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Tag Archives: Rudolf Nureyev

La coreografa e direttrice Christine Hassid “allo specchio”

Balletto classico preferito? Giselle. Balletto contemporaneo preferito? Nelken di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? L’Opéra de Paris. Un romanzo da trasformare in un balletto? Preferirei dire un’opera: Tosca. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Amadeus. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Il costume indossato da Rudolf Nureyev ne Le Spectre de la rose. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che odore ha la danza? Caramello, Ambra, Vaniglia, Sandalo, Muschio. La musica più bella scritta per il balletto? Il lago dei cigni. Il film di danza imperdibile? White Night con Mikhail Baryshnikov. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Maurice Béjart e Pina Bausch. Il tuo “passo di danza” preferito? L’arabesque piqué. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Paquita. Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica? George Balanchine. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Fai qualcosa perché il patrimonio della danza sta lentamente scomparendo. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Disciplina, forza di volontà, sacralità. Come ti vedi oggi allo specchio? Sono orgogliosa del mio percorso e delle mie lotte. Se dovesse finire domani, potrò sempre guardarmi ...

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Sylvie Guillem oggi: l’étoile che danza la vita

Un tempo le sue linee perfette tracciavano coreografie nell’aria, oggi disegna sentieri nel verde della natura. Sylvie Guillem, la danzatrice che ha riscritto le regole del balletto, ha scelto il silenzio della terra dopo le luci della scena. L’étoile che ha dato l’addio nel 2015 con uno spettacolo simbolicamente intitolato Life in Progress, ha rivoluzionato anche il proprio modo di vivere, scegliendo la natura come suo nuovo universo creativo. Oggi Sylvie vive in una tenuta immersa nel paesaggio collinare. Un luogo che non conosce riflettori, ma che pulsa di vita autentica: alberi, animali, terra coltivata, cieli puliti. Qui, la donna che ha stregato Nureyev e il pubblico di tutto il mondo ha trovato la sua nuova scena: quella della semplicità. Ha costruito una realtà autosufficiente, abbandonando i ritmi frenetici del successo per abbracciare la lentezza consapevole del quotidiano. I suoi giorni scorrono senza la necessità di apparire, ma con l’urgenza di appartenere: alla natura, al presente, alla coerenza con i propri valori. Non è una fuga dalla danza, ma una forma diversa di militanza. Oggi Guillem si occupa attivamente di progetti ecologici. Per lei, il rispetto per ogni essere vivente non è una posa da copertina, ma una decisione concreta ...

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Incontro speciale aperto al pubblico all’Opera di Roma per il balletto Marco Spada

  Mercoledì 22 ottobre, alle ore 18:00, il palcoscenico del Teatro dell’Opera di Roma si accenderà per un incontro dedicato al balletto Marco Spada nell’ambito del progetto Passaporti di Danza che offre al pubblico la possibilità di conoscere gli aspetti artistici dei balletti in Stagione. A moderare l’evento sarà Sara Zuccari, giornalista, direttore del Giornale della Danza e critico di danza per L’Espresso: sul palco, insieme a lei, Eleonora Abbagnato, direttrice del Corpo di Ballo e della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma e Anne Salmon, maître de ballet e responsabile della direzione artistica del repertorio di Pierre Lacotte nonché sua assistente per più di vent’anni. Sarà un’occasione preziosa per raccontare e riscoprire questo affascinante balletto, attraverso parole, suggestioni storiche e momenti danzati. Interverranno anche i danzatori del Teatro dell’Opera, protagonisti di brevi estratti coreografici e dimostrazioni, con il contributo della Signora Salmon, che illustrerà alcune peculiarità dell’opera coreografica, come la pantomima e la figura del personaggio di Marco Spada. Un incontro a più voci, dove storia e arte si intrecciano, riportando in vita – anche solo per un attimo – l’incanto di un balletto dimenticato. Eleonora Abbagnato, con profondo amore e dedizione, ha fortemente voluto il ritorno ...

