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Il Maestro Piotr Nardelli “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Il lago dei cigni. Il balletto contemporaneo prediletto? Sacre du printemps di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Teatr Wielki Varsovie. Un romanzo da trasformare in balletto? Orient Express di Agata Christie. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Sempre “Orient Express”. Il costume di scena indossato che hai preferito? Basilio nel “Don Chisciotte” a Varsavia. Quale colore associ alla danza? Bleu. Che profumo ha la danza? È un profumo unico! La musica più bella scritta per balletto? Lo Schiaccianoci pas des deux di Tchaikowski. Il film di danza irrinunciabile? Tournant de la vie. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev, Maya Plisetskaya. Il tuo “passo di danza” preferito? Pirouettes en dedans en attitude. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Tebaldo (Romeo e Giulietta). Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Balanchine, Béjart, Cranko. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Aiuta i giovani ballerini a non dimenticare che la danza è un’arte. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Respirazione, opposizione nel corpo e cerchi nello spazio. Come ti vedi oggi allo specchio? Gli ...

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Le diversità tra danza moderna e danza contemporanea

Nata all’inizio del Novecento, la danza moderna è figlia del rifiuto. Rifiuto del tutù, delle punte, delle regole rigide del balletto accademico. Le pioniere — Isadora Duncan, Ruth St. Denis, Martha Graham — non volevano solo cambiare il modo di danzare: volevano cambiare il modo di sentire. Il corpo moderno si libera ma resta disciplinato. Graham, ad esempio, fonda una tecnica basata sul contraction and release, un linguaggio preciso, codificato, emotivo ma strutturato. Doris Humphrey lavora con la caduta e la sospensione. L’espressione personale è centrale, ma all’interno di una forma ben riconoscibile. La danza moderna ha un vocabolario, dei fondatori, delle scuole. Ha una genealogia, quasi una linea di sangue. In breve: la danza moderna è una rivoluzione ordinata. La danza contemporanea arriva dopo. Non è un singolo movimento, né una singola scuola. È una costellazione, un continuo interrogarsi su cos’è la danza. E, spesso, su cosa non è. Nasce negli anni ’60-’70 e continua a mutare. Merce Cunningham, uno dei nomi chiave, rompe con la narrativa emotiva della danza moderna e introduce l’idea che movimento e musica possano coesistere senza legami. Trisha Brown porta la danza nei muri, nelle strade, negli angoli. Pina Bausch la trasforma in teatro-danza, ...

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Simone-Valastro

Simone Valastro: “Creare senza tradire sé stessi. L’equilibrio tra istinto e consapevolezza”

Simone Valastro è una delle voci più autorevoli nel panorama della danza contemporanea internazionale. Dopo essersi diplomato alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala nel 1998, entra nel Balletto dell’Opéra di Parigi, dove raggiunge alti traguardi, ricevendo nel 2008 il premio AROP e nel 2009 il titolo di miglior ballerino italiano all’estero. Oltre alla sua carriera di danzatore, ha debuttato come coreografo nel 2008 e ha fondato, insieme ad Alessio Carbone, la compagnia Les Italiens de l’Opéra nel 2016. Dopo essere stato protagonista sulle scene di teatri prestigiosi come l’Opéra di Parigi, ha saputo imporsi come coreografo, firmando creazioni per compagnie di grande tradizione come il Bol’šoj, l’Opera di Roma, e il Teatro alla Scala. La sua traiettoria artistica non è solo un racconto di successo, ma una riflessione costante sull’evoluzione del linguaggio coreografico e sulla relazione tra passato e futuro nella danza.  Nel  2025, Simone Valastro è designato coreografo del progetto Le Stelle di Domani, un’iniziativa del Balletto di Venezia con la partecipazione di 12 giovani danzatori internazionali, selezionati tra le migliori istituzioni di formazione, come l’Académie Princesse Grace di Montecarlo, l’Accademia Teatro alla Scala di Milano, l’ABT/J.K.O. School di New York, l’École de Danse de l’Opéra National ...

