«La tua Tatiana è un personaggio vero, in carne ed ossa. Devi trasmettere verità per evitare di cadere nella trappola del melodramma». Siamo a Roma nel 1996 e così Reid Anderson-Graefe parla ad Alessandra Ferri, protagonista dell’Onegin di John Cranko, in scena per la prima e unica altra volta al Teatro dell’Opera. A distanza di quasi 30 anni Anderson-Graefe, già direttore dello Stuttgart Ballet e custode dell’eredità artistica di Cranko, è nuovamente supervisore coreografico del balletto in programma al Teatro Costanzi dal 3 al 9 aprile, con Anteprima Giovani il 2 aprile (ore 19). Dramma in danza per eccellenza, ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puškin, Onegin è considerato espressione ed esempio perfetto dello ‘stile Cranko’ per genialità narrativa e spessore drammatico, uno dei capolavori della seconda metà del nostro secolo tra i balletti di questo filone. Anderson-Graefe è assistito da Yseult Lendvai, tra le elette interpreti del personaggio di Tatiana dopo Maria Haydée, musa di Cranko che ha danzato in questo ruolo alla prima assoluta di Onegin sessant’anni fa, il 13 aprile 1965, a Stoccarda. A far rivivere la grande storia d’amore infelice narrata nell’Evgenij Onegin da Puškin, sono state chiamate due stelle: Nicoletta Manni e Friedemann Vogel. ...
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