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Il danseur étoile Benjamin Pech “allo specchio”

Balletto classico preferito? Il Lago dei cigni. Balletto contemporaneo preferito? La sagra della primavera di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Palais Garnier di Parigi. Un romanzo da trasformare in un balletto? Il libro della giungla. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Billy Elliot. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Petrouchka. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che odore ha la danza? Legno. La musica più bella scritta per il balletto? Tutti quelli di Čajkovskij. Il film di danza imperdibile? White Night con Mikhail Baryshnikov. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Rudolf Nureyev e Sylvie Guillem. Il tuo “passo di danza” preferito? Détourné. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Nessuno, la maggior parte muore o rimane con il cuore spezzato. Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica? George Balanchine e William Forsythe. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Fammi volare! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Essenziale / obiettiva / meditativa. Come ti vedi oggi allo specchio? Non riflette la mia realtà. Michele Olivieri Foto di Rémy Artiges www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata 

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Il Danseur Étoile Gil Isoart “allo specchio”

Balletto classico preferito? Il Lago dei Cigni. Balletto contemporaneo preferito? Le Sacre di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? L’Opéra de Paris. Un romanzo da trasformare in un balletto? La pitié dangereuse di Stefan Zweig. Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto? Mission. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Golden Idole nella versione di Rudolf Nureyev. Quale colore associ alla danza? La luce. Che odore ha la danza? La colofonia. La musica più bella scritta per il balletto? Il lago dei cigni. Il film di danza imperdibile? Due vite, una svolta di Herbert Ross. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Louis XIV e Isadora Duncan. Il tuo “passo di danza” preferito? La pirouette. Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Non troppo tragico ha ha ha …al limite Basilio! Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica? Marius Petipa. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Bellezza, Emozione, Disciplina. Come ti vedi oggi allo specchio? Soddisfatto! Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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Marco Spada di Pierre Lacotte torna al Teatro dell’Opera di Roma: Rudolf Nureyev fu il protagonista nel 1981

Torna a Roma, dopo più di quarant’anni, Marco Spada, una rarità preziosa del repertorio ballettistico ottocentesco, ricostruita da Pierre Lacotte nel 1981 proprio per il Teatro dell’Opera di Roma e ora presentata nuovamente dal Corpo di Ballo capitolino dal 24 al 29 ottobre 2025 per la chiusura della stagione di balletto 2024/25. Un ritorno che ha il sapore dell’omaggio e della memoria: a poco più di due anni dalla scomparsa di Lacotte (1932–2023), l’Opera di Roma celebra il coreografo francese che, più di ogni altro, ha dedicato la sua vita alla riscoperta dei grandi titoli perduti del Romanticismo. Il ritorno di Marco Spada al Costanzi, fortemente voluto dalla Direttrice Eleonora Abbagnato, non è soltanto la ripresa di un titolo raro, ma un gesto di continuità culturale. Marco Spada ou la Fille du Bandit fu creato nel 1857 per il Théâtre Impérial de l’Opéra di Parigi dal celebre duo Auber–Scribe, con coreografia di Joseph Mazilier, già autore di balletti di successo come La Gypsy, Paquita e Le Corsaire. In un’epoca dominata dall’esotismo e dal gusto per l’avventura, il balletto portava in scena il tema del brigantaggio italiano — all’epoca di moda quanto lo “spagnolismo” teatrale — filtrato attraverso la lente del melodramma francese. La partitura, costruita da Daniel-François-Esprit Auber come un collage raffinato di brani tratti da sue opere precedenti (Fra Diavolo, La ...