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Il coreografo Dimitris Papaioannou “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Nessuno. Il balletto contemporaneo prediletto? 1980 di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Théâtre de la Ville di Parigi. Un romanzo da trasformare in balletto? Autobiografia del Rosso di Anne Carson. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Teorema di Pier Paolo Pasolini. Il costume di scena indossato che hai preferito? Abito nero (Materia Prima). Quale colore associ alla danza? Colore della pelle. Che profumo ha la danza? Sudore. La musica più bella scritta per balletto? Qualunque di Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Saturday Night Live. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Vaslav Nijinsky e Pina Bausch. Il tuo “passo di danza” preferito? Non ne conosco nessuno. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico? Qualsiasi ruolo maschile con i collant da danza. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? William Forsythe. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie ragazza! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Provare – Fallire – Ripetere. Come ti vedi oggi allo specchio? Più vecchio. Michele Olivieri Foto di Julian Mommert www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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85 anni fa nasceva Pina Bausch: la poetessa del Tanztheater

Nel cuore del Novecento, tra le rovine di una Germania che cercava di rialzarsi, nacque una voce capace di riscrivere il linguaggio del corpo: Pina Bausch. Coreografa, danzatrice e visionaria, Bausch ha rivoluzionato la danza contemporanea fondendo gesto, parola e teatro in una sintesi inedita, emotivamente travolgente: il Tanztheater. Philippine “Pina” Bausch nacque il 26 luglio 1940 a Solingen. Fin da giovanissima, mostrò una spiccata sensibilità per il movimento e una straordinaria capacità di assorbire il mondo che la circondava. Studiò alla Folkwang Hochschule di Essen, sotto la guida di Kurt Jooss, uno dei pionieri della danza espressionista. L’esperienza americana presso la Juilliard School di New York la mise in contatto con la modern dance di Martha Graham, José Limón e Paul Taylor: un contrasto vivificante rispetto all’approccio tedesco, più radicato nell’espressività del volto e nella narrazione simbolica. Nel 1973, Pina Bausch divenne direttrice artistica del Tanztheater Wuppertal, la compagnia che avrebbe preso il suo nome consacrandola al mondo. I suoi primi lavori, accolti con diffidenza dal pubblico, rompevano gli schemi della danza classica e moderna: non più virtuosismi e perfezione, ma corpi vulnerabili, che tremano, inciampano, ridono, si interrogano. Titoli come “Café Müller” (1978), “Kontakthof” (1978) oppure “Il lamento ...

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A Caracalla Le Sacre du printemps di Pina Bausch

Le Sacre du printemps di Pina Bausch celebra i 50 anni dalla sua creazione e per la prima volta viene interpretato da una compagnia italiana, quella dell’Opera di Roma diretta da Eleonora Abbagnato, in occasione del Caracalla Festival 2025. Lo spettacolo va in scena il 30 e 31 luglio insieme al Bolero di Béjart e Within the Golden Hour di Wheeldon, in un trittico che offre una visione completa della danza contemporanea: dalla poesia del movimento alla forza del collettivo fino alla spiritualità del rito. La serata si apre con Within the Golden Hour di Christopher Wheeldon, balletto in un atto entrato nel repertorio della compagnia romana nella stagione 2022/23. Creato nel 2008 per il San Francisco Ballet, è una poesia coreografica per quattordici danzatori, su musiche per archi di Ezio Bosso e l’Andante del Concerto per violino di Antonio Vivaldi. “È come una serie di piccoli dipinti o schizzi ispirati dalla musica” afferma il coreografo britannico. Equilibrato tra struttura musicale e costruzione coreutica, il balletto rappresenta uno dei suoi lavori più riconosciuti. Ad evocare la magia dell’ora dorata di cui si parla nel titolo, quella particolare condizione della luce naturale che si verifica quando il sole è molto basso all’orizzonte, ovvero negli istanti successivi all’alba e precedenti il tramonto, contribuiscono i luminosi costumi firmati da Anna Biagiotti. A seguire il Bolero di Maurice Béjart, creato nel 1961 su ...

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L’étoile Oriella Dorella “allo specchio”

  Il balletto classico preferito? Lo Schiaccianoci. Il balletto contemporaneo prediletto? La Nona di Maurice Béjart. Il Teatro del cuore? Il Teatro alla Scala di Milano e l’Arena di Verona. Un romanzo da trasformare in balletto? Il romanzo ispirato al film “E.T. L’extra-terrestre” scritto da William Kotzwinkle per un balletto dedicato ai ragazzi. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? The Danish Girl. Il costume di scena indossato che hai preferito? Gelsomina. Quale colore associ alla danza? Rosso. Che profumo ha la danza? L’odore della pece. La musica più bella scritta per balletto? Quelle composte da Nino Rota. Il film di danza irrinunciabile? Il sole a mezzanotte con Mikhail Baryshnikov. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev e Pina Bausch. Il tuo “passo di danza” preferito? Legato. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico? Caterina dal balletto di John Cranko “La bisbetica domata” con un bel Petruccio… Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Non riesco a trovarne solo uno, ma la storia del balletto ha visto grandi personalità come Roland Petit, Maurice Béjart senza scordare “le svolte” coreografiche impresse da Rudolf Nureyev. Tornando indietro, ...

