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Tag Archives: Pina Bausch

L’evoluzione della danza e del balletto al maschile

1. Origini antiche: il corpo maschile come forza rituale Nelle società antiche la danza maschile era spesso: * rituale (riti religiosi, guerrieri, di passaggio) * comunitaria * legata a forza, resistenza, abilità fisica – Esempi: danze guerriere greche (Pirrico), danze tribali africane, danze sciamaniche asiatiche. 2. Medioevo e Rinascimento: la danza come arte di corte Tra XV e XVI secolo: * i nobili uomini partecipavano ai balli di corte * la danza richiedeva controllo, eleganza, postura. Nasce la danza codificata che porterà al balletto. Gli uomini iniziano a diventare maestri di danza nelle corti europee. 3. Il Balletto (XVII-XIX sec.): centralità e poi marginalizzazione Periodo barocco e classico * Alla corte di Luigi XIV gli uomini sono protagonisti (il re stesso danza). * Ruoli maschili energici, salti, tecnica virtuosistica. Ottocento romantico * Le donne diventano centro del balletto (ballerina eterea). * Gli uomini spesso hanno ruoli di sostegno (partner, porteur), anche se esistono grandi virtuosi. 4. Novecento: rivoluzione della mascolinità in danza Con la modern dance e l’avanguardia: * Isadora Duncan, Rudolf Laban, Martha Graham ridefiniscono il corpo maschile come espressivo, non solo “forte”. * Con Vaslav Nijinsky la danza maschile torna al centro: fisicità esplosiva, ruoli psicologici. * Negli ...

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La Stagione di danza 25-26 del Teatro Lirico di Cagliari

Da quest’anno il Teatro Lirico di Cagliari accende maggiormente i riflettori sulla grande danza classica e contemporanea dando ampio spazio ad un’arte così raffinata ma anche apprezzabile e raggiungibile da tutti, attraverso un’importante Stagione di danza 2025-2026 che prevede sei singoli spettacoli (suddivisi in quattro nuovi turni di abbonamento) in cui si potrà godere il gotha della coreografia mondiale: il classico Lo schiaccianoci, Il lago dei cigni di Angelin Preljocaj, Beethoven 7 di Sasha Waltz, Peer Gynt di Edward Clug, Béjart Ballet Lausanne, Roberto Bolle in Caravaggio. Si inizia, quindi, come titolo di apertura di stagione, con il ritorno della grande danza classica d’autore, dal 20 al 24 dicembre (cinque recite, di cui una fuori abbonamento), con Lo Schiaccianoci, balletto in due atti, dal racconto Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, e musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij (Kamsko-Votkinsk, governatorato di Vjatka, 1840 – San Pietroburgo, 1893), uno dei capolavori più amati dal pubblico, nella versione magica, colorata, onirica, effervescente portata in scena dal Corpo di Ballo e dai Solisti del TAM Ballet – Teatro Arcimboldi Milano e con la coreografia di Marius Petipa e Vasily Vainonen, ripresa da Ekaterina Dalskaya e Pierpaolo Ciacciulli e la ...

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“La Bella” apre la Stagione alla Scala 25/26: tutti i titoli in programma

La nuova Stagione di Balletto si compone di sette programmi, bilanciati fra cinque novità per la Scala e i suoi artisti, di cui uno a serata intera, e quattro riprese dal repertorio scaligero, tra cui La Bella addormentata e Don Chisciotte di Rudolf Nureyev e Giselle di Yvette Chauviré, balletti patrimonio della Scala, dei suoi danzatori e delle platee internazionali in cui sono stati negli anni presentati come biglietto da visita della Compagnia. Sarà una stagione ricca di eventi di grande importanza, uno su tutti l’arrivo per la prima volta alla Scala della Sagra della primavera di Pina Bausch. Verranno proposti stili molto differenti fra loro, per arricchire il repertorio con grandi firme che per la prima volta legano il loro nome al Teatro alla Scala e al suo Corpo di Ballo. Pina Bausch in primis, ma anche Ohad Naharin e Christopher Wheeldon, che arriva alla Scala per la prima volta, avendo il Corpo di Ballo scaligero presentato in prima nazionale nel 2005 Polyphonia, ma al Teatro Arcimboldi. Entra nei programmi del Ballo scaligero anche il nome di Jean-Christophe Maillot, la visione artistica di questo coreografo che si è molto evoluta stilisticamente in questi anni: verrà presentato un suo lavoro molto profondo e delicato, un genere di balletti importante da avere in repertorio, e che in alcune recite vedrà in scena l’étoile scaligera Roberto Bolle. Novità ma anche continuità: torna la firma di Wayne McGregor, con cui ...

