Three, ovvero tre. Tante quante sono, infatti, le parti che compongono lo spettacolo che la compagnia israeliana Batsheva Dance Company porta in scena al Festival Oriente Occidente di Rovereto, crocevia di culture e danze da tutto il mondo.
Una ensemble in grado di sedurre con la danza viscerale e contagiosa concepita dal suo mentore Ohad Naharin e, proprio questa composizione, mostra tutta la stratificazione del movimento che Naharin sa creare come incarnazione tangibile delle emozioni umane.
Strutturata appunto in tre parti, la seconda e la terza introdotte da un danzatore che si presenta in proscenio con un monitor in mano a descrivere ciò che lo spettatore dovrà vedere, la pièce apre con un magistrale assolo maschile sulle Variazioni Goldberg di Bach nell’interpretazione per pianoforte di Glen Gould. All’arrivo del gruppo si dispiega una danza oscillante tra muscoli e fragilità, che si anima nel contrappunto musicale e si propaga di corpo in corpo cogliendo nella forma ogni sfumatura dell’animo. Questa prima parte si intitola Bellus, titolo perfetto.
A questo segue Humus, affidato alla forza generatrice femminile: la contemporaneità del gesto è assoluta eppure il pezzo emana qualcosa di ancestrale, nei versi emessi dalle interpreti, nelle camminate ritmiche e nelle percosse delle mani sul corpo.
Potrebbe sembrare un rito preparatorio allo sbocciare della terza parte: Secus.
In questa parte si vedono coppie, poi gruppi, poi di nuovo coppie senza condizionamenti di genere. Si vedono i danzatori avvinghiati l’un l’altro dopo un improvviso black out di luce, per poi sfilare in proscenio per mostrarci la loro verità (e nudità). A ricordare che anche questa è la vita, a cui siamo tutti invitati a partecipare sulle note di You’re Welcome dei Beach Boys.
ORARI & INFO
3 settembre ore 20.30
Teatro Zandonai
Corso Bettini, 82
Rovereto (Tn)
http://www.orienteoccidente.it/
www.giornaledelladanza.com