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Presentata la Stagione 2025/2026 dei Balletti del Teatro dell’Opera di Roma

Dal barocco di Händel al linguaggio contemporaneo di Ronchetti e D’Amico, passando per Wagner, Strauss, Gounod, Mozart e naturalmente Verdi, Puccini e Rossini, senza tralasciare un omaggio a Henze nel centenario della nascita. Un triplice debutto nel Lohengrin per Mariotti, Michieletto e Korchak e una collaborazione triennale con Il Teatro di Roma, che inizia con la regia di Luca De Fusco per la prima volta all’Opera di Roma con un titolo mai rappresentato sul palcoscenico del Lirico capitolino, Roméo et Juliette. In programma anche l’esordio italiano dei registi Gürbaca e Hermann, quest’ultimo con due titoli consecutivi e complementari (Inferno e Ariadne auf Naxos), Il trionfo del Tempo e del Disinganno di Händel, per la prima volta all’Opera di Roma, e Le nozze di Figaro di Mozart firmate da Claus Guth.   Importante anche quest’anno la presenza degli spettacoli di danza, che spaziano dai grandi classici come Lo schiaccianoci e La Bayadère per arrivare a esplorare il Novecento e la contemporaneità con George Balanchine, Pina Bausch, Jerome Robbins, Jacopo Godani, Marco Goecke, Angelin Preljocaj e Benjamin Millepied.   In cartellone anche quattro concerti, tre dei quali affidati al Direttore musicale Michele Mariotti, un anticipo sull’avvio di stagione con un concerto all’Expo ...

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Caracalla Festival 2025, intitolato “Tra sacro e umano”

Nell’anno del Giubileo universale della Chiesa cattolica, il Teatro dell’Opera di Roma affida il suo Festival estivo a Damiano Michieletto. “Carta bianca” dunque a uno dei più apprezzati registi di oggi, per costruire un cartellone tanto innovativo quanto capace di dialogare con l’enorme eterogeneità di pubblico che un anno come quello giubilare porta nella capitale. Tante le novità in programma, a partire dalle sedi del Festival: alle tradizionali Terme di Caracalla infatti, per la prima volta viene affiancata la Basilica di Massenzio. La più grande basilica civile del centro monumentale di Roma, costruita all’inizio del IV secolo, è quindi per la prima volta sede di messinscene operistiche. Dal 29 giugno al 7 agosto si snoda la proposta del Caracalla Festival 2025, intitolato “Tra sacro e umano”, che comprende opera, musica sacra, musical, danza, concerti e incontri. Quattro le nuove produzioni: La Resurrezione di Händel, La traviata di Verdi, Don Giovanni di Mozart e West Side Story di Bernstein, tutte affidate a nomi della “nuovelle vague” della regia operistica internazionale come Ilaria Lanzino, Sláva Daubnerová, Vasily Barkhatov e lo stesso Damiano Michieletto. Per West Side Story poi, sale sul podio il Direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti. La danza vede ...

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La Stagione Danza 25/26 del Teatro Morlacchi di Perugia

25-26 ottobre CHOTTO DESH regia e adattamento Sue Buckmaster (Theatre-Rites) composizione musicale Jocelyn Pook disegno luci Guy Hoare storie immaginate da Karthika Naïr e Akram Khan La favola della nonna in Chotto Desh è tratta dal libro Il cacciatore di miele” scritto da Karthika Naïr, Sue Buckmaster e Akram Khan ballerini Jasper Narvaez o Nicolas Ricchini progettazione visiva originale Tim Yip animazione visiva originale YeastCulture produzione Akram Khan Company coprodotto da MAC, Belfast La Akram Khan Company arriva per la prima volta a Perugia con la sua amatissima produzione per famiglie Chotto Desh (Piccola Patria). Adattato nel 2015 dalla direttrice del Theatre-Rites Sue Buckmaster, basandosi su DESH del coreografo e danzatore anglo-bengalese Akram Khan – uno dei più celebri artisti nel mondo della danza di oggi –, lo spettacolo è un commovente e brillante sogno a occhi aperti che tra danza, musica, parola e animazioni video, racconta le fasi più delicate della crescita di un individuo, la relazione con i propri genitori, la ricerca della propria identità, celebrando la resilienza dell’animo umano nel mondo moderno. L’opera si avvale della qualità unica di Khan nel narrare storie interculturali, creando una narrazione avvincente e poetica sui sogni e ricordi di un ragazzo ...

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