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Il cigno: icona senza tempo tra eleganza e trasformazione

Il cigno, con il suo portamento elegante e il fascino etereo, ha attraversato la storia della danza come simbolo di bellezza, mistero e trasformazione. Non è solo un animale da osservare nei laghi o nei giardini: nei palcoscenici del balletto, il cigno diventa linguaggio, emozione e mito incarnato. Fin dall’antichità, il cigno è stato carico di significati simbolici. Nella mitologia greca, la sua immagine è legata a Zeus e a leggende di metamorfosi, mentre nella tradizione europea diventa emblema di purezza, fedeltà e magia. Questi archetipi hanno trovato naturale collocazione nella danza, dove il movimento corporeo traduce in gesto ciò che la parola non può raccontare. Il cigno entra prepotentemente nel repertorio del balletto romantico del XIX secolo, raggiungendo la sua consacrazione con Il lago dei cigni. La figura di Odette/Odile, bianca e nera, fragile e ingannevole, trasforma il palcoscenico in uno specchio di emozioni. La coreografia del cigno, con braccia arcuate e movimenti fluidi che richiamano le ali, diventa simbolo di leggerezza, grazia e tensione drammatica. Non a caso, questo ruolo è considerato una delle prove più complesse per una ballerina: richiede perfetta fusione tra tecnica e capacità narrativa. Il cigno nel balletto non è mai solo ornamento scenico: ...

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La solista Beatrice Libonati “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Le Spectre de la rose. Il balletto contemporaneo prediletto? Barbablù di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Il Théâtre de la Ville di Parigi. Il costume di scena indossato che hai preferito? Quello di Giuditta nel Barbablù. Quale colore associ alla danza? Color lavanda. Che profumo ha la danza? Profumo di scarpette. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Gene Kelly e Carla Fracci. Il tuo “passo di danza” preferito? Grand Jeté. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Giselle. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Pina Bausch. Come ti vedi oggi allo specchio? Allo specchio vedo la pelle che scende e i baffi che crescono. Michele Olivieri Foto di Jan Minarik www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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Le danseur étoile Kader Belarbi “allo specchio”

Balletto classico preferito? Giselle. Balletto contemporaneo preferito? La sagra della primavera. Il Teatro del cuore? L’Opéra di Parigi. Un romanzo da trasformare in un balletto? Bel Ami di Guy de Maupassant – Pinocchio di Carlo Collodi – Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Zorro di Johnston McCulley – Il dottor Jekill e Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Il semplice costume di Jeune homme et la mort o quello del ruolo di Petrushka. Quale colore associ alla danza? La Luce. Che profumo ha la danza? L’odore del respiro incrociato e condiviso con il tuo partner. La musica più bella scritta per il balletto? Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev. Il film di danza imperdibile? Les rêves dansants di Rainer Hoffmann e Anne Linsel – Il ballo di Ettore Scola. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Nijinsky e Pina Bausch. Il tuo “passo di danza” preferito? Il volo di un doppio assemblée. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Albrecht, detto “AlbertKader”. Chi era il genio per ...

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Raffaella Giordano e Stefania Tansini al Teatro Grande di Brescia

La danza contemporanea ritorna protagonista della Stagione del Teatro Grande di Brescia. Mercoledì 22 ottobre alle ore 20.00 nella Sala Palcoscenico Borsoni del Teatro Grande di Brescia, il talento coreografico di Raffaella Giordano, danzatrice e coreografa tra le più importanti esponenti del teatro-danza in Italia, verrà re-intepretato dalla giovane autrice e danzatrice Stefania Tansini in un importante progetto di trasmissione, che la vedrà impegnata nell’interpretazione del lavoro Tu non mi perderai mai, a vent’anni esatti dal suo debutto. Creato e danzato da Raffaella Giordano nel 2005, questo assolo si ispira liberamente al Cantico dei Cantici. La coreografa ne restituiva la sua personale visione in movimento e ora Stefania Tansini ne raccoglierà il testimone. Un ritorno tra i più poetici, che Marinella Guatterini, saggista e docente di Estetica e Teoria della danza alla Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” di Milano ha definito nel suo Il mistero e la sua sfida: “Liberamente ‘inspirato’ dal Cantico dei Cantici, l’assolo – fra i suoi più inafferrabili – è quello che più s’attaglia alla semplicità intima e ‘sacra’ della Tansini. Presenza/assenza in un deserto di lacerti gestuali, Giordano lanciava fra sé e il pubblico con esiti ipnotici una promessa di lunga attesa e indugiava ...

