non perdere! www.giornaledelladanza.com
Read More »Partecipare ai concorsi di danza?
In generale, la mia opinione per chi partecipa ai concorsi di danza, è sicuramente positiva, ma sempre con moderazione; può diventare un mezzo di scambio, dando agli studenti una visione più ampia del mondo della danza, e facendo capire ai genitori l’impegno e l’importanza di quest’arte, con una diversa ottica verso i nuovi stili, tecniche, e vari modi di insegnamento nel settore. I concorsi danno una mission da compere agli allievi, portando a termine un progetto coreografico sul palcoscenico. Ho avuto esperienze molto contrastanti come giudice e come pubblico per quanto riguarda i concorsi di danza, ho visto danzatori preparati eseguire bene le coreografie, con scelte di coreografie appropriate e giudicati in modo equo. Seduto tra il pubblico ho visto genitori infuriati quando a volte si rendevano conto che i loro figli non erano preparati abbastanza e con costumi imbarazzanti ecc. C’è da dire però che l’altro lato della medaglia, rappresentato dalle scuole che “concorrono” ai concorsi, dovrebbero avere più consapevolezza nella preparazione dei propri allievi, in modo da poterli inscrivere nelle “categorie” adatte secondo la loro padronanza della tecnica e artisticità. A mio parere, non è positivo per “tutti” partecipare a un concorso se non si è preparati abbastanza. ...
Read More »“Danza, chi, come e perché” – La posta di Anna Maria Prina
Gentile Signora Prina, ho avuto modo di assistere allo spettacolo di addio alle scene di Sylvie Guillem e vorrei confrontarmi con Lei sul perché una danzatrice così meravigliosa abbia deciso di abbandonare la sua carriera. Secondo Lei quali sono le spinte che possono indurre a questa scelta in un’étoile di tale talento? (Clara da Roma) Cara Clara, la meravigliosa Guillem sta dando un lungo addio che è iniziato a marzo e che si protrarrà fino a dicembre. Questo mi fa pensare che il taglio del “cordone ombelicale” che la tiene legata alla danza non sia così facile! E comunque 50 anni è un’età onorevole per porre fine a una carriera di enorme successo ( è vero che alcuni hanno danzato fino a 60 anni e oltre, ma era tristissimo vederli!). Detto questo, credo che le motivazioni dell’allontanamento dalle scene siano per Sylvie numerose. Avendola seguita nel suo percorso professionale e artistico posso azzardare un paio di ipotesi. Innanzitutto, la danzatrice dal corpo più dotato, più elastico, meglio lavorato e più espressivo del pianeta danza, è una professionista seria, precisa e pignola che aspira alla perfezione come e più di ogni danzatore. Pertanto, da persona intelligente, sceglie di lasciare prima di dare prestazioni non ...
Read More »“Danza, chi, come e perché?” – La posta di Anna Maria Prina
Carissima Anna Maria Prina, Nel percorso di un danzatore si ha occasione di interpretare svariati ruoli. Spesso non è facile indossare una maschera, lontana dai nostri canoni di personalità o addirittura talvolta abbiamo paura di osare le nostre potenzialità emotive. Durante la sua carriera ha mai avuto difficoltà nell’interpretare un ruolo specifico e come si è approcciata ad esso, avendo alle spalle professionalità e spessore emotivo? (Michele da Pisa) Caro Michele, essere ballerini a livello professionale implica anche possedere una certa “flessibilità”, non solo fisica ma mentale. Quindi, pur tenendo conto delle inclinazioni personali, non si devono avere preclusioni di sorta, non bisogna chiudersi al nuovo o al diverso. Le porto un esempio personale: da giovane ballerina mi è capitato spesso di dover danzare in “balletti bianchi” come La Silfide, Le Silfidi, secondo atto di Giselle, che non erano certo i miei preferiti essendo io portata naturalmente al neoclassico. Ho imposto a me stessa con impegno e caparbietà (anche ricercando libri e vecchi filmati) di trasferire al mio corpo gli atteggiamenti e l’espressività dell’epoca e del personaggio ultraterreno. Passavo del tempo a controllare allo specchio, per esempio, l’angolatura del corpo e delle braccia; mi pettinavo con grande cura secondo lo ...
Read More »“Danza, chi, come e perché?” – La posta di Anna Maria Prina
Gentile Signora Prina, Le scrivo per chiederLe il Suo parere sui famosi passi d’addio delle scuole di danza private, Lei cosa ne pensa? (Anna Maria da Cosenza) Cara Anna Maria, il Passo d’addio ha origini scaligere ed è stata una bellissima tradizione fino agli anni ’60. È rimasto nella memoria quello di Carla Fracci che danzò giovanissima Lo spettro della rosa con l’allora primo ballerino della Scala Mario Pistoni. Era ideato per valorizzare le doti dei neo-diplomati della Scuola di ballo del Teatro alla Scala in una serata regolare, aperta agli abbonati di Opera. Infatti il Passo d’Addio della Fracci (1955) andò in scena dopo l’opera La Sonnambula cantata da Maria Callas e con la regia di Luchino Visconti, personaggi di altissimo livello mondiale che diedero luce e importanza a Fracci e alle altre licenziande. Per quanto riguarda le scuole private, penso che il passo d’addio abbia di fondo lo stesso desiderio di mettere in luce le diplomande, (che in genere ricevono il Diploma in quella serata) facendo loro danzare uno o più brani in cui eccellono. Naturalmente i risultati possono essere i più disparati, poiché dipendono dalla qualità dell’insegnamento e dalle doti degli allievi/e. Quindi direi che l’intenzione è ...
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