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Versailles torna a risplendere il Petit Trianon, il Teatro di Maria Antonietta

                               

Una splendida notizia per il mondo dell’arte, della cultura e della danza. A Versailles il Petit Trianon, un complesso di edifici costruito per Madame Pompadur, rifugio di Maria Antonietta dalla corte indiscreta, tornerà a nuova luce. Proprio in questo luogo simbolico e suggestivo la Regina amava trascorrere il suo tempo, rilassarsi e passeggiare. La nobildonna si godeva una vita libera dalle costrizioni che la rigida etichetta di corte le imponeva. Sempre qui fece costruire il suo piccolo teatro personale, il Petit Théâtre de la Reine, stanca degli allestimenti temporanei che le erano concessi nella galleria del Grand Trianon e nell’Orangerie. Il progetto fu affidato all’architetto Richard Mique e terminò nella primavera del 1780. Si tenevano all’interno spettacoli teatrali e di balletto.

 

Il théâtre de la Reine si trova nel complesso del Petit Trianon, nel parco del castello di Versailles nascosto tra gli alberi di noce del Jardin Français e gli alti alberi del Jardin Alpin

L’esterno molto semplice dell’edificio contrasta con le decorazioni molto sofisticate dell’interno, tappezzato di seta e velluto blu con sculture dorate. Il Petit Trianon fu inaugurato nel 1780, dieci anni dopo l’apertura del “Grand théâtre” come era chiamata l’Opera reale di Versailles.

Questo piccolo teatro era per la Regina un luogo segreto, lontano dalla corte di Versailles e dai suoi problemi. La regina stessa vi recita, assieme ad una compagnia di suoi intimi, in ricordo della sua passione per il teatro e per la danza. Qui si mettono in scena autori alla moda, alcuni dei quali proibiti a corte. La scena, grande il doppio della sala, e i macchinari teatrali (complessi e all’avanguardia) sono opera di Boullet, macchinista dell’Opera di Parigi.

Il teatro, ritenuto privo di valore, si salva dalla Rivoluzione francese. Varie regine e imperatrici come Maria Luisa, Maria Amalia, e Eugenia utilizzarono durante il XIX secolo questo luogo, ritenuto in qualche modo appannaggio femminile. Annesso al museo, è assai poco visitato, e a parte qualche campagna di restauro è rimasto intatto sino ad oggi, compresi i suoi macchinari che costituiscono un esemplare quasi unico.

Elena Parmegiani
www.giornaledelladanza.com

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