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Tanztheater Wuppertal 25-26: Ritorni, Riflessioni e Radici

A quasi due decenni dalla scomparsa di Pina Bausch, la sua compagnia continua a camminare su un filo teso tra fedeltà alla memoria e ricerca di nuove traiettorie. La stagione 2025-26 del Tanztheater Wuppertal non è una semplice rassegna di titoli storici: è una dichiarazione d’intenti, un atto di cura verso un patrimonio fragile e vivo, un tentativo consapevole di riassemblare i pezzi di un’identità artistica che ha attraversato turbolenze, trasformazioni e cambi di guida. L’anima della nuova stagione pulsa nei ritorni. E non si tratta di semplici riproposte:tornano in scena come organismi vivi, con nuovi interpreti, nuove energie, nuovi corpi che si fanno custodi e traduttori di un linguaggio coreografico ancora profondamente attuale. Le opere di Bausch non invecchiano: si trasformano, si contaminano, si riattivano in relazione al tempo che le ospita. La scelta di riattivare queste produzioni non è nostalgica, ma necessaria. È un modo per rimettere in circolo l’essenza del Tanztheater: il gesto che dialoga con l’emozione, il movimento che scava nell’umano, la parola che si fa corpo. Fra le novità più significative della stagione, spicca Kontakthof – Echoes of ’78, un progetto firmato da Meryl Tankard che riunisce alcuni interpreti della storica produzione del ’78. Non ...

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La coreografa e direttrice Christine Hassid “allo specchio”

Balletto classico preferito? Giselle. Balletto contemporaneo preferito? Nelken di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? L’Opéra de Paris. Un romanzo da trasformare in un balletto? Preferirei dire un’opera: Tosca. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Amadeus. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Il costume indossato da Rudolf Nureyev ne Le Spectre de la rose. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che odore ha la danza? Caramello, Ambra, Vaniglia, Sandalo, Muschio. La musica più bella scritta per il balletto? Il lago dei cigni. Il film di danza imperdibile? White Night con Mikhail Baryshnikov. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Maurice Béjart e Pina Bausch. Il tuo “passo di danza” preferito? L’arabesque piqué. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Paquita. Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica? George Balanchine. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Fai qualcosa perché il patrimonio della danza sta lentamente scomparendo. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Disciplina, forza di volontà, sacralità. Come ti vedi oggi allo specchio? Sono orgogliosa del mio percorso e delle mie lotte. Se dovesse finire domani, potrò sempre guardarmi ...

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Il coreografo Diego Tortelli “allo specchio”

Il balletto classico preferito? La Dame aux camélias. Il balletto contemporaneo prediletto? The Big Crying di Marco Goecke. Il Teatro del cuore? Le Silò a Marseille. Un romanzo da trasformare in balletto? Un uomo solo di Christopher Isherwood. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Queer di Luca Guadagnino. Il costume di scena indossato che hai preferito? Essere nudo e sentire che il mio corpo non avesse bisogno di orpelli per danzare. Quale colore associ alla danza? Nero. Che profumo ha la danza? Sudore. La musica più bella scritta per balletto? Le Sacre du Printemps di Stravinsky. Un pugno nello stomaco che diventa rituale. Il film di danza irrinunciabile? Billy Elliot. Perché ha reso politica la leggerezza. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Nijinsky e Pina Bausch. Sovversivi, ciascuno a modo suo. Il tuo “passo di danza” preferito? La preparazione prima di ogni esercizio: il port de bras. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio di balletto classico? Nessuno, il repertorio classico è troppo stereotipato per poter desiderare di essere uno di loro. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? William Forsythe. Tornando indietro, se ...

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