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La Bayadére: storia, personaggi, curiosità e trama

“La Bayadére” ovvero “la danzatrice del tempio” catalogato come “balletto-sinfonico” è uno di quei titoli che incarnano appieno la concezione della danza classica e della sua disarmante purezza grazie ad un racconto epico di amore e vendetta divina. Ambientato nell’antica India, indica un altrove dove l’esotismo si tramuta in un riflesso culturale che mira ad esaltare e ad imitare usi, forme, suggestioni e misteri di paesi lontani. Questo tema era particolarmente in voga nell’arte del balletto intorno al XIX secolo. Nel 1838 una compagnia di danzatori indiani fece tappa a Parigi con autentiche bayadere (termine coniato dagli occidentali – in special modo dai viaggiatori – in riferimento alle danzatrici indiane che si esibivano in feste e cerimonie religiose e profane) e l’interesse per l’esotico aumentò confermando il fascino delle genti europee nei riguardi dell’Oriente. Il balletto “La Bayadère” nella sua forma originale si dipana in quattro atti su musica di Léon Minkus e coreografia di Marius Petipa il quale si lasciò ispirare da più fattori: sicuramente dalle cronache lette sulla stampa nel 1875 a proposito della visita del Principe di Galles in India, senza tralasciare la suggestione tratta dal balletto “Sakountala” di suo fratello Lucien su libretto di Théophile Gauthier ...

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Una vita per la danza Éric Vu-An: stella tra le stelle

Molteplici personalità del mondo culturale e dello spettacolo, figure internazionali della danza, gente comune, istituzioni, fondazioni, enti lirici, compagnie di danza, tra cui “Ballet Nice Méditerranée”, “Teatro alla Scala”, “Opéra National de Paris”, “Les Ballets de Monte-Carlo”, “Fondation Maurice Béjart” e “Béjart Ballet Lausanne”, hanno ricordato in questi giorni la straordinaria levatura artistica di Éric Vu-An scomparso prematuramente l’8 giugno 2024. Era nato il 3 gennaio 1964 a Parigi con origini vietnamite da parte del padre adottivo (quello naturale era di Guadalupa). Da sempre aveva voluto danzare, era il suo desiderio più grande. Infatti a soli cinque anni entra nello Studio di Rue de Tournon a Parigi e prende la sua prima lezione di classica da Madame Edith George (maestra di danza di origini italiane, il cui vero nome era Adèle Marie Romana Lazzarotto che fu in precedenza ballerina, cantante e attrice anche nel celebre film musicale “Folies-Bergère” diretto da Henri Decoin con Eddie Constantine e Zizi Jeanmaire). Nel 1974 Éric Vu-An prende parte al Concorso per l’ammissione alla “Ecole de Danse de l’Opéra National de Paris” sostenendo l’audizione da solo senza accompagnamento di un insegnante, convinto che l’arte di Tersicore fosse la sua unica e insostituibile guida. La Scuola ...

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Angelo Greco vola allo Houston Ballet come principal dancer

Lo “Houston Ballet” ha annunciato che Angelo Greco si aggiungerà all’organico della compagnia in qualità di “principal dancer” a partire dalla prossima stagione 2024-2025. Lo “Houston Ballet” è la quarta più grande compagnia di danza professionale negli Stati Uniti con sede a Houston (Texas) diretta da Julie Kent che ha assunto l’incarico di Direttrice Artistica nel luglio 2023. Nato in Sardegna a Nuoro nel 1995, Angelo Greco è cresciuto a Modena e ha frequentato negli anni 2007-2008 la scuola di Danza “Idea Danza” e “Danzarte” di Mirandola e Concordia dirette da Emanuela Mussini, entrando poi dal 2009 al 2012 nella Scuola ad avviamento professionale “Il Balletto di Castelfranco Veneto” diretta da Susanna Plaino, per approdare nel 2012 alla “Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala” diretta da Frédéric Olivieri dove si è diplomato con il massimo dei voti in classico nel giugno 2014 con gli insegnanti Maurizio Vanadia, Paolo Podini e Leonid Nikonov. Entra subito nel Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto da Makhar Vaziev, debuttando nel ruolo di Basilio nel “Don Chisciotte” di Rudolf Nureyev a cui seguono i ruoli da protagonista in “Romeo e Giulietta” di Kenneth MacMillan, nello “Schiaccianoci” di Nacho Duato, “Cello Suite” ...