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Il Sujet Antonio Conforti “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle. Il balletto contemporaneo prediletto? La sagra della primavera di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Palais Garnier. Un romanzo da trasformare in balletto? L’idiota di Dostojevski. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? La dolce vita di Federico Fellini. Il costume di scena indossato che hai preferito? Il grande mantello di Rothbart, difficile da manipolare ma ti fa sentire potente, dando grande peso e autorità al personaggio. Quale colore associ alla danza? Il bianco, lo spazio infinito e puro da cui nasce ogni gesto. Che profumo ha la danza? Profumo di libertà. La musica più bella scritta per balletto? I balletti di Tchaikovsky. Il film di danza irrinunciabile? Billy Elliot. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev e Carla Fracci. Il tuo “passo di danza” preferito? I manège. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Armand Duval nella Signora delle Camelie. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Adoro l’emozione e la delicatezza delle coreografie di Jérôme Robbins. L’atmosfera intima e il suo modo di mettere in scena le relazioni umane. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa ...

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L’étoile Giuseppe Picone “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Giselle e Romeo e Giulietta. Il balletto contemporaneo prediletto? La Petite Mort di Jiří Kylián. Il Teatro del cuore? Sono quattro: Teatro di San Carlo, Arena di Verona, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro dell’Opera di Vienna. Un romanzo da trasformare in balletto? L’amica geniale di Elena Ferrante. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Ghost di Jerry Zucker. Il costume di scena indossato che hai preferito? I costumi del Principe Desirée nel balletto La Bella Addormentata. Quale colore associ alla danza? Il verde perché rappresenta la vita, la crescita e la speranza di vivere il proprio sogno artistico. Che profumo ha la danza? Di pura passione. La musica più bella scritta per balletto? Il Lago dei Cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Due vite, una svolta di Herbert Ross. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev e Carla Fracci. Il tuo “passo di danza” preferito? Grand Jeté. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Nessuno. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? George Balanchine. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Ti amo! ...

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Il Direttore Jean-Sébastien Colau “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Il lago dei Cigni. Il balletto contemporaneo prediletto? Shoot the moon di Sol León & Paul Lightfoot. Il Teatro del cuore? Opéra di Parigi. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Farinelli – Voce regina di Gérard Corbiau. Il costume di scena indossato che hai preferito? Il mantello del secondo atto di Albrecht in Giselle. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che profumo ha la danza? Giglio. La musica più bella scritta per balletto? Il lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Il sole a mezzanotte (White Nights) di Taylor Hackford con Michail Baryšnikov. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev e Ghislaine Thesmar. Il tuo “passo di danza” preferito? Giri alla seconda. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio di balletto classico? Nessuno perché il loro destino è quasi sempre tragico. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? George Balanchine. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Di non perdere mai la passione. Tre parole per descrivere la disciplina della ...

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Il coreografo Giorgio Madia “allo specchio”

  Il balletto classico preferito? Don Chisciotte, sono “nato” con la versione di Nureyev da bambino come comparsa, casualmente prima alla Scala poi con l’Opéra di Parigi. Vederlo dalla scena con tutte le star del secolo passato alternarsi ogni sera era un emozione enorme. Fracci (spiritosissima) Guillem (alle sue prime armi come regina delle driadi), Noëlla Pontois, Isabelle Guérin, Rudolf Nureyev, Patrick Dupond e ogni sera un interprete nuovo da studiare da dietro le quinte. Il balletto contemporaneo prediletto? La Petite Mort di Jiří Kylián. Un classico, perfezione di semplicità, ingegno, musicalità e purezza. Semplicemente insorpassato. Persino nella scelta sexy e provocante del titolo che rimane comunque elegante Il Teatro del cuore? Il Teatro alla Scala, sono cresciuto li, solo un anno in compagnia ma otto anni alla Scuola di Ballo che una volta era due piani sopra il palcoscenico. Malgrado quarant’anni di carriera li abbia fatti altrove il primo amore non si scorda mai. Di quel teatro prima del rifacimento conoscevo ogni angolo proibito. Da piccolo ero una peste irrefrenabile, mi sgattaiolavo ovunque, cunicoli, porte e corridoietti segreti sotterranei, atelier fino a sbucare nel palco reale nel mezzo di una prova. Nessuno mi fermava, chissà perché! Un romanzo da ...

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