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Il ritorno del principe ad “Amici”: intervista con Francesco Mariottini

Francesco Mariottini nasce a Jesi il 6 novembre 1985. A undici anni inizia i corsi di danza moderna nella sua città. Nel 2000 ottiene una borsa di studio che lo porta a Firenze, presso la scuola del “Balletto di Toscana” e “Opus Ballet”, diretta da Cristina Bozzolini e Rosanna Brocanello. Segue corsi di tecnica classico-accademica e contemporanea, oltre a numerosi stage con insegnanti di chiara fama quali Stefania Di Cosmo, Victor Litvinov, Raffaele Paganini, Marco Pierin, Frédéric Olivieri, Fabrizio Monteverde, Bruno Collinet. A partire dall’anno successivo danza nella compagnia giovanile del “BdT” alcune coreografie, anche da solista, create da Fabrizio Monteverde, Orazio Messina, Rosanna Brocanello, Arianna Benedetti, Daniel Tinazzi e Alessandro Bigonzetti. A diciotto anni entra nel corpo di ballo dello “Stuttgart Ballet”, in cui danza pezzi di repertorio classico e contemporaneo (“Romeo e Giulietta”, “La Bella Addormentata”, “Onegin”, “La Bisbetica Domata”, “Un tram chiamato desiderio” su coreografie di John Cranko, John Neumeier e Marcia Haydée). Nel settembre del 2005 entra a far parte della compagnia “Aterballetto”, sotto la direzione di Mauro Bigonzetti, dove esegue anche ruoli da solista danzando in varie parti del mondo tra cui New York, Houston, Messico, Cina, Nuova Zelanda e in Europa. Nel 2007/2008 partecipa ...

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Inedito trittico di Aterballetto al Comunale di Modena

Il 16 aprile alle ore 20.30 la Compagnia Aterballetto è in scena sul palcoscenico del Teatro Comunale di Modena con un inedito trittico di coreografie: “Bliss” di Johan Inger, “Another Story” di Diego Tortelli e “Rhapsody in blue” di Iratxe Ansa e Igor Bacovich. È lo stesso Inger a raccontare di Bliss: “Il punto di partenza di questo spettacolo è la musica del Köln Concert di Keith Jarrett, che, oltre che il sottoscritto, ha ispirato e toccato milioni di persone grazie al suo perfetto tempismo nell’attirare una generazione che si muoveva da una parte all’altra della propria vita. Il mio compito, insieme a quello dei danzatori, è quello di raccontare come ci relazioniamo con questa musica iconica. Nel modo in cui incontriamo questa musica con gli occhi di oggi, è presente sia una sfida compositiva che emotiva.” “Another Story” di Diego Tortelli, presentato nel 2021 a Rovereto, racconta, sulla musica del gruppo rock inglese Spiritualized, la storia del gesto più temuto e allo stesso tempo desiderato del 2020, anno colpito da un’epidemia globale: l’abbraccio. “Rhapsody in blue” è la una nuovissima creazione di Iratxe Ansa e Igor Bacovich sulle note dell’omonima composizione di George Gershwin. “Rhapsody in Blue” di George ...

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Kor’sia presenta IGRA ispirato al balletto “Jeux” di Nijinsky

Una pièce coreutica ambientata in un campo da tennis e pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato. Le origini di Igra risalgono a Jeux, opera breve incentrata sul processo creativo dell’omonimo balletto di Nijinsky, creata nel 2018 dal collettivo vincitore dell’ultimo Fedora Prize – oggi tra i protagonisti riconosciuti della scena internazionale. Igra suppone questa esplorazione, di cui non c’è quasi più nessuna traccia: qui, come sempre, la potenza visiva gioca un ruolo decisivo, che pur non essendo un docu-drama danzato su quell’epoca e quelle opere, è pieno di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente.  Lontano dallo scopo di riprodurre o ricreare, ma con l’idea di fare convivere epoche distanti sulla stessa linea del tempo, Kor’sia prende da Nijinsky ed elabora alla luce della contemporaneità, utilizzando beat elettronici che si avvicinano ai ritmi delle danze russe e unendo balletto classico e danza contemporanea, con la capacità di identificare in un lavoro passato un potenziale non ancora esaurito. Mattia Russo e Antonio de Rosa, registi e coreografi, insieme al ricercatore e cofondatore di arti viventi Giuseppe Dagostino e ad Agnès López-Río, docente di arti performative e consulente artistico, sono i principali artefici del collettivo Kor’sia. Antonio ...

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Bayerisches Staatsballett: BalletFestWoche 2024

Dal 12 al 20 aprile 2024, il Bayerisches Staatsballett, in occasione della BalletFestWoche 2024, evento fondato nel 1960 dall’allora direttore del Corpo di Ballo Heinz Rosen, presenterà una prima mondiale, uno spettacolo ospite e alcuni estratti dai momenti salienti della stagione in corso. La speciale settimana, interamente dedicata alla danza, si aprirà il12 aprile 2024 con il trittico Duato/Skeels/Eyal. In scena Autodance di Sharon Eyal, White Darkness di Nacho Duato e una nuova creazione di Andrew Skeels creata specificamente per lo Staatsballett. A seguire la compagnia belga Peeping Tom, che presenta due spettacoli tratti da Triptych, opera che comprende The Missing Door, The Lost Room e The Hidden Floor. Il ricco programma si concluderà con opere di repertorio, attualmente in cartellone, quali Onegin di John Cranko, Tchaikovsky Overtures di Alexei Ratmansky, Le Parc di Angelin Preljocaj e La Bayadère di Patrice Bart. Il Bayerisches Staatsballett è stato fondato come dipartimento indipendente della Bayerische Staatsoper su iniziativa di Konstanze Vernon nella stagione 1990-91. Dopo la sua direzione, Ivan Liška ha assunto la direzione della compagnia dal 1998 al 2016. Nell’agosto 2016 gli è succeduto Igor Zelensky, che ne è stato a capo fino all’aprile 2022. Da maggio 2022 la compagnia è ...

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Quattro coreografi al Teatro alla Scala di Milano

Dal 3 al 9 febbraio (con anteprima il 2 febbraio riservata a Rotary Club Milano che celebra il centenario della sua fondazione) saranno gli interpreti di Dawson/Duato/Kratz/Kylián, serata articolata in quattro titoli che sono delle vere novità per la attuale Compagnia, con una prima assoluta, due debutti per gli artisti scaligeri e il ritorno di un grande titolo assente da tempo dal repertorio. Un “mixed bill” imperdibile che riunisce diverse generazioni e universi creativi: la creazione di Philippe Kratz Solitude Sometimes, Anima Animus di David Dawson in debutto nazionale, il ritorno in scena dopo 14 anni di Bella Figura, gioiello di Jiří Kylián e Remanso, trio maschile di Nacho Duato, mai visto alla Scala, e che vedrà protagonista per tutte le recite l’étoile Roberto Bolle.   Solitude Sometimes  La prima assoluta è affidata a Philippe Kratz, talento in evidenza fra i nuovi coreografi per l’originalità del suo lavoro, dallo stile molto personale, che il balletto scaligero ha avuto l’occasione di interpretare nel trio da Sentieri. Catarsi, rinascita, ciclo della vita e resilienza dell’individuo in Solitude Sometimes: tra le sonorità elettroniche di Thom Yorke e dei Radiohead, Philippe Kratz si immerge nella mitologia egiziana per una risalita verso la luce, prendendo spunto dal racconto dell’Amduat e la ...

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La Scala in scena a febbraio con Dawson, Duato, Kratz e Kylián

I primi ballerini, i solisti e gli artisti del Corpo di Ballo protagonisti dello Schiaccianoci di Nureyev, che ha inaugurato con straordinario successo la Stagione di Balletto, torneranno in scena a febbraio in una nuova veste, e si immergeranno nello stile di quattro autori di grande originalità: per sette rappresentazioni dal 3 al 9 febbraio (con anteprima il 2 febbraio riservata a favore di Rotary Club Milano) saranno gli interpreti di Dawson/Duato/Kratz/Kylián, serata articolata in quattro titoli che sono delle vere novità per la attuale Compagnia, con una prima assoluta, due debutti per gli artisti scaligeri e il ritorno di un grande titolo assente da tempo dal repertorio. Un “mixed bill” imperdibile che riunisce diverse generazioni e universi creativi: la creazione di Philippe Kratz Solitude Sometimes, Anima Animus di David Dawson in debutto nazionale, il ritorno in scena dopo 14 anni di Bella Figura, gioiello di Jiří Kylián e Remanso, trio maschile di Nacho Duato, mai visto alla Scala, e che vedrà protagonista per tutte le recite l’étoile Roberto Bolle. Redazione Foto Marco Brescia

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Morgen

Giornata Internazionale della Danza – “Morgen;” di Nacho Duato

Per celebrare la Giornata Internazionale della Danza il 29 aprile 2022, la Compañía Nacional de Danza porterà in scena Morgen; di Nacho Duato al Teatro del Bosque di Móstoles, Madrid. Lo spettacolo, che ha debuttato al Palacio de Festivales de Cantabria a Santander lo scorso 25 febbraio è una creazione sulla “pandemia nascosta” del suicidio, un tema poco dibattuto che non viene spesso all’attenzione della stampa, ma purtroppo presente nella nostra società. Il titolo del balletto include un punto e virgola in riferimento alle persone che si tatuano questo segno di punteggiatura come rappresentazione della propria lotta contro il suicidio e della loro vittoria su di esso. Nacho Duato mancava da ben 11 anni dalla Compañía Nacional de Danza, attualmente diretta da Joaquín de Luz, il quale, avendo assistito al processo di creazione della coreografia, ha dichiarato che i ballerini e Duato comunicavano senza parole: Era come vedere un quadro dipinto in quel preciso momento. Duato, che è stato alla direzione della CND dal 1990 al 2010, ha dichiarato di essere stato molto contento di ritornare a coreografare per la Compagnia: Amo i ballerini, e siccome questa è stata la mia casa per tanti anni, si vede. Il coreografo ha ...

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